Il primo avo documentato fu Jean-Jacques d'Astorg: si ritiene che egli e la sua famiglia seguissero la confessione cristiana valdese. Come molti sudditi del duca di Savoia, d'Astorg parlava francese e italiano e rispondeva ai nomi sia di Jean-Jacques d'Astorg che di Giovan Petro Astore. Per sfuggire alla recrudescenza delle persecuzioni e alle Guerre sabaudo-valdesi seguite al ritiro dell'editto di Nantes nel 1685, d'Astorg-Astore, sua moglie e i loro due figli fuggirono a nord, attraverso la Svizzera, fino a Heidelberg.
Tra Inghilterra e Stati Uniti d'America
John Jacob Astor e suo fratello George (n. Heidelberg 28 aprile 1752; m. Londra dicembre 1813), noti come "George & John Astor", erano fabbricanti di flauti giunti in Inghilterra intorno al 1778 da Walldorf in Germania.
Nel 1783, John Jacob si spostò a Baltimora, dove intraprese l'attività di commerciante di strumenti a fiato, e poi a New York dove commerciò in pellicce, pianoforti e immobili. A New York, egli incontrò e sposò la ricca Sarah Todd, che lo aiutò a finanziare i suoi progetti.
Anche un altro fratello, Henry Astor, emigrò in America. Appassionato di ippica, aveva acquistato un purosangue inglese chiamato "Messenger", che fu portato dall'Inghilterra in America nel 1788.[2] Tale cavallo fu il progenitore di tutti i trottatori americani presenti negli Stati Uniti di oggi.
Durante il XIX secolo, gli Astor diventarono una delle famiglie più ricche degli Stati Uniti.
Alla fine del primo decennio del secolo, crearono la "American fur company", in seguito si avvantaggiarono di investimenti sui terreni e nel mercato immobiliare di Manhattan e prestiti al governo, ma ulteriormente puntando invece sull'editoria giornalistica e la creazione di catene di alberghi di lusso.[3]
In particolare, John Jacob Astor III, oltre ad accrescere ancora la ricchezza della famiglia, fu più attivo nelle iniziative filantropiche rispetto ai predecessori, con donazioni sostanziali ad istituzioni newyorkesi quali il Metropolitan Museum of Art, la Trinity Church (New York) e la Astor Library.[4]
Verso la fine del secolo, alcuni membri della famiglia si trasferirono in Gran Bretagna, dove ottennero grande risalto.
È il caso di William Astor, che ebbe ambizioni politiche (di tendenza conservatrice): egli fu dapprima membro del Senato dello Stato di New York; in seguito, per quasi tre anni fra il 1882 e il 1885, fu Ministro plenipotenziario presso l'Ambasciata statunitense in Italia,[4] paese in cui germinò la sua passione per l'arte e la scultura. Trasferitosi quindi definitivamente in Inghilterra nel 1890, ne ottenne i diritti di cittadinanza nel 1899; in riconoscimento delle sue opere filantropiche di rilievo sia assistenziale sia culturale e dei finanziamenti alle cause conservatrici, fu creato nel 1916 barone e nel 1917 primo visconte Astor di Hever Castle.[4][5]
Al suo apporto si dovette la costruzione del Waldorf Hotel a New York, che sarebbe poi stato unificato nel complesso del Waldorf-Astoria Hotel,[4][5] mentre al 1908 risale la fondazione a Londra, da lui finanziata, del Waldorf Hotel, poi The Waldorf Hilton.[senza fonte]
Da William, i discendenti inglesi degli Astor mantennero le due parìe ereditarieviscontea e baroniale.
Durante il XX secolo, il numero degli Astor americani decrebbe, ma la loro eredità continuò a vivere nelle opere da loro create o finanziate, tra cui la New York Public Library.
Luoghi di eponimia della famiglia
Per molti anni, i membri della famiglia Astor furono noti come “i proprietari terrieri di New York”.[6]
A tale definizione se ne affianca un'altra ben più significativa: numerosi risultano essere i casi di eponimia, ossia in cui la designazione di luoghi e edifici è stata legata al nome della famiglia.
A New York, furono ad essa intitolati quartieri, strade, parchi, scuole, città, biblioteche ed ugualmente altri luoghi pubblici dalla costa orientale a quella occidentale:[7]
al loro nome afferisce quello di luoghi e edifici come il famoso Waldorf-Astoria Hotel, un Astor Row, Astor Court, l'Astor Park in Ohio, Astor Place oltre ad Astor Avenue nel Bronx che gli Astor utilizzavano come scuderia per cavalli. Anche il quartiere di Astoria nel Queens è così chiamato in onore della famiglia.
Oltre che a New York City, il nome della famiglia Astor è rimasto impresso nella storia e nella geografia degli Stati Uniti. Ci sono città chiamate Astor negli stati di Florida, Georgia, Iowa e Kansas ed Astoria in Illinois, in Missouri e in Oregon. Esiste inoltre un Astor Park nel Wisconsin. Un gran numero di città e arterie di città reca il nome della famiglia.[senza fonte]
Emily Astor (1819–1841) sposò Samuel Ward, Jr. (1814–1884), finanziere, lobbista, autore
Margaret Astor Ward (1838–1875) sposò 1856 John Winthrop Chanler (1826–1877), membro del Congresso di New York. I loro figli vengono collettivamente definiti come gli Orfani Astor.[8]
James Laurens Van Alen (1878–1927) sposò nel 1910 Margaret Louise Post (1876–1969)
James Henry Van Alen (1902–1991), fondatore del Int'l Tennis Hall of Fame, inventore del tie-break nel tennis
William Laurens Van Alen (1907–2003), presidente fondatore dell'United States Court Tennis Association, sposò nel 1931 Elizabeth Brinton Kent, figlia di A. Atwater Kent
Louise Astor Van Alen (1910–1997), sposò nel 1931 (div. 1932), Alexei Mdivani (1905–1936); sposò nel 1936 Sergei Mdivani (1903–1936); sposò nel 1947 Alexander Saunderson (1917–2004)
«The Astors [...] were Italian Protestants from the Alpine village of Chiavenna high above the northern end of Lake Como. [...] The first documented ancestor is Jean-Jacques d'Astorg. [...] He and his family are assumed to have been followers of the persecuted Waldensian Puritan faith [...]. Like most subjects of the duke of Savoy, d'Astorg spoke French and Italian, and answered both to Jean-Jacques and Giovan Petro Astore. [...] [I]n 1685 [...] the Sun King revoked the Edict of Nantes [...]. The massacre of Protestants in Valtellina high up in the Adda Valley sent d'Astorg-Astore, his wife, and their two children fleeing north across Switzerland to Heidelberg»
^Standardbred, su britannica.com. URL consultato il 12 marzo 2022.
^Astor, su treccani.it. URL consultato l'11 marzo 2022.
^abcdAstor family, su britannica.com. URL consultato l'11 marzo 2022.
^Landlord of New York è significativamente il sottotitolo di varie pubblicazioni dedicate per esempio a J.J. Astor, tra cui (EN) Arthur Douglas Howden Smith, John Jacob Astor: Landlord of New York, Blue Ribbon Books, 1929. URL consultato l'11 marzo 2022.