La diocesi di Vienne fu eretta secondo la tradizione nel I o nel II secolo e primo vescovo sarebbe stato san Crescente, discepolo di san Paolo, menzionato nella seconda lettera a Timoteo (4,10[2]).[3] Tuttavia il primo vescovo noto da fonti storiche sicure è Vero, che presenziò al concilio di Arles del 314; la diocesi potrebbe risalire al massimo al III secolo.
Il vescovo Orso, nel 794, dovette sostenere e difendere nel concilio di Francoforte le prerogative e i diritti della propria chiesa contro le rivendicazioni e le prevaricazioni del metropolita di Arles.
L'antica cattedrale di Vienne, dedicata a san Maurizio, fu ricostruita dal vescovo Léger tra il 1030 e il 1070 e nelle forme attuali nel secolo successivo; fu consacrata da papa Innocenzo IV il 20 aprile 1251. Nella cattedrale fu incoronato papa l'arcivescovo Guy de Bourgogne, eletto il 9 febbraio 1199 con il nome di Callisto II. L'anno successivo Callisto II confermò il primato degli arcivescovi di Vienne su quelli di Auch, Bordeaux, Bourges, Embrun, Narbona e Tarantasia.
Nel 1678 l'arcivescovo Henri de Villars pubblicò un Breviario per l'arcidiocesi, in cui ebbe cura di sopprimere tutte le antifone e i responsori che non fossero prese testualmente dalla Bibbia e rivedendo in senso critico la vita dei santi che si leggeva nel II notturno.[5]
Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, con la quale il papa restaurava la sede metropolitana di Vienne. Il 1º ottobre successivo fu nominato nuovo arcivescovo Etienne-Marie de Boulogne, vescovo di Troyes. Tuttavia, poiché il concordato non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, sia l'erezione che la nomina non ebbero effetto.
Il più antico catalogo dei vescovi di Vienne è contenuto nella Cronaca di Adone, arcivescovo di Vienne nella seconda metà del IX secolo, ritenuto affidabile, perché utilizza un catalogo preesistente e perché su 48 vescovi ivi menzionati (Adone compreso), 29 sono documentati anche da fonti indipendenti dalla Cronaca e nello stesso ordine.[6] Al tempo del vescovo Léger (XI secolo), autore di un Liber episcopalis Viennensis ecclesiae[7], esistevano due serie episcopali, una che considerava Léger il 56º vescovo di Vienne, e l'altra il 61º: i cinque vescovi interpolati sono dovuti a dei falsi privilegi, all'epoca ritenuti autentici.[8] In entrambe le liste i primi quaranta vescovi, fino a Austreberto (prima metà dell'VIII secolo), sono considerati tutti santi.[9]
^Claude Barthe, Storia del Messale tridentino, 2ª edizione, Chieti, Solfanelli, 2021, p. 119
^Duchesne, op. cit., pp. 148-149. Lo storico francese tuttavia ritiene che le informazioni cronologiche e storiche aggiunte da Adone nella Cronaca non sono completamente attendibili, soprattutto nella parte più antica.
^Pubblicato da Duchesne, op. cit., pp. 178 e seguenti.
^Autori dell'XI secolo, basandosi sui falsi privilegi della Chiesa di Vienne, non solo hanno introdotto nuovi nomi nel catalogo episcopale di Adone, ma in alcuni casi hanno modificato l'ordine primitivo; cfr. Duchesne, op. cit, pp. 164-166.
^Duchesne, op. cit., pp. 171-172. La seguente cronotassi, fino al IX secolo, segue quella proposta da Duchesne, pp. 204-211.
^Secondo Duchesne, la data di morte certa è quella del 5 febbraio 518.
^L'elevazione di Vero II all'arciepiscopato nel 586 è menzionata da Gregorio di Tours nella sua Historia Francorum.
^Menzionato nella vita di san Desiderio, come uno dei suoi immediati successori.
^Il doppio nome appare in un documento del 636; nel concilio di Chalon-sur-Saône del 650 appare il nome Landoleno; in quello di Clichy del 627 circa appaiono entrambi i nomi nelle due redazioni diverse dei suoi atti.
^Ricevette il pallio da papa Gregorio III, che governò la Chiesa tra il 731 ed il 741.