Gyula Zsengellér
Gyula Zsengellér[N 1] (Cegléd, 27 dicembre 1915 – Nicosia, 29 marzo 1999) è stato un calciatore e allenatore di calcio ungherese, vicecampione del Mondo con l'Ungheria nel Campionato mondiale di calcio 1938 tenutosi in Francia. Nel 2017 è stato inserito al terzo posto nella classifica dei migliori capocannonieri dei campionati di Prima Divisione di tutti i tempi, stilata dall'IFFHS[2]. BiografiaNativo di Cegléd, si trasferì da ragazzo a Salgótarján dove il fratello maggiore era militare[3], e poco più che ventenne vicino a Budapest in seguito al suo passaggio all'Újpest[N 2]. Sposatosi con Olga, nel 1942 ebbe da lei un figlio, Zsolt, anch'egli calciatore e successivamente giornalista sportivo[4]. Fin da ragazzo fu soprannominato Abel, data la sua passione per la trilogia omonima dello scrittore Áron Tamási[5], mentre all'apice della carriera venne indicato come il Paganini del football[5][6][7]. Giunto in Italia nel 1947 ingaggiato dalla Roma, venne soprannominato Professore[8] a causa della sua conoscenza sia del francese che del latino[9]. Fu impossibilitato a tornare in Ungheria a seguito della salita al potere del partito comunista nel 1949[4] e alla conseguente squalifica a vita comminatagli dalla Federazione calcistica dell'Ungheria, che oltre a lui colpì numerosi calciatori tra cui Tóth, Sárosi, Nyers e Kubala. La squalifica venne ratificata anche dalla FIFA e resa valida per due anni, durante i quali Zsengellér partecipò al campionato colombiano, all'epoca fuori dall'egida della federazione internazionale[10]. Morì il 29 marzo 1999 a Nicosia, dove si era stabilito con la seconda moglie[5] al termine della sua lunga carriera da allenatore. Il 23 novembre 2013 i suoi resti sono stati traslati da Cipro e riportati nella sua città natale, dove sono stati riseppelliti durante una cerimonia d'onore nel cimitero di Cegléd[4]. Nello stesso giorno gli sono stati dedicati lo stadio locale[11] e una sala nel museo dello sport cittadino[12]. Caratteristiche tecnicheDi ruolo interno ai tempi del sistema, fu uno dei migliori talenti del calcio europeo degli anni trenta[13]: era infatti dotato di uno sviluppato senso tattico[14] e di un'ottima tecnica[14], grazie alla quale evitava spesso i contrasti[6]. Da sottolineare furono inoltre le sue doti di palleggio[14] e di controllo di palla, caratteristiche per le quali è ricordato tra i migliori giocatori dell'epoca[14]. Fu anche un eccezionale realizzatore dotato sia di senso del gol che della capacità di servire assist per i compagni[14]. CarrieraGiocatoreClubIn patria: Salgótarján e ÚjpestZsengellér iniziò a giocare a calcio nella squadra della sua città, il Cegléd, nel 1929[15], passando l'anno successivo al Salgótarján con cui vinse per due volte il campionato non professionistico, nel 1933 e nel 1935[3]. Rimase nel club fino al 1936[15], facendo il suo esordio nello stesso anno nella massima serie ungherese, marcando diciannove reti in 24 presenze[13]: nonostante i suoi gol, però, la squadra retrocesse in seconda divisione. Venne allora acquistato dall'Újpest: con la squadra di Budapest rimase per dodici stagioni, interrotte dalla seconda guerra mondiale, vincendo quattro campionati di massima serie[14] e conquistando, sotto la guida di Béla Guttmann, la Coppa dell'Europa Centrale (1939), della quale fu anche capocannoniere con nove reti[16]. Fu anche in cima alla lista dei goleador del campionato ungherese per cinque volte[14] ed in particolare, nella stagione 1938-1939, mise a segno 56 reti, che fecero di lui il giocatore più prolifico del mondo in quell'annata[17]. Prima dell'esistenza della Scarpa d'oro fu due volte miglior cannoniere europeo: nel già citato 1938-1939 con 56 reti, e nel 1944-1945 con 36 reti[18]. Siglò almeno 25 gol in ogni campionato, tranne in due circostanze: nel 1944 per cause belliche, e nel 1939-1940 a causa di un grave infortunio occorsogli il 29 ottobre 1939, che lo tenne lontano dai campi fino ad aprile 1940[3]. Nella squadra magiara mise a segno in campionato 368 reti in 301 presenze fino all'ottobre del 1947 (inizio della sua tredicesima stagione nell'Újpest), quando venne acquistato dalla Roma. In Italia: Roma e AnconitanaZsengellér venne pagato dai capitolini 14 milioni di lire[9] e fu l'ultimo giocatore ungherese autorizzato a lasciare il paese[3]: il suo ingaggio fu promosso dal connazionale Imre Senkey, che aveva accettato la guida della squadra giallorossa proprio in quella stagione, e che intendeva utilizzarlo nel sistema[13]. Esordì in Serie A il 26 ottobre 1947 in Roma-Atalanta 4-1, siglando la sua prima rete nella giornata successiva, il 2 novembre, in Roma-Pro Patria 1-1[19]. L'esperienza romana non fu però delle migliori: nella prima stagione mise a segno solo cinque reti in 28 gare[13], mentre nella seconda giocò