Basilica di San Fedele
La basilica di San Fedele[1] è un importante luogo di culto cattolico del centro storico di Como, dedicato all'omonimo santo, evangelizzatore della chiesa comasca e martire nel III secolo a Sorico.[2] La chiesa è situata nel luogo in cui precedentemente era una chiesa paleocristiana risalente al VII secolo dedicata a Santa Eufemia. Importante opera del romanico lombardo è il coro, ispirato alla Cappella Palatina di Aquisgrana[3] e alla basilica milanese di San Lorenzo,[4] con un'importante decorazione scultorea dei Magistri cumacini con figure zoomorfe, mostri, grifoni, ecc. StoriaLa chiesa fu eretta laddove si trovava un precedente edificio religioso cattolico, di probabile dedicazione mariana,[5] dove si sarebbe trovata la prima sede del vescovo di Como[6] entro la cerchia delle mura cittadine[5]. La chiesa si affaccia sull'omonima piazza, già foro cittadino, che fino al XIX secolo ospitava un mercato del grano.[7] Al complesso di edifici originariamente circostanti la chiesa facevano parte anche il battistero di San Giovanni in Atrio[8] e la chiesa di San Pietro in Atrio[5],[4][7] entrambi sconsacrati a seguito delle riforme giuseppinistiche di fine Settecento[5]. Le colonne della chiesa di San Giovanni, che costituiva il più antico battistero della città di Como (V secolo[7])[9], vennero riutilizzate per costruire il porticato della facciata del liceo Volta.[8] Di fondazione databile al V-VI secolo[4][3] e attestata come chiesa di Sant'Eufemia già nell'865,[5] la basilica assunse l'attuale dedicazione alla fine del secolo successivo, a seguito del rinvenimento del presunto sepolcro di San Fedele[5] (965)[6]. La pianta della chiesa originaria è ancora oggi oggetto di dibattiti tra gli studiosi. Nello specifico, non è ancora chiaro se[3]:
Ad ogni modo, la chiesa, che rimase una collegiata anche dopo lo spostamento della sede vescovile alla cattedrale di Santa Maria Maggiore, fu profondamente ristrutturata a partire dal 1007[10]. Ulteriori rimaneggiamenti si registrarono nei secoli successivi.[10] Tra gli interventi posteriori, si annovera la realizzazione della volta a botte sulla navata centrale con ossatura ad archi-timpano. Inoltre, alcuni lavori intercorsi tra il Trecento e il Quattrocento comportarono la costruzione di matronei e tribune[3]. I più recenti interventi, avvenuti tra il secondo e il terzo lustro del Novecento, interessarono dapprima il pericolante campanile - la cui parte superiore fu completamente ricostruita[10] nel 1905[11] - e in seguito la facciata, rifatta nel 1914[4] in stile neoromanico[11] ma conservando il rosone datato 1509[12]. Entrambi i rifacimenti furono curati da Antonio Giussani[3]. DescrizioneL'attuale chiesa risale al 1120; la costruzione è romanica e non solo, l'originale impianto a tre navate irregolari innestate su un impianto centrale, pure irregolare per la minor dimensione dell'abside principale rispetto alle due del transetto, percorse da ambulacri coperti dai matronei. Nonostante i restauri di Antonio Giussani abbiano alterato la facciata e il campanile, reimpieghi di pezzi romani si riscontrano sopra il portale posteriore (scolpito in età romanica) e nel capitello romano del II secolo[4] riadattato ad acquasantiera dell'ambulacro nord (su leone stiloforo[3][4]); se quest'ultima scultura è databile al III secolo,[7] successiva di 4-5 secoli è l'acquasantiera (con il rispettivo leone stiloforo[4]) dell'altro ambulacro[3]. Entrambi gli stilofori facevano parte dell'antico portale della chiesa di Sant'Eufemia[3][7]. EsternoLa facciata della basilica di San Fedele è in stile neoromanico ed è stata rifatta da Antonio Giussani ex novo, nel 1914[11].[3] Essa presenta una struttura a doppio saliente, quello principale per la navata centrale ed uno minore per la navata laterale di destra. In corrispondenza della navata mediana, si apre un portale a tutto sesto leggermente strombato, con moderna lunetta musiva raffigurante Gesù Maestro, opera della pittrice Elena Mazzeri che la realizzò nel 1968.[13] Al di sopra di esso, vi è un ampio rosone circolare (XVI secolo), recuperato dalla precedente facciata,[3] dotato di struttura marmorea costituita da archetti trilobati sorretti da colonnine. Il campanile, che si eleva alla sinistra della facciata,[14] presenta parti edificate in periodi storici differenti. Se la parte inferiore è del 1271, la parte superiore fu infatti demolita e ricostruita nel 1905[3] per via di una pericolosa inclinazione[15]. La torre, che ne sostituisce una più antica crollata a causa del terremoto del 3 gennaio 1117, è a pianta quadrata e presenta, su ciascun lato, due ordini di finestre, bifore in quello inferiore e trifore in quello superiore. All'interno della cella campanaria si trova un concerto in Sol maggiore composto da tre campane:[16]
