Duomo di Enna
Il duomo di Enna, dedicato a Maria Santissima della Visitazione, è la chiesa madre della città, nonché monumento nazionale[1][2] e luogo di pace dell'UNESCO dal 2008.[3] Il duomo sorge nel centro storico della città, salendo la storica via Roma e si trova a circa 500 metri dal castello di Lombardia.[4] Esso si getta, con la sua maestosa facciata campanaria su una piccola piazza, definita Piazza Duomo, circondata dalla canonica e da altre architetture settecentesche e si affaccia su piazza Mazzini, della quale occupa interamente il lato nord. È annoverata tra le maggiori espressioni artistiche della provincia, grazie alla grandezza, alla vastità e alla pregevolezza delle opere custodite, tra cui le pale d'altare del Borremans, di Filippo Paladini e di Vincenzo Roggeri, oltre che all'affascinante fondersi di stili diversi, come il portale laterale barocco. Il duomo è, infine, il culmine delle celebrazioni della suggestiva Settimana Santa di Enna e delle celebrazioni patronali della Madonna della Visitazione. StoriaIl duomo di Enna è uno dei maggiori esempi di architettura ecclesiastica medievale presenti in Sicilia: costruito nel Trecento e profondamente rinnovato circa due secoli dopo, presenta imponenti colonnati corinzi, tre navate e tre absidi, pregiate tele e lampadari, e una maestosa facciata con torre campanaria, che svetta su tutta la città, la cui campana è di mole impressionante in proporzione alla grandezza della città. Epoca romano - bizantinaIntorno al V secolo sui resti del tempio pagano dedicato a Proserpina è edificata la chiesa di Santa Maria Maiuri. Il culto della dea delle messi Cerere, di cui Proserpina è figlia, fu accantonato dall'opera evangelizzatrice di San Pancrazio sostituendolo con la venerazione della Vergine Maria. Epoca arabaIl luogo di culto cattolico diede agli invasori musulmani, che avevano occupato Castrogiovanni nel contesto della dominazione araba, il pretesto per edificare la loro moschea "... di frunti at la prima chiesa di li cristiani, chiamata di Santa Maria Maiuri ...". L'area corrisponde al luogo ove oggi sorge la chiesa di San Michele Arcangelo. Epoca aragoneseL'edificazione ha avvio nel 1307, per volere di Eleonora d'Angiò, moglie di Federico III d'Aragona e fervente devota della Madonna, per celebrare la nascita di Pietro, loro figlio. Il luogo scelto per la costruzione fu un piano appena fuori le mura del castello di Lombardia che di lì a poco verrà anch'esso restaurato, stessa area dove, secondo un'antica tradizione ennese, preesisteva un'antica chiesa della città chiamata Santa Maria Maiuri, in avanzato stato di degrado. Con questo pretesto si volle costruire un edificio con un'alta torre campanaria. La chiesa, intitolata alla Celeste Patrona della città, ingloba le rovine del Tempio di Proserpina, l'arcata centrale del tempio è inserita nella parte absidale esterna. Originariamente dedicata alla Vergine Assunta, dal 1412 fu votata al titolo della Visitazione di Maria. Costruita in pure forme gotiche, nel 1446 un grave incendio la distrusse tranne un'abside e una parte del fianco destro. Papa Eugenio IV indisse un giubileo straordinario della durata di 7 anni per raccogliere i fondi necessari alla ricostruzione dell'importante edificio di culto. A causa dell'insufficienza di denaro raccolto, re Alfonso V d'Aragona vendette varie terre e con il ricavato riuscì a portare a compimento l'opera. Al 1447 risale l'apertura esterna al braccio del transetto meridionale denominata Porta Santa. Epoca spagnolaNegli anni successivi subì il crollo del colonnato della navata centrale, altra occasione questa per rinnovare stilisticamente l'edificio, con l'intervento di Giandomenico Gagini, famoso maestro rinascimentale. Le due colonne ricostruite presentano la decorazione ricca di foglie d'acanto, maschere geminate, figure bicipite, grottesche, uccelli, animali fantastici e ancora putti, grifi, teste d'angelo, evangelisti, profeti e santi, simboli del Vangelo. In una nicchia ricavata lungo il corpo di una colonna è scolpito il Battesimo di Gesù sotto la protezione del Padre Eterno e dello Spirito Santo fra le insegne di Papa Pio IV, quelle della casa reale di Spagna nella figura di Filippo II di Spagna e della città di Castrogiovanni.