Belial, detto il "malvagio" (o anche Devy, Barons,'Belhor, Baalial, Beliar, Beliall, Beliel; dall'ebraico בליעל bəliyyáʻal, "senza valore", "niente di buono", o anche beli ya'al = "per non rialzarsi mai", o ancora baal 'ia'l, "falso dio", "idolo" o "dio superbo", "arrogante") fu una potente figura mitologicademoniaca dell'Antico Testamento e, in genere, di tutta la antica tradizione giudaica. Tale entità, molto probabilmente appartenente alla schiera dei Serafini (letteralmente "serpenti brucianti") rappresenta il diavolo stesso, Samael, l'avversario per antonomasia, ben meglio identificato con l'immagine del serpente, che tentò Eva, esattamente come avvenne per la figura mitologica demoniaca di Asmodeo; pare che fosse adorato dai Sidonii, e fu anche il 68° spirito nel testo della Piccola Chiave di Salomone. Nella tradizione mitologica ebraica non è esattamente un nome proprio, bensì un nome comune, il cui significato sarebbe colui che è privo di valori.
«Ma per corruzione tu hai fatto Belial, un angelo di ostilità. Tutti i suoi domini sono nelle tenebre, e il suo scopo è quello di portare cattiveria e senso di colpa. Tutti gli spiriti che sono associati con lui sono angeli, ma di distruzione.»
«...E Manasse deviò il suo cuore per servire Beli'ar, l'angelo di illegalità, che è il principe di questo mondo, Beli'ar, il cui nome è Matanbuchus.»
dove Matanbuchus, o Mechembuchus potrebbe essere un secondo nome di radice semitica, forse matan buch'us = offerta a Buch'us, da mitologia ittita. Spesso viene identificato anche come fratello di un altro demone, Baphomet.
Nel Testamento dei Dodici Patriarchi appare soprattutto nelle storie delle tribù di Simeone e Levi. Il suo nome, in definitiva dio del nulla di buono, fu applicato a molti comportamenti malvagi nell'Antico Testamento, dalla lussuria di Beniamino per Gabaa, ai figli di Elia, dall'insolenza di Nabal, ai nemici del Re Davide, quindi ai malvagi consiglieri del Re Roboamo, etc.
Nel Nuovo Testamento questo nome appare in 2 Corinzi 6:15[1]: "E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c'è tra il fedele e l'infedele?". Nel Cristianesimo il nome fu usato sempre per riferirsi a un demone. Un inquisitore francese del XVI secolo, Sebastian Michaelis, lo definì un angelo ribelle come Lucifero, signore dell'arroganza e della superbia. Nella Vulgata invece è il nome del torrente della morte, oppure viene definito il padre, il capo degli uomini empi, Belial.
Nella letteratura
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Nel Liber Belial de consolatione peccatorum di Giacomo Paladini da Teramo del 1382, che ha per soggetto un processo intentato dal diavolo a Gesù, Belial è l'avvocato di Satana.
Pare che Belial, cacciato dal Paradiso insieme a Lucifero, in origine appartenesse per metà all'ordine delle virtù e metà all'ordine degli angeli. Nelle gerarchie demonologiche medievali, Belial fu definito Re dell'inferno al comando di ottanta legioni nonché considerato il demonio della sodomia.
In Moby Dick, nel capitolo Xviiu, il proprietario Bildad della nave Pequod esorta il selvaggio Quiqueg, appena salito sulla nave, a non restare schiavo di Belial ma di abbracciare la fede.
Nel racconto "the hound" di Lovecraft, il protagonista scrive di come la morte sia distillata dalla notte "sulle rovine oscure dei templi di Belial, sepolti dal profondo dei secoli..."
Nel racconto "old Bugs" di Lovecraft viene brevemente citato il suo nome citando John Milton " I figli di Belial, gonfi di vino e d'insolenza"
Nel romanzo di fantascienza "Divina invasione" di Philip K. Dick, i protagonisti aiuteranno il dio Yah a tornare sulla Terra per sconfiggere Belial, lo spirito maligno che vi regna sovrano.
Viene citato nel romanzo di Jordi Llobregat "Il segreto dell'anatomista" al sessantanovesimo capitolo quando la medium Madame Palatino rievoca lo spirito maligno ritenuto colpevole degli omicidi nella Barceloneta durante la seduta spiritica al teatro Lírico.
Viene citato dal filosofo tedesco Max Stirner nel suo saggio "L'Unico e la sua proprietà". La citazione è la seguente, ad uso allegorico "Come può Dio accordarsi con Belial?"
Viene citato da H.P.Lovecraft nel racconto "I cari estinti", a proposito delle emozioni suscitate dal corteo funebre del nonno al protagonista del racconto "Era come se avessi trangugiato profonde sorsate di un elisir esotico, un filtro infernale preparato con formule blasfeme tratte dagli archivi di Belial".
Viene citato più volte da Philip K. Dick nel romanzo: “Divina Invasione”, scritto nel 1981 e volume 2 della “Trilogia di Valis” l’ultima opera dell’autore statunitense di fantascienza.
In altri media
Nel gioco di ruolo Dungeons & Dragons, Belial uno dei sovrani dei Nove Inferi di Baator, il piano esterno dove dimorano i diavoli, e in particolare governa assieme alla figlia Fierna il quarto strato, Flegesto.
Nella serie animata GeGeGe no Kitarō, appare come personaggio antagonista della puntata 32 – Il rancore centenario del demone Belial.
Nella serie TV di Shadowhunters, Belial è il padre di Lorenzo, sommo stregone di Brooklyn.
Nella serie letteraria di Shadowhunters: The Last Hours, Belial viene rivelato essere il padre di Tessa Gray, quindi nonno di James e Lucie Herondale.
Nel film Basket Case (1982), di Frank Henenlotter, Belial è il nome del mostruoso gemello siamese del protagonista, sprovvisto di addome e arti inferiori. Separato dal fratello umano per volere del padre e abbandonato a morire, il film narra della missione di vendetta dei due contro i responsabili dell'operazione.
Nella light novel High School DxD, Diehauser Belial è un demone purosangue, campione dei Rating Game, scontri tra demoni e i loro servitori che fungono da intrattenimento principale degli Inferi.