L'accordo e la convenzione di Schengen, insieme a tutte le regole adottate sulla base dei due testi uniti agli accordi connessi formano l'acquis di Schengen, che dal 1999 è integrato nel quadro istituzionale e giuridico dell'Unione europea in virtù di un protocollo allegato al trattato di Amsterdam.[1]
Storia
Si può definire la convenzione di Schengen come una cooperazione rafforzata all'interno dell'Unione europea.
La convenzione di Schengen completa l'accordo di Schengen e definisce le condizioni di applicazione e le garanzie inerenti all'attuazione della libera circolazione, firmata il 19 giugno 1990 dagli stessi cinque Stati membri ed entrata in vigore nel 1995.
Entrata in vigore
L'entrata in vigore di questi accordi è stata graduale, in quanto dovevano essere rispettati da parte degli Stati aderenti precisi requisiti sia normativi che tecnici.
1º gennaio 2023[12] (confini terrestri e marittimi) 26 marzo 2023[13] (aeroporti)
Il 21 dicembre 2007 sono entrati nello spazio Schengen nove dei dieci paesi entrati nella UE nel 2004 (resta fuori Cipro). A partire da tale data sono stati quindi rimossi i controlli di frontiera terrestri e marittimi mentre quelli negli aeroporti sono stati mantenuti fino al 30 marzo 2008. Tale proroga è stata concessa per dar modo di riorganizzare gli scali aerei.
L'eliminazione di ogni controllo delle persone sarà oggetto di ulteriori determinazioni dei ministri degli interni dei paesi UE. Mancano all'appello anche Romania e Bulgaria[6][7][8][9] entrati nell'Unione europea nel 2007.
La Svizzera, che non fa parte dell'Unione Europea, ha aderito al trattato nel 2004 e, dopo ripetuti rinvii, è entrato in vigore il 12 dicembre 2008 per i confini terrestri e il 29 marzo 2009 per gli aeroporti.[3]
Il Liechtenstein, che aveva il confine con la Svizzera aperto, ha firmato gli accordi per poter mantenere tale situazione.[4] Il 28 febbraio 2008 ha firmato un accordo per la sua integrazione formale nello spazio Schengen, ratificato nel marzo 2011. Dopo un processo di valutazione, la sua adesione è avvenuta il 19 dicembre 2011.
Islanda e Norvegia non fanno parte dell'Unione Europea, ma insieme a Danimarca, Finlandia e Svezia fanno parte dell'Unione nordica dei passaporti che aderisce allo spazio Schengen.
Sospensione della convenzione
Ogni Stato sottoscrittore dell'accordo, e persino la stessa Unione Europea, può sospendere l'uso del trattato per un limitato periodo e per specifici motivi, previa notifica alla Commissione europea.
Solitamente si ricorre quando uno Stato vuole rafforzare le misure di sicurezza nel caso esso ospiti importanti eventi o in caso di particolari crisi.
dal 16 novembre 2015[16] decide di reintrodurre i controlli alle frontiere, a causa dei problemi legati all'immigrazione e al terrorismo
dal 17 al 21 settembre 2018 in occasione dell'incontro tra capi di Stato e di governo della UE a Salisburgo[17].
Danimarca
Da maggio al 31 dicembre 2011 la Danimarca ha deciso di reintrodurre il controllo alle proprie frontiere terrestri e marittime, al fine di far diminuire il crimine transfrontaliero.[18][19]
dal 4 gennaio al 23 febbraio 2016[16] per limitare l'immigrazione internazionale
dall'8 al 23 novembre 2013, in occasione della conferenza sul cambiamento del clima che si è tenuta a Varsavia.[41]
Svezia
La Svezia ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere
dal 12 novembre 2015 al 9 marzo 2016.[16] per limitare l'immigrazione internazionale
Ungheria
dal 17 al 26 ottobre 2015 l’Ungheria ha sospeso il trattato di Schengen per il grande afflusso di migranti.[16]
Organismi
La cooperazione intergovernativa era gestita da un Comitato Esecutivo, dotato di Segretariato. La firma del trattato di Amsterdam nel 1997 ha portato all'integrazione degli accordi di Schengen nell'acquis comunitario, attraverso un protocollo addizionale (protocollo n. 19). Dal 1º maggio 1999 quindi il Consiglio dell'Unione europea è subentrato al comitato esecutivo istituito dagli accordi di Schengen, e gli Stati che divengono membri dell'Unione europea sono vincolati a recepire nella totalità l'acquis di Schengen, sebbene le sue disposizioni vengano applicate gradatamente.
In Italia l'organo preposto al controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen è il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.