Appartenente alla celebre famiglia Scarlatti,[2] si dedicò soprattutto alla produzione di Opera seria e Opera buffa. Poco si conosce della sua biografia e tutto quello che si sa è relativo ai suoi viaggi, che intraprese attraverso l'Italia e oltralpe, per presentare le proprie opere.[3]
Gli esordi a Roma
Formatosi a Napoli probabilmente sotto la guida di Leonardo Leo,[4] fu attivo a Roma dal 1739 al 1741 grazie all'interessamento del Cardinale Trojano Acquaviva d'Aragona.[5] Inizialmente si dedicò prevalentemente alla composizione di musica sacra e in questi anni compose l'oratorioLa Santissima Vergine annunziata, un Componimentoper musica per il compleanno della regina Maria Amalia Walpurga, un Laudate pueri e un Laetatus sum. Non si è certi se appartenga a questi anni anche la composizione di due Inni sacri: Jesu Corona Virginum e Jesu Redemptorium omnis. La composizione di questi ultimi potrebbe anche essere collocata durante il periodo veneziano, intorno al 1757, quando Scarlatti fu chiamato spesso a sostituire il maestro di coro dell'Ospedale della Pietà.[6]
Fu durante il soggiorno romano che iniziò a dedicarsi al teatro d'opera presentando la Merope[7] al Teatro Capranica il 23 gennaio1740[8] e il Dario l'anno seguente il 14 gennaio1741[9] al Teatro Argentina. Charles de Brosses, che assistì alla rappresentazione di Merope, fu impietoso nel giudizio della messa in scena: «violini ubriachi [...] una Merope abominevole e un Polifonte da bastonare»[10]. Sulla rappresentazione del Dario le notizie provengono, oltre che dal Diario Ordinario romano di Chracas, anche dal Diario di Valesio,[11] da cui si apprende che l'opera «non ha molto soddisfatto i spettatori».[12]
L'attività nel Granducato di Toscana
Dal 1741 al 1747 fu particolarmente attivo nei principali teatri di Firenze, Lucca e Pisa, facendo rappresentare Arminio in Germania, Siroe,[13]Pompeo in Armenia, Ezio, Olimpiade, Il giocatore e Artaserse. Fu un periodo di importante formazione per il compositore, che avviò collaborazioni con l'Accademia degli Immobili[14] e strinse legami con personalità del calibro di Gasparo Angiolini (che ritroverà a Vienna negli anni Sessanta). Nel 1747 Scarlatti avviò i primi contatti con l'ambiente veneziano in occasione della ripresa del Pompeo in Armenia al Teatro Sant'Angelo;[15] fu anche l'occasione per conoscere il soprano Barbara Stabili che divenne sua moglie nel 1749.[16] Prima di trasferirsi a Venezia, Scarlatti debuttò anche a Torino con la prima rappresentazione di Partenope e con una ripresa del Siroe. Lasciò definitivamente il Granducato nel 1751, non prima di aver presentato a Firenze la Semiramide riconosciuta.
Nell'autunno del 1756 si rappresentò al Teatro San Cassiano il dramma giocoso in tre atti La povertà superba, ovvero chi si contenta gode (libretto di Goldoni), caratterizzato dalla distribuzione anomala dei ruoli cantati (quattro baritoni e tre soprani), che non ebbe grande successo e finì presto nel dimenticatoio[21]. Nel 1757 andò in scena la prima rappresentazione de L'Isola disabitata (libretto di Goldoni), considerato uno dei suoi maggiori capolavori e una delle opere di Scarlatti che registrò il maggior numero di repliche.[17] Richiesta e allestita nei maggiori teatri d'Europa (Vienna, Dresda, Copenaghen, Bonn, Praga) L'isola disabitata può considerarsi il punto culminante della sua carriera.[22] Grazie al successo riscosso dalle sue opere buffe veneziane riuscirà ad inserirsi nei difficili ambienti culturali viennesi dominati, in quel periodo, da personalità come il conte Giacomo Durazzo, il letterato Ranieri de' Calzabigi e il compositore Christoph Willibald Gluck.[23]