[5] Ulteriori interventi interessarono le restanti colonne per opera di Jacopo Salemi, nel 1570 i lavori culminarono col completamento di Porta Sottana arricchita col bassorilievo raffigurante San Martino a decoro del timpano. La torre campanaria, inizialmente di faraoniche dimensioni, cedette nel 1619 e fu così di nuovo innalzata, slanciata e maestosa. Un secondo crollo si verificò nel 1676 causato dall'eccessivo appesantimento della struttura. Nel 1700 è rivestita la Cappella dei Marmi, nel 1781 è conclusa la pavimentazione delle navate e la ristrutturazione della sacrestia. Epoca contemporanea
DescrizioneEsternoIl duomo di Enna appare dall'esterno come una grande chiesa a pianta di croce latina, con una facciata principale cui si accede da un'ampia gradinata, sormontata dall'imperiosa torre campanaria, quest'ultima su due alti livelli di forma quadrangolare, risalenti a fine Seicento, impreziositi da cornicioni e rilievi, con una enorme campana, detta "dei 101 quintali", grande come quella del duomo di Catania. La facciata del duomo è stata realizzata seguendo canoni di dimensioni anomali rispetto alle tendenze dell'epoca: da una lunga scalinata si raggiunge un portico a tre portali, cinti da 6 colonne, mentre sopra la base si sviluppano altri due livelli della torre campanaria, con due finestre a tutto sesto ricche di fregi, decorazioni, volti umani, lesene e colonne in ordine dorico e corinzio. Oltre al portico, della facciata centrale notevole è la Porta del Giubileo, oggi murata, sul fianco destro, che rappresenta un ottimo esemplare di gotico siciliano, con 6 colonne a capitelli decorati e un arco sovrastato dalla statua della Madonna con Gesù Bambino corniciata da un arco a tutto sesto e fregi a zig-zag che si alternano a motivi di foglie. Altra porta laterale è la "Porta Sottana", che data 1447, recante due coppie di colonne corinzie sormontate da un timpano di coronamento e un bassorilievo marmoreo tardo-rinascimentale raffigurante San Martino che divide il suo mantello coi poveri.
InternoNavata destra
Navata sinistra
Navata centraleL'interno del tempio a pianta basilicale, con tre navate, colonnati in basalto nero con basi e i capitelli scolpiti da Giandomenico Gagini[7] con figure mostruose, presenta un vasto soffitto ligneo a cassettoni, intagliato riccamente, sia nelle tre navate quanto nel transetto. L'ambiente presenta due grandi medaglioni di stucco in cui sono inserite due tele del pittore napoletano Giovanni Piccinelli.[6] La navata centrale custodisce:
Sul cornicione la teoria di 12 quadri raffiguranti santi dell'Ordine basiliano ennese, opera di Vincenzo Roggeri: Martirio di Santa Barbara; Martirio di Sant'Elia; Martirio di Sant'Orsola; San Nicola di Bari, primitivo patrono di Enna; Sant'Elia il vecchio, basiliano ennese; San Daniele, basiliano ennese, discepolo del precedente; Sant'Elia il giovane, basiliano ennese; San Vitale abate, basiliano ennese; San Luca abate, basiliano ennese; Santa Caterina, suora basiliana, sorella di San Luca; Sant'Angelo, basiliano ennese, figlio di Santa Caterina; San Teodoro, basiliano ennese, figlio di Santa Caterina. Opere commissionate nel 1668, consegnate nel 1672 e inserite in monumentali cornici in stucco. Degne di nota le prime due colonne della navata con basi e capitelli decorati da Giandomenico Gagini. Transetto
Abside
Sacrestia
Tesoro del duomoTesoro custodito nel museo Alessi,[6] fra gioielli oggetto di donazioni, arredi e argenterie liturgici esso comprende:
Sono custodite altresì collezioni di monete e di arte medievale.
Confraternita Maria Santissima della VisitazioneFeste religiose
Note
Bibliografia
Altri progetti
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