AS 91 Ottavia
L’AS 91 Ottavia è stato un cacciasommergibili e nave civetta (già vedetta foranea) della Regia Marina. StoriaCostruita nel 1921 a Chiavari e di proprietà degli armatori viareggini Luigi Tomei e Duilio & Giuseppe Partiti, l'unità era in origine un veliero (brigantino-goletta) da carico, immatricolato presso il Compartimento Marittimo di Viareggio con il numero 535[1][2]. Nel 1936-1937 il veliero aveva subito l'installazione del motore[2]. Il 24 giugno 1940, poco dopo l'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale, l’Ottavia venne requisito a Napoli dalla Regia Marina e quindi iscritto nei ruoli del naviglio ausiliario dello Stato con la sigla V 4, ossia come unità per la vigilanza foranea (i compiti di queste imbarcazioni consistevano principalmente nella vigilanza costiera e nell'avvistamento di aerei nemici provenienti dal mare, ma contemplavano anche altre funzioni, quali la scorta costiera, il pilotaggio ed i collegamenti costieri o con isole minori)[1][2]. Successivamente il motoveliero, riclassificato come cacciasommergibili, ricevette la denominazione di AS 91, venne equipaggiato con degli idrofoni e armato con alcuni cannoni da 102 mm, mitragliere contraeree da 13,2 mm e tramogge per bombe di profondità[1][2][3]. Oltre che come semplice unità antisommergibili, l’Ottavia, a partire dal settembre 1941, operò anche come «nave civetta»: l'armamento venne camuffato e l'unità, apparendo un inoffensivo motoveliero, sarebbe stata attaccata col cannone dai sommergibili nemici, potendo così ingaggiare uno scontro in superficie[2]. Inizialmente (1941) la nave operò con base a La Spezia, svolgendo frequenti e prolungate missioni di caccia antisommergibile[3]. Tra il 1941 ed l'inizio del 1942 fu comandante dell'unità il guardiamarina Catello Amendola[3]. Successivamente, mentre il guardiamarina Giovanni Fioretti sostituiva il precedente comandante, ricoverato per malattia, l’Ottavia venne trasferito nel Mar Ionio[3]. L'affondamento![]() Il 5 marzo 1942 il motoveliero lasciò il porto di Argostoli, sull'isola di Cefalonia, per una missione di ricerca e caccia a sommergibili, ma alle tre del pomeriggio venne attaccato con cannoni e mitragliere dal sommergibile britannico Thorn, lo stesso che un mese prima aveva affondato il sommergibile Medusa: la nave italiana reagì ma, dopo un'ora di violento combattimento, l’Ottavia, ripetutamente colpito ed in fiamme, affondò con tutto l'equipaggio ad un miglio da Ortholithia[1][2][3][4]. Scomparvero con la nave il comandante Fioretti (decorato con Medaglia d'argento al valor militare alla memoria) e 54 tra ufficiali, sottufficiali e marinai[3]. Note |