Gaspare Antonio Baroni CavalcabòGaspare Antonio Baroni Cavalcabò (Borgo Sacco, 8 gennaio 1682 – Villa Lagarina, 12 ottobre 1759) è stato un pittore trentino. Nonostante un livello qualitativo considerato incostante[1] ed alcuni limiti realizzò moltissime opere ed fu uno dei principali artisti del Trentino meridionale della sua epoca, soprattutto dopo che Antonio Gresta si recò in Germania nel 1726.[2] Di lui rimangono quasi esclusivamente opere a tema religioso. BiografiaSu consiglio d'un cugino pittore Giovanni Baroni, diventò allievo a Venezia di Antonio Balestra dal 1703 al 1705. Nel 1707 andò a Roma per studiare con Carlo Maratta, ma dovette tornare a Sacco nel 1708 a causa della morte del padre per occuparsi della sua attività commerciale. Quando il fratello minore divenne maggiorenne e si face carico di questa responsabilità, Gasparantonio tornò a occuparsi di pittura. Dal 1716 al 1718 lavora alla Chiesa di Santa Maria del Carmine di Rovereto, guadagnando un certo prestigio.[3] Nel 1727 realizza la pala della chiesa di San Carlo Borromeo a Riccomassimo. A Rovereto nel 1739 e 1741 realizza dei dipinti alla Chiesa arcipretale di San Marco, nel 1747 circa alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio e dopo il 1754 nella Chiesa di Santa Croce (oggi presso Palazzo Fedrigotti). Tre sue tele sono anche nella chiesa parrocchiale di Gazoldo degli Ippoliti, in provincia di Mantova,[4] ed altre due, di grandi dimensioni, sono nel Palazzo Betta Grillo, a Rovereto. Muore a Villa Lagarina nel 1759, mentre stava lavorando ad un affresco sull'episodio di Giacobbe che sogna la scala del cielo sulla volta nel presbiterio della Chiesa di Santa Maria Assunta.[5] Fa parte della stessa famiglia il letterato Clemente Baroni Cavalcabò (1726 - 1796), che fornirà diverse informazioni su Gaspare Antonio a Clementino Vannetti per una biografia che sarà pubblicata la prima volta nel 1781. Era lontano cugino di Giorgio Baroni Cavalcabò (Sacco, 1717 - Parigi, 1799), uno dei grandi avventurieri del secolo XVIII, educatore, collezionista d'arte, incaricato d'affari dell'imperatrice Caterina II di Russia presso l'Ordine di Malta,[6] e del fratello di questi, Melchiorre (Sacco, 1712 - Altona?, 1762?), generale maggiore dell’esercito austriaco.[7] Note
Bibliografia
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