Tra il 1757 e il 1759 non ci furono nuove produzioni scarlattiane a Venezia[24] a parte una controversa produzione de Il mercato di Malmantile. L'opera in questione ha sollevato molti dubbi a causa della presenza di correzioni del nome dell'autore su una placchetta della prima edizione del libretto.[25] Non è certo che quest'opera sia stata effettivamente composta da Scarlatti ed è molto probabile che l'opera sia stata composta, come ripiego, da Domenico Fischietti.[26] La mancanza di produzioni veneziane in questo biennio è attribuibile ad un allontanamento di Scarlatti da Venezia, impegnato nelle messe in scena de I portentosi effetti di madre natura (Monaco, Teatro di Corte, 1758), L'isola disabitata (Bonn, 1758) e De gustibus non est disputandum (Monaco, Teatro di Corte, 1759) portate in tournée dalla compagnia di Giuseppe Ferrini.[27] Sul finire del 1759 a Venezia andò in scena La serva scaltra ancora di Goldoni (Teatro Giustiniani di San Moisè, 8 ottobre 1759) e nell'autunno del 1760 Scarlatti si congedò definitivamente dalla Serenissima con la prima rappresentazione de La clemenza di Tito (Teatro San Benedetto, 1760).[28]
Vienna
Dal 1760 Scarlatti iniziò la sua esperienza di compositore a Vienna. La prima opera teatrale scritta per la corte asburgica fu Issipile, composta per la stagione autunnale del Nuovo Teatro Imperiale Privilegiato. Nulla si sa sull'esito di questa prima rappresentazione, ma certamente Scarlatti arrivò a Vienna in un periodo di grande fermento e di estrema competizione tra musicisti italiani come Baldassare Galuppi, Niccolò Jommelli e Johann Adolf Hasse (italiano di adozione) e musicisti di scuola locale come Christoph Willibald Gluck, Georg Christoph Wagenseil e Ignaz Holzbauer.[23] Dopo Issipile non si registrarono particolari impegni compositivi per Scarlatti a Vienna fino al 1762, anno in cui il compositore iniziò ad occuparsi dei balli per gli spettacoli di corte al Teatro Imperiale. Nel marzo del 1760 Scarlatti, in occasione dell'onomastico dell'Arciduca Giuseppe d'Austria, compose la cantata I lamenti d'Orfeo e per ritrovare il suo nome nei registri degli spettacoli bisognerà attendere il 1762, anno in cui musicò numerosi balli teatrali (Les aventures au Serail, Le Triomphe de l'Amour, La Maison des foux, Le Musicien de village, Antoine et Cléopâtre, La Ciaccone, Les Hespérides).[29] Scarlatti compose certamente Les aventure au Serail (di cui peraltro sopravvive la partitura) ma le Cronache di Gumpenhuber non riporta il nome del compositore degli altri balli; tuttavia è plausibile che siano stati musicati dallo stesso Scarlatti ingaggiato espressamente per quel ruolo.[30] All'attività marginale riservatogli in teatro, Scarlatti affiancò l'attività di insegnante di clavicembalo e canto al servizio della famiglia Schwarzenberg.[31] Non rinunciò neppure alla composizione di nuove opere, che però trovarono posto nei teatri fuori Vienna: Pelopida (Torino, 1763) e Bajazet (Verona, Teatro Filarmonico, 1765).[32] Dopo Issipile l'unica opera che Scarlatti compose per Vienna fu Gli stravaganti nel 1765 e riproposta tre anni dopo con il titolo La moglie padrona.
Nel 1767 sposò in seconde nozze Antonia Lefebvre, di cui nulla si conosce, ed ebbe un figlio.[33] Presso il conte Giuseppe I di Schwarzenberg Scarlatti trovò un ambiente cordiale e fiducioso;[31] una stima che indusse il principe a commissionargli una serenata per una festa privata. Da questa commissione e dalla collaborazione con il librettista Marco Coltellini nacque Armida (Vienna, casa Schwarzenberg, 4 aprile 1766)[34] testo che poi Coltellini modificò, ampliandolo, e affidandolo ad Antonio Salieri. L'Armida di Scarlatti piacque al principe Giuseppe I di Schwarzenberg che infatti si affidò alla stessa coppia Scarlatti/Coltellini per comporre un intermezzo in occasione delle nozze del figlio Giovanni I Nepomuceno di Schwarzenberg che si sarebbero tenute al Castello di Český Krumlov il 14 luglio 1768. L'intermezzo Dove è amore è gelosia fu rappresentato il 24 luglio durante gli sfarzosi festeggiamenti nuziali e riproposto a Vienna due anni dopo con il titolo L'amor geloso.
