Giochi della XVIII Olimpiade
I Giochi della XVIII Olimpiade (in giapponese: 第18回オリンピック競技大会?, Dai jūhachi-kai orinpiādo kyōgi taikai), noti anche come Tokyo 1964, si sono svolti a Tokyo, in Giappone, dal 10 al 24 ottobre 1964. AssegnazioneTokyo fu scelta il 26 maggio del 1959,[1] durante il 55º Congresso del CIO tenutosi a Monaco di Baviera, in Germania Ovest, superando le città di Detroit, Bruxelles e Vienna.[2]
Sviluppo e preparazionePer la prima volta nella storia l'Olimpiade si svolse in Asia: i Giochi del 1940, inizialmente previsti nella capitale giapponese, erano stati riassegnati a Helsinki a causa della seconda guerra sino-giapponese. Il Giappone spese una cifra pari a 620 milioni di euro[La fonte è del 1972: come si può parlare di euro?] per allestire impianti, strutture e infrastrutture che parvero tutte all'altezza della situazione.[4] Sedi di gara
DiffusionePer la prima volta, in tutto l'emisfero settentrionale le immagini delle gare vennero diffuse grazie al satellite statunitense Syncom III. Durante i giochi furono presenti 1200 giornalisti 1200, oltre 600 fotografi e circa 500 cineradioperatori. I GiochiPaesi partecipantiGli atleti presenti a Tokyo furono 5 210 (di cui 678 donne), circa 150 meno che a Roma. Il numero dei paesi partecipanti salì tuttavia a 93, soprattutto a causa della decolonizzazione in Africa (debuttarono Algeria, Camerun, Madagascar, Niger e Tanzania). Vennero escluse l'Indonesia e il Sudafrica, quest'ultimo a causa della dura politica di discriminazione verso i neri. Non parteciparono inoltre per protesta la Corea del Nord (per questioni legate alla squalifica di alcuni suoi atleti) e la Cina (a causa del riconoscimento di Taiwan). DisciplineA Tokyo comparvero per la prima volta il judo e la pallavolo femminile, sport popolari in Giappone. Il pentathlon femminile fu introdotto agli eventi di atletica. Le gare di atletica furono disputate per la prima volta su una pista a otto corsie e venne adottato ufficialmente il cronometraggio elettrico, anche se si continuò ad approssimare in ogni caso i tempi al decimo di secondo. Calendario degli eventi
Cerimonia di aperturaLa cerimonia d'apertura della XVIII Olimpiade dell'Era moderna si tenne sabato 10 ottobre 1964. La cerimonia, trasmessa in mondovisione, fu a tratti spettacolare. Quando fu acceso il braciere olimpico diecimila tamburi iniziarono a rullare, più di diecimila palloncini vennero liberati nell'aria e cinque jet con le loro scie di fumo disegnarono nel cielo gli anelli olimpici, mentre in tutto lo stadio si diffuse un intenso odore di crisantemo, il fiore nazionale del Giappone. L'ultimo tedoforo, quello che accese il braciere olimpico, fu Yoshinori Sakai, nato a Hiroshima il 6 agosto 1945 qualche ora dopo il lancio della bomba atomica.[5] L'asta su cui venne issata la bandiera con i cinque cerchi misurava 15 metri e 21 centimetri d'altezza, la stessa misura con cui, all'Olimpiade di Amsterdam nel 1928, Mikio Oda aveva vinto nel salto triplo la prima medaglia d'oro olimpica giapponese. Avvenimenti principaliI contenuti tecnici furono elevatissimi, basti prendere come esempio l'atletica leggera femminile, nella quale in nove gare su dieci vennero migliorati i primati olimpici. Risultati analoghi furono raggiunti anche in altre discipline, al punto da indurre persino qualche sospetto e difatti dopo le Olimpiadi venne stabilito di effettuare prima delle gare controlli medici più rigorosi.[4] Il nuoto fu coinvolto dalla svolta statunitense nelle tecniche di allenamento, grazie alle quali fu abbattuto il muro del minuto di gara nei 100 metri stile libero; a raggiungere la celebrità fu lo statunitense Don Schollander, trionfatore in quattro gare, al pari del suo predecessore Johnny Weissmuller. Nell'atletica leggera maschile gli Stati Uniti si confermarono la nazione meglio preparata; Al Oerter (Stati Uniti) oro nel lancio del disco per la terza olimpiade di seguito, l'etiope Abebe Bikila riconfermatosi vincitore della maratona e promosso al grado di tenente dell'esercito del Negus e il polacco Schmidt, confermatosi nel salto triplo, furono alcuni tra gli atleti più meritevoli di una citazione.[4] Lo stesso traguardo importante della vittoria in tre edizioni diverse fu raggiunto dal canottiere sovietico Vjačeslav Ivanov e dal tedesco Hans Winkler nell'equitazione. Nella lotta, oltre alle tradizionali nazioni protagoniste dell'Europa orientale e del Medio Oriente, il Giappone si aggiunse prepotentemente nel medagliere con ben cinque ori, e soprattutto la fece da padrone nello judo, disciplina introdotta per la prima volta, vincendo in tre categorie su quattro. Purtroppo per gli appassionati del Sol Levante, sfuggì ai loro atleti la medaglia nella gara più prestigiosa, la categoria "Open", che fu vinta dall'olandese Anton Geesink. Anche nel sollevamento pesi si ottennero risultati brillanti, con quattro primati mondiali e tre olimpici. Il pugilato offrì una delle pagine più significative, visto che la finale dei pesi massimi fu disputata e vinta dallo statunitense Joe Frazier nonostante avesse la mano sinistra fratturata. I giapponesi stravinsero nella pallavolo femminile, suscitando, però, qualche perplessità per il lungo ritiro al quale furono costrette le atlete "dilettanti".[4] RisultatiMedagliereGli Stati Uniti chiudono al primo posto con 36 ori davanti all'Unione Sovietica con 30, sebbene quest'ultima abbia conquistato un maggior numero di medaglie complessive. Terzo posto per i padroni di casa del Giappone, mentre al quarto posto troviamo la Squadra Unificata Tedesca, che per l'ultima volta riuniva atleti della Germania Ovest e della Germania Est. Al quinto posto l'Italia, che conferma l'elevata competitività mostrata a Roma 1960. Sesto posto per l'Ungheria, pur con lo stesso numero di medaglie d'oro (10) di Germania e Italia.
Protagonisti
Note
Bibliografia
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