Dopo la caduta di Mussolini riprese nell'agosto del 1943 a insegnare al Liceo Beccaria di Milano che lasciò per entrare attivamente nella Resistenza. Nel dicembre 1943 Bianca Ceva fu arrestata e nell'agosto del 1944 sottoposta a giudizio e condannata presso il Tribunale militare di Milano che la rinviò per una nuova condanna al Tribunale Speciale. Nell'ottobre dello stesso anno la professoressa riuscì a evadere dal carcere dove si trovava in attesa di giudizio e a raggiungere i partigiani dell'Oltrepò Pavese[5].
Iniziò a tradurre giovanissima dall'inglese opere di Bertrand Russell (I problemi della filosofia, Milano, Sonzogno, 1922) e John Stuart Mill (Autobiografia: pagine scelte, Milano, Società Editrice Unitas, 1927); nel 1951 uscì presso la Biblioteca Universale Rizzoli la prima delle sue traduzioni delle opere di Tacito, ancora ristampate nel 2012[8]; fu autrice di numerosi saggi su argomenti storici, filosofici e letterari per riviste quali la "Nuova rivista storica", "La Rassegna d'Italia", "Nuova Antologia". Molte sue opere sono state dedicate alla lotta antifascista, libri e saggi pubblicati soprattutto su " Il movimento di liberazione in Italia", la rivista dell'Istituto di cui fu segretaria.
^Nel 1936 la Ceva fece visita a Croce nella Villa di Alessandro Casati per consegnargli una lettera di Riccardo Bauer, critica verso la decisione di donare come "oro alla patria" la sua medaglietta di senatore; il colloquio (riferito in B. Ceva, Una testimonianza su Benedetto Croce, "Nuova Antologia", 1977, pp. 142-5) fu "concitato", e la Ceva riferisce "dell'autentico dramma che le sue parole avevano riacceso e acuito nell'animo di Croce", che concluse dicendo, "dica che io sono sempre lo stesso, che sono sempre con loro" (Gennaro Sasso, Per invigilare me stesso, Bologna, Il mulino, 1989, pp. 283-4)
^Giorgio Rochat, Capire per combattere. Collotti e l'istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione negli anni Sessanta e Settanta, in Simonetta Soldani, Enzo Collotti e l'Europa del Novecento, Firenze University Press, 2011, pp.167-168
^La lettera di Croce, indirizzata ad Alessandro Casati, fu pubblicata successivamente in B. Croce, Epistolario II. Lettere ad Alessandro Casati 1907-1952, Napoli, Istituto italiano per gli studi storici, 1969; Croce invita Casati a presentare i suoi "ossequi all'ottima signorina Ceva", e continua: "Ella non ha recato aneddoti o particolari poco noti; ma ha ritratto la vita intiera di quel periodo, e ciò ha fatto con verità e perspicuità. Meminisse iuvabit, se anche questo ricordo è per noi sempre doloroso e non abbastanza confortato dalla visione del presente"
^Recensione di Guido Quazza cit. in Guido Quazza: l'archivio e la biblioteca come autobiografia, a cura di L. Boccalatte, Milano, Franco Angeli 2008, p. 267
^Recensione di Renzo De Felice cit. in Renzo De Felice, studi e testimonianze, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2002, p. 357