Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi
La chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi è una chiesa di Palermo, costruita in stile manierista e barocco; altrimenti nota come "chiesa rettoria di Santa Ninfa ai Crociferi" dei religiosi camilliani, è sita nella centrale Via Maqueda, in pieno centro storico nel mandamento di Monte di Pietà - Seracaldio - Capo. Appartiene all'arcidiocesi di Palermo, vicariato di Palermo sotto il patrocinio di Santa Rosalia, arcipretura di Palermo.[1][2][3] StoriaEpoca spagnolaLa chiesa di Santa Ninfa dei chierici regolari Ministri degli Infermi (più noti come "Crociferi") fu una delle prime architetture religiose costruite dopo l'apertura di Via Maqueda. La costruzione fu avviata il 10 agosto 1601[3][4] con la cerimonia di posa della prima pietra, alla quale partecipò anche il fondatore dell'ordine religioso, Camillo de Lellis.[4] La realizzazione dell'opera fu incentivata dal Senato palermitano e sovvenzionata con donazioni di nobili famiglie palermitane spinte dalla stima nei confronti del servizio offerto dai crociferi ai sofferenti ed ai moribondi.[5] Nella stessa area destinata alla costruzione della chiesa, sul margine del mandamento dedicato alla stessa santa, venne costruita la casa dei padri crociferi. Il progetto originario, molto probabilmente fu ideato a Roma, ma a Palermo vi furono impegnati Giovanni Macolino, Giacomo Amato, G. Clemente Mariani, Ferdinando Lombardo e Giuseppe Venanzio Marvuglia.[6] La chiesa fu aperta al culto nel 1660,[3][7] ma difficoltà finanziarie ne rallentarono il completamento. La facciata, ideata da Ferdinando Lombardo e concepita secondo gusti rinascimentali, fu iniziata nel 1687 e venne ultimata solo attorno al 1750. Epoca contemporaneaUna dépendance dei Padri Crociferi era esterna all'area urbana ed era costituita dal Baglio dei Crociferi che sorge presso il quartiere Noce. Al tempo della sua edificazione era un complesso agricolo residenziale nella periferia estrema della città, costituito da un corpo centrale con magazzini e da una grande cappella sul lato destro del prospetto che si affacciava sul cortile del baglio al cui centro sorgeva un fontanile. Il baglio era chiuso da alte mura e vi si entrava attraverso un alto portale, tuttora esistente, decorato con grosse bugne rilevate. Negli anni '60 del novecento il cortile fu aperto sul lato nord, ed attualmente è attraversato dalla via Tommaso Aversa.[8] Architettura e arteL'accesso alla chiesa è garantito da tre portali[7] sormontati da rilievi in stucco: i due riquadri laterali, opera di Vittorio Perez, raffigurano Camillo de Lellis che cura i malati e La posa della prima pietra dell'edificio; quello posto sopra il portale centrale raffigura il Martirio di Santa Ninfa realizzato da Gaspare Firriolo. Nella parte destra della facciata è presente una cappella in cui dal 1722 è custodita una scultura in mistura raffigurante l'Ecce Homo. L'assetto interno è simile a quello di tanti altri edifici religiosi del periodo della Controriforma, derivato principalmente dalla chiesa del Gesù e dallo stile del Vignola, con lo schema a croce, composto da un vasto presbiterio quadrato al termine di un'unica navata sormontata da una volta a botte, affiancata da sei (tre per lato) cappelle comunicanti.[3][9] InternoNavata destra lato nordSulla navata sinistra si aprono le seguenti cappelle tra loro intercomunicanti, nell'ordine:
Navata sinistra lato sudSulla navata sinistra si aprono le seguenti cappelle tra loro intercomunicanti, nell'ordine:
TransettoIl transetto è caratterizzato dalla presenza di due cappelloni:
Presbiterio - altare maggioreIl presbiterio, costruito tra il 1624 ed il 1649, è caratterizzato dalla presenza del grande dipinto, opera di Gioacchino Martorana, raffigurante Santa Ninfa attorniata dalle altre sante patrone palermitane Rosalia, Agata ed Oliva al cospetto della Trinità, della Vergine Maria e di san Giuseppe.[3] Il dipinto ad olio, fra i più estesi esistenti, è commissionato, patrocinato e donato dalla nobildonna Francesca Perollo, marchesa di Lucca Sicula[12]. Dietro l'altare è posizionato il sarcofago in diaspro nero del coniuge della benefattrice, Francesco Lucchesi Palli. Inoltre lo stesso Martorana è l'autore sia dei quadroni a fresco siti sulle pareti del coro e raffiguranti i Dottori della Chiesa, a destra San Girolamo e San Gregorio Magno, a sinistra Sant'Agostino e Sant'Ambrogio,[3] che dell'affresco della volta, raffigurante il Trionfo della Croce tra gli Apostoli, due medaglioni raffiguranti San Pietro e Sant'Andrea. Sotto l'affresco è presente un rilievo in stucco dorato, attribuito a Vittorio Perez, che rappresenta la Traslazione delle reliquie di Santa Ninfa nella Cattedrale di Palermo avvenuta nel 1593. L'altare in marmo è realizzato da Giuseppe Venanzio Marvuglia. Nel XIX secolo è stata dipinta a trompe l'oeil all'incrocio del transetto una falsa cupola opera di Gaetano Riolo. Con la stessa tecnica raffigurante delle tende scostate, due balconcini dorati retti da putti attribuibili allo stesso Riolo. Tra gli altri artisti impegnati nell'arricchimento artistico della chiesa vi furono anche lo scultore Giacomo Serpotta ed il pittore fiammingo Guglielmo Borremans. Nella chiesa sono presenti anche alcune reliquie di San Camillo de Lellis e numerose sepolture.[5] SacrestiaNei locali sono documentate le seguenti opere:
Casa di Santa Ninfa{Sezione in aggiornamento} Casa Professa dei Crociferi.[13] Grandioso edificio con magnifica facciata sulla Strada Nuova.[13]
Dopo l'emanazione delle leggi eversive il patrimonio librario confluì parzialmente nelle strutture della Biblioteca comunale di Casa Professa. Oratorio della Carità di San PietroOratorio della Carità di San Pietro presso Casa Professa dei Crociferi. Ambiente risalente al 1608, presenta gli interni interamente affrescati dal fiammingo Guglielmo Borremans e dalla sua bottega nel 1738. Le decorazioni riportano delle finte architetture sulle pareti, culminano nell'affresco della volta raffigurante la Liberazione di San Pietro dal carcere e quello centrale dell'aula con la Gloria di San Pietro. L'oratorio mutò fortemente il suo assetto alla fine del XIX secolo, a causa di rimaneggiamenti finalizzati alla creazione di vani al pian terreno destinati ad uso bottega. Personaggi sepolti
Galleria d'immaginiNote
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterniApprofondimento dedicato al profilo architettonico e artistico della chiesa di Santa Ninfa
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