Il territorio si estende su 8.774 km² ed è suddiviso in 216 parrocchie.
Storia
In epoca antica il territorio dell'attuale diocesi di Almería era soggetto alla diocesi di Urci, che fu probabilmente eretta in epoca romana. La tradizione riferisce che evangelizzatore della regione, fondatore della diocesi e primo vescovo sarebbe sant'Indalizio, uno dei sette missionari (viri apostolici) inviati da san Pietro ad annunciare la fede cristiana nell'Hispania romana.
Si tramandano i nomi di alcuni vescovi del VI e VII secolo durante l'epoca visigotica. Il primo documentato storicamente è Cantonio, che prese parte al concilio di Elvira tra III e IV secolo; gli altri vescovi di questo periodo presero parte ai concili nazionali visigoti di Toledo. In seguito, dopo la conquista araba della penisola, si conosce il vescovo Genesio (862 e Ya'qub bin Mahran (941).
Urci, che nel frattempo aveva preso il nome di Almería, fu riconquistata provvisoriamente dagli spagnoli nel 1147; la popolazione della città e delle campagne circostanti tuttavia rimase fondamentalmente di religione musulmana; tra questa operò il vescovo missionario Domingo, noto nel 1147 e nel 1157. Forse già dal XIII secolo e per tutto il XV secolo il titolo episcopale di Almería fu concesso ad alcuni vescovi, ma senza riuscire a ristabilire la diocesi.
All'inizio del XVI secolo la diocesi era ancora popolata da musulmani, specialmente nelle campagne. Nel 1500, dopo una rivolta, molti preferirono il battesimo all'esilio e divennero cristianos nuevos. Nel 1568 vi fu una nuova rivolta, al termine della quale i cristianos nuevos furono espulsi e i loro beni confiscati. La diocesi fu in seguito ripopolata con cristianos viejos.
Il 16 giugno 1610 fu istituito il seminario diocesano, originariamente dedicato a sant'Indalizio, protovescovo di Urci. Nel 1635 il vescovo Antonio González Acevedo celebrò un sinodo per l'applicazione dei decreti del concilio di Trento; fu l'ultimo sinodo diocesano prima del 1929.
Il XIX secolo fu travagliato dal passaggio storico dalla monarchia assoluta allo stato liberale, che fu fonte di nuove preoccupazioni per i vescovi di Almería. Nella prima metà del secolo vi fu una lunga sede vacante e la diocesi fu colpita dalle politiche di desamortización che consistevano nell'incameramento dei beni degli ordini religiosi. Nella seconda metà del secolo la diocesi reagì espandendo gli istituti di istruzione, ampliando il seminario, diffondendo la stampa cattolica e propagandando il catechismo. Verso la fine del secolo sorgono anche un circolo operaio e un seminario popolare. Memorabile fu la partecipazione di Almería al pellegrinaggio operaio a Roma nel 1894.
Durante la guerra civile spagnola, molti preti, religiosi e laici furono uccisi per mano dei repubblicani, tra cui anche il vescovo Diego Ventaja Milán, beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1993. Per José María Álvarez Benavides de La Torre, decano del capitolo della cattedrale di Almería, e i suoi 116 compagni è in corso la causa di beatificazione.
Nel 1953 fu inaugurato il nuovo edificio del seminario diocesano.