Alfredo Rapetti proviene da una famiglia di noti parolieri nell'ambito della musica leggera italiana. Il padre è Mogol, pseudonimo di Giulio Rapetti, noto, tra l'altro, per il lungo e fortunato sodalizio artistico con Lucio Battisti. Il nonno era Mariano, in arte Calibi, che scrisse i testi di alcune note canzoni italiane tra le quali Vecchio scarpone e Le colline sono in fiore. La madre Serenella De Pedrini è una disegnatrice di moda.
Rapetti scelse lo pseudonimo Cheope, derivato dal nome del sovrano egizio a cui è dedicata la nota piramide a Giza, per non essere associato al padre Mogol, che a sua volta aveva scelto il suo per non essere associato al padre Mariano.[1]
Nel 1983 esordì come paroliere scrivendo i testi di alcune canzoni dell'album eponimo di Ivan Graziani. In seguito ha lavorato con i fratelli Gianni e Marcella Bella e ha firmato numerose canzoni di Raf tra cui Il battito animale e Due.
Dal 1991 si è dedicato anche alla musica per l'infanzia, scrivendo il testo di alcune canzoni partecipanti allo Zecchino d'Oro (Il più grande motore, 1991; La cicala, 1992; Mami papi, 1993; Bianco con il giallo, Giochiamo alle cose, 1994; All'arrembaggio del formaggio 1995; Su e giù, 2000; Se ci credi anche tu, 2002; In bici in città, 2005). È autore anche, insieme a Claudio Guidetti, della sigla del programma televisivo Solletico, andato in onda su Rai 1 dal 1994 al 2000.
Rapetti ha avviato anche una attività di insegnamento come docente alla Fondazione Industria Milano-New York e al Centro Europeo di Toscolano (CET) oltre che al master in Music business presso l'Università LUISS di Roma.[2]
Oltre che autore di testi musicali, Rapetti svolge una proficua attività come pittore avendo all'attivo numerose mostre personali e collettive; alcune sue opere sono state esposte alla Biennale di Venezia.
Insieme a Giuseppe Anastasi ha pubblicato il volume Scrivere una canzone per Zanichelli nell'ottobre del 2012.
Premi
1999 e 2003: premio ASCAP per le canzoni più suonate in America