Al culmine della disperazione
«Che cosa succederebbe se il volto umano esprimesse fedelmente tutta la sofferenza di dentro, se l'espressione traducesse tutto il tormento interiore? Riusciremmo ancora a conversare? Non dovremmo parlare nascondendoci il volto con le mani? La vita diventerebbe decisamente impossibile se i nostri tratti palesassero l'intensità dei nostri sentimenti. Nessuno avrebbe più il coraggio di guardarsi allo specchio, perché un'immagine insieme grottesca e tragica mescolerebbe ai contorni della fisionomia macchie di sangue, piaghe sempre aperte e rivoli di lacrime irrefrenabili.» Al culmine della disperazione (Pe culmile disperării) è la prima opera filosofica di Emil Cioran, pubblicata nel 1934. AntefattoNelle lettere dei primi anni Trenta, Cioran non mancò di evidenziare alcuni suoi pensieri nei confronti dell'uomo e della vita in generale. Una lettera interessante fu quella scritta il 5 aprile 1932, con l'idea di inviarla all'amico Bucur Tincu, in cui descrisse la sua decisione di isolarsi a Sibiu per comporre, in quattro mesi, «qualcosa di consistente», esprimendo inoltre il desiderio di «scrivere qualcosa col sangue».[1] Mentre risiedeva nella già citata provincia rumena, Cioran scrisse una lettera il 21 aprile 1933, in cui delineò per la prima volta il progetto di scrivere un libro con l'intenzione di poterlo pubblicare. Questa lettera verrà inviata a Petru Comarnescu, e qui compare per la prima volta una bozza del titolo della futura opera. «Finora ho scritto circa cinquanta pagine di un libro che vorrei intitolare Al culmine della disperazione o tra la vita e la morte, composto interamente di frammenti di 2-3 pagine, quasi tutte liriche e di un radicalismo feroce con la più bestiale vena pessimistica. Credo che solo con difficoltà troverò un editore a Bucarest, sebbene sia disposto a pagare anche io qualcosa, in due mesi sarà pronto; mi dispiace tuttavia che non potrò venire a Bucarest fino all’autunno.» ContenutoIl libro non presenta sistemi filosofici coerenti, bensì una serie di aforismi in cui Cioran approfondisce i vari temi con un'impostazione più metaforica e letteraria, anziché rigorosa e accademica, avvicinandosi a pensatori come Nietzsche, Kierkegaard e Pascal. Tale stile verrà ripreso in tutte le opere successive, e nonostante si tratti del libro d'esordio di Cioran, Al culmine della disperazione presenta già alcuni dei temi fondamentali del pensatore rumeno, come la morte, l'assurdo, l'insonnia, la malinconia e il suicidio, tematiche dense di un lirismo tale da renderlo vicino al movimento esistenzialista. Indice
NoteBibliografia
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