AcquatintaL'acquatinta è una tecnica di incisione indiretta su metallo (rame o zinco) che consiste nell'arricchire una matrice di toni chiaroscuri. È complementare dell'acquaforte. Si cosparge la lastra di polvere di bitume oppure di colofonia, si scalda leggermente in modo che aderisca per fusione facendo in modo che al momento dell'acidatura vengano corrosi solamente gli spazi tra i granellini di polvere producendo una superficie ruvida (tipo granito) che tratterrà l'inchiostro a seconda del tipo di morsura che è stata fatta. Ottenuta la granitura si disegnerà in negativo. Le parti che si vogliono bianche vanno ricoperte di vernice. Con l'acquatinta è possibile fare, anche in una stessa matrice, graniture differenti usando polveri di diversa grossezza e con ripetute morsure. Le prove a stampa (e la tiratura definitiva) ottenute durante queste lavorazioni sono definite stati. StoriaL'inventore di questa tecnica è generalmente considerato il francese Jean Baptiste Le Prince, intorno alla metà del Settecento, anche se appare probabile che già nel secolo precedente il pittore olandese Hercules Seghers usò per le sue incisioni tecniche a metà strada fra l'acquaforte e l'acquatinta.[1] Dopo che questa tecnica fu molto in voga nel Settecento e nella prima metà dell'Ottocento, lentamente perse importanza. Artisti e incisori all'acquatinta
Galleria d'immagini
Note
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|