Bronte
Bronte (Bronti in siciliano) è un comune italiano di 18 149 abitanti[1] della città metropolitana di Catania in Sicilia. Si estende alle pendici occidentali dell'Etna. È un comune del parco dell'Etna e del parco dei Nebrodi conosciuto per la varietà del pistacchio verde di Bronte.[4] Geografia fisicaClimaLa pluviometria annua di Bronte, sulla base dei dati rilevati dalla stazione meteorologica di riferimento dell'Osservatorio delle Acque a partire dal 1919, ammonta a 631 mm.[5] La stagione più piovosa è quella invernale con 235 mm, seguita dall'autunno con 197 mm, dalla primavera con 145 mm e dall'estate con 54 mm. La temperatura media annuale si attesta intorno ai 14 °C. La temperatura media del trimestre invernale, caratterizzato da frequenti precipitazioni che in alcuni episodi possono talvolta assumere carattere nevoso, è compresa tra 6 e 8 °C. Nella notte del 31 dicembre 2014, durante una delle più importanti irruzioni d'aria fredda degli ultimi 30 anni, la stazione meteorologica del centro storico ha registrato una temperatura minima di -4 °C [2]. L'estate è caratterizzata dal caldo torrido e da una drastica diminuzione delle precipitazioni, perlopiù relegate a brevi temporali pomeridiani. Temperature massime mediamente comprese tra 28 e 30 °C, minime tra 17 e 19 °C. In presenza dell'anticiclone subtropicale africano possono registrarsi picchi termici prossimi ai 35 °C, associati a tassi di umidità relativa anche inferiori al 20%. Una temperatura massima di 39.6 °C è stata registrata il 24 luglio 2009.[6] StoriaDurante il Medioevo sul territorio dell'odierno comune si trovavano ventiquattro piccoli agglomerati appartenenti al monastero di Maniace in Sicilia. A partire dal 1468 al 1491 un nutrito numero di cittadini albanesi esuli dall'Albania si insediò a Bronte[7], in fuga dalle guerre e persecuzioni delle armate turco-musulmane. La fondazione vera e propria del centro urbano di Bronte può essere di poco successiva o dello stesso periodo di Biancavilla, anch'essa opera di albanesi, in quanto smarriti i "Capitoli di Fondazione" non ne conosciamo l'esatta data. In questi "Capitoli" o leggi da osservare si riscontra una certa benevolenza, da parte dei feudatari e/o ecclesiastici. Gli albanesi, infatti, godevano di una certa libertà: potevano spostarsi da un sito all'altro, vendere i propri averi, avere propri ufficiali e sacerdoti di diverso rito, mantenere la propria religione, costumi e lingua, non essere oggetto di angherie. Degli usi e costumi o della religione albanese ben poco è rimasto; solo qualche cognome è indicativo della provenienza albanese (Scafiti, Schiros, Schilirò, Triscali, Zappia ad esempio)[8] e molte tipiche parole di sicura origine albanese.[9][10] Per decreto dell'imperatore Carlo V d'Asburgo fu creata l'universitas di Bronte nel 1520. Bronte fu parzialmente danneggiata dall'eruzione dell'Etna del 1651, mentre le colate laviche delle eruzioni del 1832 e 1843 si avvicinarono ai territori di Bronte senza però raggiungere l'abitato. L'eruzione del 1843 è conosciuta soprattutto per l'esplosione della colata di lava che avvenne in seguito alla copertura di una falda d'acqua colpendo una settantina di persone delle quali diverse decine morirono orribilmente dilaniate dal fuoco. Si trattò dell'incidente più grave conosciuto nella storia delle eruzioni dell'Etna direttamente associabile con l'attività del vulcano.[11] L'ammiraglio britannico Horatio Nelson fu insignito del titolo di duca di Bronte nel 1799 da Ferdinando I delle Due Sicilie con una donazione significativa di terreni, fra cui il Castello e la chiesa di Santa Maria nei pressi di Maniace. Il cognome delle sorelle Brontë sembra provenire dal nome del comune siciliano. Il padre infatti, Patrick Prunty, avrebbe deciso di cambiare, a un certo punto della sua vita, il proprio cognome in Brontë, in onore di Horatio Nelson di cui ebbe grande ammirazione e che appunto venne insignito del titolo di duca di Bronte. Si noti che le dieresi sulla e hanno come unico scopo quello di non anglicizzare la pronuncia in Bronti.[senza fonte] William Sharp, scrittore e poeta scozzese, venne sepolto nel cimitero privato del Castello di Nelson dove il poeta soggiornò negli ultimi anni di vita data la profonda amicizia con il V duca. Durante il Risorgimento, il comune fu teatro di un episodio controverso, noto come i fatti di Bronte. L'8 agosto del 1860, parecchi contadini brontesi durante una rivolta uccisero sedici "cappelli". Per "cappelli" (in siciliano cappeddi o cappieddi) si intendevano i signori (latifondisti perlopiù), cui quel copricapo era riservato, mentre ai contadini competeva la coppula o birritta, in italiano coppola o berretto. La rivolta fu soffocata da Nino Bixio; dopo un successivo sommario processo furono fucilati cinque presunti colpevoli. I fatti di Bronte sono ricordati nella novella Libertà di Giovanni Verga (in Novelle rusticane, 1883); sono altresì riportati da Carlo Levi che, nel libro Le parole sono pietre, descrive la città di Bronte nel dopoguerra e lo stato dei suoi abitanti più poveri. Ai fatti di Bronte è anche dedicato il film di Florestano Vancini Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato. Un episodio analogo accadde ad Alcara Li Fusi. Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture civili
Architetture religiose
Siti archeologiciLuoghi naturalistici
Museo ferroviarioSpazio Espositivo Rotabili Storici, ex deposito locomotive di Bronte, il quale, dal 2016 è stato convertito in piccolo museo ferroviario, dentro il quale sono esposti alcuni rotabili storici[15][16][17][18]. SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[19] Infrastrutture e trasportiFerrovieIl territorio comunale è attraversato dalla Ferrovia Circumetnea, ed è servito dalla stazione di Bronte, posta sul versante orientale rispetto all'abitato, nonché in Piazza Stazione; e da una fermata supplementare, chiamata Fermata Casello 54, posta a sud del Paese, nonché nei pressi di Viale Sardegna, la quale serve i quartieri meridionali. Oltre alla ferrovia, il Paese di Bronte è servito anche dai bus, sempre della Ferrovia Circumetnea. EconomiaGli abitanti di Bronte trovano occupazione prevalentemente nell'agricoltura, nelle aziende dolciarie di trasformazione di pistacchio e frutta secca e ormai marginalmente negli ultimi anni nell'industria tessile. Per i tipi territoriali naturali, ha una variegata produzione agricola. Ulivi, aranci, siepi di fichi d'India, mandorli, castagni, noccioli, viti, peri e pistacchi convivono su un suolo contraddistinto da terre vulcaniche e argillose, coltivate e tramandate da secoli da padre in figlio. A Bronte è legata la coltivazione e lavorazione di una varietà di pistacchio che ha ottenuto il marchio D.O.P. Con questi pistacchi si preparano numerosi piatti: il Pesto di pistacchi, la crema di pistacchi, le paste di pistacchio (variante delle paste di mandorla), i croccanti al pistacchio, il torrone al pistacchio, ma anche arancini, panettoni e colombe pasquali. AmministrazioneDi seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Feste e sagre
Note
Voci correlate
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