Sul lato orientale della chiesa, si trova l'abside principale (XII secolo), poligonale alla maniera delle chiese romaniche di Aquileia,[4] e coronata da una loggetta del XIII secolo.[3] Al suo fianco, si apre un antico portale cuspidato, databile tra i secoli XI e XII, detto anche portale del drago per via dei bassorilievi medievali, soggetti a diverse interpretazioni. Secondo l'ipotesi più comune è rappresentato profeta Abacuc con i cestelli dei viveri per san Daniele;[4] sotto, si trova un rilievo scolpito di età romanica raffigurante Daniele in trono nella fossa dei leoni.[17]
InternoL'interno della basilica di San Fedele è a pianta a croce latina con aula articolata in tre navate di quattro campate ciascuna con alti matronei. La navata maggiore è in stile barocco ed è coperta con volta a botte lunettata, decorata con affreschi e sorretta da paraste corinzi. Il transetto è formato da due absidi pentagonali con deambulatorio. L'imponente altare marmoreo del transetto di destra contiene un Crocifisso in cartapesta ed è sormontato dall'affresco Isidoro Bianchi del catino absidale[3][7], risalente al 1623[18][7] e raffigurante la Gloria del Paradiso,[19][7] con al centro la Trinità con Maria,[18] in basso alcune sante (tra le quali Orsola, Marta, Apollonia, Caterina, Agata e Cecilia) accompagnate da San Pietro Martire, e altri santi; ad un livello inferiore sono raggruppati santi, vescovi e papi (tra cui Vincenzo, Lorenzo, Sebastiano, Carlo Borromeo[18], Ambrogio[18], Gregorio Magno[18], Bernardo) e ancora più in basso chiude la composizione uno stuolo di angeli e arcangeli. Le pareti del transetto sono decorate con stucchi di Diego Carloni. Al fratello Carlo Innocenzo si devono invece le quattro tele che, all'interno della cappella già dei Lucini-Passalacqua, raffigurano altrettante scene della Passione di Gesù[7]; le quattro tele furono realizzate allo scopo di coprire alcuni affreschi eseguiti da Isidoro Bianchi negli anni 1618-1625. Il transetto di sinistra è, invece, dedicato alla Madonna, e riprende la struttura di quello di destra, avente altare marmoreo sormontato da una statua della Beata Vergine Purificata e catino absidale decorato da un affresco con l'Assunzione della Vergine opera della collaborazione di Giovanni Domenico Caresana[7] con Francesco Carpano. Ai lati dell'ancona dell'altare vi sono quattro affreschi seicenteschi con lo Sposalizio della Vergine (ancora di Isidoro Bianchi),[3] la Natività, l'Annuncio ai pastori[3] e l'Adorazione dei Magi[3] (della bottega del Procaccini[7]).[19] Medievali sono invece databili i resti di affresco visibili nell'abside alle spalle del presbiterio, nel deambulatorio sud, e nel transetto di sinistra.[3] Con specifico riferimento al transetto sinistro, il San Bartolomeo benedicente è riconducibile al XIII secolo,[4] mentre il Battesimo nel Giordano e la Mandorla con Madonna sono databili al periodo a cavallo tra i secoli XI e XII[4]. Fra le cappelle delle navate laterali, la prima a destra ha caratteristiche diverse dalle altre. La volta è rivestita da stucchi barocchi, mentre sul muro vi è un trittico affrescato nel 1504 da Giovanni Andrea De Magistris[3] rappresentante la Madonna in trono con bambino tra i santi Sebastiano e Rocco; sotto vi è un'urna ove erano contenute le spoglie di sant'Amanzio vescovo di Como (ora nella Chiesa del Gesù).[20] Sempre sul lato destro, la successiva cappella commemora papa Odescalchi e la beata Giovannina Franchi, entrambi battezzati in San Fedele. Oltre la crociera, coperta da cupola ottagonale affrescata, in corrispondenza della navata mediana, si apre l'abside maggiore, con deambulatorio costituito da archi a tutto sesto sorretti da colonnine e catino affrescato. Al centro del presbiterio, delimitato da una balaustra marmorea, si trova l'altare maggiore barocco,[19] sotto al quale sono conservate le spoglie ritenute appartenere al santo titolare della chiesa[6].
Organo a canneNella basilica di San Fedele si trova l'organo a canne Mascioni opus 560, costruito nel 1941[21] ed in seguito restaurato ed ampliato dalla stessa ditta nel 2000. Lo strumento è a trasmissione elettronica e la sua consolle, collocata nell'abside maggiore, dispone di tre tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note. Il materiale fonico è dislocato in tre corpi differenti:[22][23]
Note
Bibliografia
Voci correlate
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