solo sei gare e tutte nella seconda parte della stagione[20] mettendo a segno una sola rete[13]. Passò quindi, a stagione iniziata[21], all'Anconitana militante in Serie C, nella quale mise a segno 18 gol in trenta gare[21]: anche grazie alle sue marcature, in particolare dalla diciassettesima giornata (in cui segnò il suo primo gol, il 25 dicembre 1949, in Anconitana-Piombino 2-1[21]) in poi, la squadra conquistò la promozione in Serie B. Gli ultimi anni: Hungaria FbC e Deportivo SamariosNell'agosto del 1950 entrò a far parte, insieme ad altri giocatori di origine ungherese e apolidi, di una squadra chiamata Hungaria FbC Roma che ebbe base a Cinecittà e che i giornali dell'epoca indicano anche come I.R.O. (acronimo per International Refugee Organization): di questa squadra, che non giocò mai partite ufficiali ma solo amichevoli, fu allenatore-giocatore insieme a Kosegy[22]. La formazione così composta, che già aveva girato sia la Germania che la Spagna sfidando i migliori giocatori dell'epoca, fece un tour in Colombia nel 1950, giocando numerosi match di esibizione contro squadre locali: successivamente, diversi giocatori (come Ferenc Nyers e Béla Sárosi) militarono nel campionato colombiano (che in quegli anni stava attirando giocatori da tutto il mondo, grazie agli alti ingaggi elargiti: il periodo divenne noto con il nome di El Dorado)[23]. Lo stesso Zsengellér firmò un contratto come giocatore-allenatore del Deportivo Samarios[24], nel quale rimase per due stagioni siglando 23 gol in trentasette gare: dopodiché si ritirò dal calcio giocato, all'età di 37 anni, per fare esclusivamente l'allenatore. NazionaleZsengellér esordì con la maglia della nazionale ungherese il 2 dicembre 1936 a Londra contro l'Inghilterra, che vinse la partita amichevole per 6-2[1]; la prima rete arrivò invece alla presenza successiva, nella gara valida per la Coppa Internazionale 1936-1938[N 3] e giocata a Basilea il 4 novembre 1937 contro la Svizzera e vinta per 5-1, con tripletta del magiaro[1]. Diventato cardine della nazionale, formando insieme a Sárosi e Cseh quello che venne soprannominato Think tank[4][5], partecipò come titolare al Campionato mondiale di calcio 1938 in Francia, dove fu uno dei protagonisti della competizione: mise infatti a segno due reti negli ottavi di finale (6-0 contro le Indie orientali olandesi)[25], un gol nei quarti (2-0 contro la Svizzera)[26] e un'altra doppietta nella semifinale contro la Svezia[27](5-1 il risultato finale). Non andò invece a segno nella finalissima contro l'Italia, persa dall'Ungheria per 4-2[28]: Zsengellér risultò comunque il secondo cannoniere della manifestazione con 5 reti, dietro al brasiliano Leônidas, insieme al compagno di squadra Sárosi e all'azzurro Piola[29]. La sconfitta in finale rimase uno dei suoi maggiori rimpianti[5]. Sempre nel 1938, ormai nel novero dei migliori giocatori del continente, fu convocato nella rappresentativa del Resto d'Europa che giocò contro l'Inghilterra il 26 ottobre 1938 per festeggiare i 75 anni della Federazione inglese: i britannici si imposero per 3-0[9]. Giocò con la nazionale anche durante la seconda guerra mondiale, con due anni di interruzione (dal 1943 al 1945) proprio a causa del conflitto bellico. Disputò la sua ultima partita ufficiale il 20 agosto 1947 a Budapest contro l'Albania, gara vinta per 3-0[1] e valida per la Coppa dei Balcani per nazioni che l'Ungheria si aggiudicò nell'ottobre dello stesso anno. Complessivamente, con la maglia magiara mise a segno 32 reti in 39 gare[1]. AllenatoreDopo il periodo come allenatore in Colombia, terminato nel 1953, tornò in Europa e più precisamente a Cipro su invito di József Künsztler[5], dove guidò il Pezoporikos Larnaca conquistando la vittoria in campionato nel 1953-1954[30]. Passò poi al Cosenza[31], dove rimase per una sola stagione, per poi tornare a Cipro: allenò successivamente i calabresi dal 1960 al 1962, e fu vice-allenatore dal 1970 al 1972[31]. Da sottolineare anche l'esperienza alla guida della Nazionale di calcio di Cipro, dal 1957 al 1958[N 4]. Si alternò per tutta la carriera viaggiando tra Cipro, Italia (sedette anche, per pochi mesi, sulla panchina della Salernitana[32] e per due anni su quella del Ravenna) e Grecia (allenando Apollon Kalamarias e Olympiakos Volos). Tornato definitivamente a Cipro, nella stagione 1975-1976 vinse la Coppa di Cipro alla guida dell'APOEL[33], prima di passare all'APOP Paphos dove, dopo tre stagioni, concluse la sua carriera di allenatore nel 1979. StatistichePresenze e reti nei club
Cronologia presenze e reti in nazionalePalmarèsGiocatoreClubCompetizioni nazionaliCompetizioni internazionali
Nazionale
Individuale
Allenatore
NoteAnnotazioni
Fonti
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
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