Abu 'Isa al-WarraqAbu 'Isa al-Warraq, nome completo Abu Isa Muhammad ibn Harun al-Warraq, (in arabo أبو عيسى محمد ابن هارون الوراق?) (889 – 994[1]) è stato un teologo scettico arabo del IX secolo e critico dell'Islam e della religione in generale. Fu mentore e amico dello studioso Ibn al-Rawandi nella cui opera Il Libro dello smeraldo appare.[2] Un critico moderno dell'Islam, Ibn Warraq, fa derivare il suo pseudonimo da al-Warraq.[3] Visioni delle religioni rivelateAl-Warraq era scettico sull'esistenza di Dio perché "Chi ordina al suo schiavo di fare cose che sa che è incapace di fare, e poi lo punisce, è uno sciocco".[4] Al-Warraq contestò la nozione di religione rivelata. Sostenne che se gli esseri umani sono in grado di capire che, ad esempio, è bene perdonare, allora non è necessario un profeta e che non dovremmo prestare attenzione alle affermazioni di profeti autoproclamati, se ciò che viene affermato risulta essere contrario al buon senso e alla ragione. Al-Warraq ammirava l'intelletto non per la sua capacità di sottomettersi a un dio, ma per la sua curiosità verso le meraviglie della scienza. Spiegò che le persone svilupparono la scienza dell'astronomia guardando il cielo e che nessun profeta era necessario per mostrare loro come guardare; disse anche che non erano necessari i profeti per mostrare loro come fare i flauti o come suonarli.[5] Visioni dell'IslamAl-Warraq dubitava anche delle affermazioni che ritraggono Maometto come un profeta:[5] «Che Maometto potesse predire certi eventi non prova che fosse un profeta: potrebbe essere stato in grado di indovinare con successo, ma questo non significa che avesse una reale conoscenza del futuro. E certamente il fatto che sia stato in grado di raccontare eventi del passato non prova che fosse un profeta, perché avrebbe potuto leggere di quegli eventi nella Bibbia e, se era analfabeta, avrebbe potuto comunque fargliela leggere a qualcuno» Note
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