Bradicardia
La bradicardia (dal greco βραδύς, bradys = "lento" e καρδία, cardía = "cuore") o brachicardia è una condizione definita come riduzione della frequenza cardiaca inferiore al valore di 60 battiti per minuto.[1][2] FisiologiaPuò manifestarsi fisiologicamente negli sportivi (condizione denominata anche "cuore d'atleta") e talora negli anziani. In questi casi la frequenza cardiaca a riposo può essere inferiore ai 50 battiti al minuto. Nel feto e nei neonati la frequenza cardiaca è fisiologicamente più elevata (110-160 bpm), per cui si parla di bradicardia fetale in caso di frequenza inferiore a 100 battiti al minuto. La frequenza cardiaca tende a ridursi con l'avanzare dell'età, raggiungendo verso i 12 anni quella tipica degli adulti. Il "cuore d'atleta"La bradicardia degli atleti, denominata anche come "cuore d'atleta", è indotta da una frequente attività fisica. Tale effetto, storicamente attribuito a un'aumentata stimolazione da parte del nervo vago, è stato da alcuni associato alla corrente funny (corrente "pacemaker"): l'attività sportiva, soprattutto se molto intensa e continuata nel tempo, come avviene ad esempio per ciclisti e maratoneti, induce un rimodellamento del cuore, associato a un'alterata espressione dei canali ionici sodio/potassio del cuore (HCN4), compresi quelli del canale funny del nodo seno atriale.[3] PatologiaLa bradicardia va invece considerata come un'aritmia patologica in diversi casi:
Patologie associateLa bradicardia può manifestarsi in caso di ipertensione endocranica. SintomatologiaI sintomi sono correlati al ridotto apporto ematico all'organismo e possono manifestarsi come astenia, ipotensione, lipotimia, sincope, shock. TerapiaLa bradicardia grave e di rapida insorgenza può richiedere un trattamento farmacologico d'urgenza (particolarmente con simpaticomimetici); nelle forme croniche (o nelle condizioni patologiche a rischio di bradicardia grave) può essere indicato l'impianto di un pacemaker. Il trattamento della bradicardia dipende dal fatto che il quadro clinico sia stabile o instabile. Se la saturazione dell'ossigeno è bassa, occorre fornire ossigeno supplementare, specie nei bambini.[9][10] Note
Bibliografia
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