Gli ultimi anni
Poco si sa degli ultimi anni di vita di Giuseppe Scarlatti; probabilmente rimase a Vienna e sappiamo da Ignaz Franz Von Mosel che supervisionò gli esordi musicali di Antonio Salieri nel 1770.[35] L'ultima opera di Scarlatti fu la musica per il dramma di Ranieri de' CalzabigiAmiti e Ontario ovvero I selvaggi (1772). Giuseppe Scarlatti morì cinque anni dopo a Vienna il 17 agosto 1777.
Considerazioni sull'artista e sulle fonti musicali
Giuseppe Scarlatti scrisse oltre 30 opere, delle quali 21 sono drammi per musica e 11 lavori giocosi, basate per lo più su libretti prodotti da Pietro Metastasio (seri) e Carlo Goldoni (buffi).
Lo stile compositivo delle sue opere si basa su quello tradizionale stabilito diversi decenni prima da Alessandro Scarlatti, ossia fondato su un processo melodico semplice ma piacevole nel quale l'orchestra, per la maggiore, funziona come accompagnamento alle parti vocali. De suoi lavori, che nella sua epoca ebbero molto successo grazie principalmente al suo talento, alcuni si sono tramandati interamente, altri in parte e altri ancora sono smarriti. Permangono dei dubbi di attribuzione su alcuni lavori: un'opera dal titolo La madamigella viene citata da Umberto Manferrari nel suo Dizionario Universale delle Opere melodrammatiche ed anche Francesco Florimo cita questo titolo tra le rappresentazioni a Napoli nel 1755; Florimo tuttavia non segnala né l'autore del libretto né il compositore. Non esistono al momento fonti musicali né dati sufficienti per annoverare questo titolo tra le opere di Scarlatti. Anche la presunta cantata Imeneo, sognando talora è spesso associata a Scarlatti, ma attualmente non sono reperibili né fonti librettistiche né musicali che ne attestino l'esistenza[36].
^Egli stesso si dichiara nipote di Domenico Scarlatti nella dedicatoria inserita nel paratesto del libretto dell'oratorio La SS.ma Vergine annunziata: «L'Ardire, che io mi prendo di far uscire alla luce sotto gli auspici dell' E.V. Questo Sacro Componimento, il primo, che ho adornato di Note Musicali nella gran Roma, vene avvalorato da quella somma Clemenza, che risplende nel di Lei Animo, e che rende l’ E.V. oggetto del pubblico amore, e della comune ammirazione. Potrebbe lusingarmi di dover' io trovare maggior compatimento appresso l' E.V. il rammemorarle l'attual servitù, che da tanto tempo, a riguardo della medesima genial Professione, nella Persona di mio Zio gode per nostra somma fortuna la mia Famiglia nella splendidissima Corte del Gran Monarca Cattolico [...] ».
^Per l'elenco completo delle rappresentazioni e dei libretti si fa riferimento a: Claudio Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800: catalogo analitico con 16 indici, Bertola & Locatelli, Cuneo, 1993
^Secondo Edward Dent, Giuseppe Scarlatti fu un pupillo di Leonardo Leo, che lo avviò alla carriera musicale, in Edward J. Dent: New light on the Scarlatti family, «The Musical Times», vol. 67 (1926)
^R. Ricci, I Cardinali Francesco e Troiano Acquaviva d'Aragona nella cultura di corte del Settecento romano, in Diplomacy and the Aristocracy as patrons of music and theatre in the Europe of the Ancien Régime, Hollitzer Verlag, Vienna 2019
^Cfr. Pier Giuseppe Gillio: L'attività musicale negli ospedali di Venezia nel Settecento (2006)
^Tutte le date delle prime rappresentazioni e delle riprese, da qui in avanti, sono desumibili dai libretti a stampa originali. Cfr. Claudio Sartori: I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800: catalogo analitico con 16 indici, Bertola & Locatelli, Cuneo (1993); Cfr. CORAGO
^C. De Brosses: Lettres familières écrites d'Italie en 1739 et 1740, Paris, Garnier. trad. it., Viaggio in Italia. Lettere familiari, Roma-Bari, Laterza 1973.
^Francesco Valesio, Diario di Roma: 1700-1742, vol. VI, p. 429.
^Su Arminio in Germania e Siroe Cfr. William C. Holmes, Opera Observed. Views of a Florentine Inpresario at the early Eighteenth Century, U.C.Press, Chicago 1993, pag. 47-51, 192
^Cfr. Holmes, op. cit., pagg. 47 - Cfr. anche M. Alberti, A. Bartolini, I. Marcelli, L'Accademia degli Immobili "Proprietari del Teatri di Via della Pergola in Firenze" Inventario, MIBACT, Roma, 2010
^abE. Selfridge-Field, A New Chronology of Venetian Opera and Related Genres, 1660-1760, Stanford, 2007
^Cfr. Eva Badura-Skoda e Gordana Lazarevich, THE NEW GROVE Dictionary of Music and Musicians (1984-2001)
^abCfr. Claudio Sartori: I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800: catalogo analitico con 16 indici, Bertola & Locatelli, Cuneo (1993)
^Eleanor Selfridge-Field: A New Chronology of Venetian Opera and Related Genres 1660-1760 (2007)
^Giuseppe Ortolani: Carlo Goldoni. Tutte le opere, Mondadori, Milano (1952)
^Cfr. Rudolf Rasch: Italian Opera in Amsterdam, 1750-1756: The Troupes of Crosa, Giordani, Lapis and Ferrari
^Cfr. G. Migliore: «D’uscir di tanti affanni ormai si tenti» Giuseppe Scarlatti Maestro di Cappella napoletano (1712-1777)
^abBruce Alan Brown, Gluck and the French Theatre in Vienna (1991)
^Cfr. Claudio Sartori: I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800: catalogo analitico con 16 indici, Bertola & Locatelli, Cuneo (1993); Cfr. E. Selfridge-Field, A New Chronology of Venetian Opera and Related Genres, 1660-1760, Stanford, 2007
^Giovanni R. Ricci: Chi ha scritto la partitura del dramma per musica goldoniano Il mercato di Malmantile?, «A Journal of Italian Studies»
^Cfr. Giovanni R. Ricci: Chi ha scritto la partitura del dramma per musica goldoniano Il mercato di Malmantile?, «A Journal of Italian Studies»; Cfr. Giuseppe Migliore: «D’uscir di tanti affanni ormai si tenti» Giuseppe Scarlatti Maestro di Cappella napoletano (1712-1777)
^Cfr. Juliane Riepe: “Essential to the reputation and magnificence of such a high-ranking prince”: Ceremonial and Italian Opera at the Court of Clemens August of Cologne and other GermanCourts
^Hermann Springer: Das Partiturautograph von Giuseppe Scarlatti’s bisher verschollener Clemenza di Tito, in «Beiträge zur Bibliotheks und Buchwesen» (1913)
^Philipp Gumpenhuber: Répertoire de Tous les Spectacles, qui ont été donné au Theatre du la Ville [pres de la Cour]au Vienna (1760)
^Cfr. Bruce Alan Brown, Gluck and the French Theatre in Vienna (1991)
^abJana Franková: Music at the Court of Adam Franz and Joseph Adam von Schwarzenberg: Vienna, Česky Krumlov and Paris and transitions at to the end of Baroque Era, «Musicologica Brunensia»
^Gordana Lazarevich: THE NEW GROVE Dictionary of Music and Musicians
^Helena Kazàrova: „Anžto vy znáte můj pokleslý vkus…“. Josef Adam ze Schwarzenbergu a jeho zámecké divadlo v Českém Krumlově v letech 1766–1768: nové poznatky a souvislosti, «Hudební veda» (2013)
^Secondo Ignaz Franz Von Mosel, primo biografo di Salieri, Giuseppe Scarlatti insieme a Gluck seguì le fasi di composizione de Le donne letterate con cui Antonio Salieri, giovanissimo, esordì nel teatro di Vienna. Cfr. Ignaz Franz Von Mosel: Della vita e delle opere di Antonio Salieri (1827)
^Le informazioni ed i riferimenti relativi alle composizioni, alle date, alle fonti musicali si trovano in Claudio Sartori: I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800: catalogo analitico con 16 indici; in RISM, Répertoire international des sources musicales, e in Gordana Lazarevich: THE NEW GROVE Dictionary of Music and Musicians, vol. 16.
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Giuseppe Migliore, «D'uscir di tanti affanni ormai si tenti» Giuseppe Scarlatti Maestro di Cappella napoletano (1712-1777). Approfondimenti, trascrizioni e un catalogo delle fonti musicali, Tesi Magistrale in Musicologia, Università degli Studi di Palermo (A.A.2020-2021)