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Istruzione in Italia

Voce principale: Italia.
Istruzione in Italia
Schema grafico del sistema d'istruzione in Italia
Organismo responsabile
EnteMinistero dell'istruzione e del merito
Ministero dell'università e della ricerca
CapoGiuseppe Valditara
Anna Maria Bernini
Informazioni generali
Lingua d'insegnamentolingua italiana
(anche tedesco e ladino nella Provincia autonoma di Bolzano e anche in sloveno in Friuli-Venezia Giulia)
Tipo di istruzioneprevalentemente pubblica
Budget nazionale€ 65,6 miliardi (2016)[1]
Obbligo scolasticoda 6 a 16 anni
Percentuale di alfabetizzazione
Totale99,0% (2009)[2]

L'istruzione in Italia è regolata dal ministero dell'università e della ricerca con modalità diverse a seconda della forma giuridica (scuole pubbliche, scuole paritarie, scuole private). La formazione professionale dipende invece dalle Regioni.

L'obbligo scolastico dura 10 anni e riguarda la fascia di età compresa tra 6 e 16 anni.[3]

Nel XXI secolo, la normativa sull'istruzione in Italia copre diversi campi del diritto: diritto amministrativo, diritto del lavoro, diritto costituzionale.

Struttura degli studi

Fonte: http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCCV_POPTIT1

L'ordinamento italiano prevede diversi livelli di studio[4][5]:

Cicli d'istruzione scolastica

Nell'ordinamento italiano il sistema scolastico si struttura, dopo la scuola dell'infanzia (servizio di istruzione non obbligatorio), in due cicli di istruzione, così come di seguito illustrato[4][5]:

  • Scuole dell’infanzia (già scuola materna), della durata triennale e aperta, senza obbligatorietà, a tutti i bambini italiani e stranieri che abbiano un'età compresa fra i tre e i cinque anni compiuti entro il 31 dicembre.
  • Scuole del primo ciclo di istruzione:
    • scuola primaria (già scuola elementare), della durata di cinque anni, obbligatoria per tutti i giovani che abbiano compiuto sei anni di età entro il 31 dicembre;
    • scuola secondaria di primo grado (già scuola media inferiore), della durata di tre anni, obbligatoria per tutti i giovani che abbiano concluso il percorso della scuola primaria.
Il primo ciclo di istruzione si conclude con un esame, il cui superamento costituisce titolo di accesso al secondo ciclo di istruzione.
  • Scuole del secondo ciclo di istruzione:
    • Scuola secondaria di secondo grado (scuola media superiore), percorso di studio della durata di cinque anni che si articola in:
      • Licei, articolati in due bienni e in un anno conclusivo;
      • Istituti tecnici, articolati in due bienni e in un anno conclusivo;
      • Istituti professionali, articolati in un biennio e in tre anni successivi.
Al termine dell'ultimo anno è previsto un esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, che consente il proseguimento degli studi presso le università e gli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM).

Educazione d'infanzia

Lo stesso argomento in dettaglio: Istruzione prescolastica.

L'educazione della prima infanzia, considerata istruzione prescolastica in quanto partecipe, per continuità educativa, alla realizzazione degli obiettivi di istruzione nell'infanzia, non è obbligatoria, è rappresentata dai nidi d'infanzia per bambini dai 3 mesi ai 3 anni ed è caratterizzata dalla socializzazione e dal gioco. Per i bambini dai 2 ai 3 anni c'è la possibilità anche di frequentare le sezioni primavera, grado preparatorio alla scuola d'infanzia.

Educazione nella prima infanzia

L'asilo nido o nido d'infanzia, "nel quadro di una politica per la famiglia, costituisce un servizio sociale di interesse pubblico"[6] di assistenza e educazione all'infanzia. In Italia, pur non rientrando nel sistema di istruzione nazionale[8], si può dire che partecipa agli obiettivi del primo ciclo di istruzione, per l'assolvimento delle funzioni educative-formative, seppure mira prioritariamente a "garantire, in un completo sistema di sicurezza sociale, lo sviluppo cognitivo, affettivo, personale e sociale del bambino, dandogli, nel contempo, una preventiva assistenza igienico-sanitaria e psico-pedagogica".[9]

Il personale dirigente e educativo (o di assistenza[10]) che opera in questo servizio per l'infanzia è qualificato, a seguito di una formazione a carattere tecnico-professionale superiore o universitaria,[9][11] per l'assistenza igienico-sanitaria e psico-pedagogica del bambino.[6]

Le figure professionali che operano in Italia negli asili nido sono individuate dalle Regioni, i titoli professionali maggiormente richiesti[12][13] sono i diplomi di Stato di dirigente o assistente di comunità infantile[14], che costituiscono "titolo di preferenza per l'assegnazione a posti di servizio presso asili nido ed ogni altra istituzione di assistenza alla infanzia"[9][15][16], il diploma di Stato di tecnico dei servizi socio-sanitari e socio-psicopedagogico, la licenza magistrale e di puericultore (fino ad esaurimento) e le lauree afferenti alle scienze e tecniche psicologiche, dell'educazione e della formazione, talvolta anche dei servizi sociali.[11][17][18]

Sezioni primavera annesse agli asili nido o alle scuole dell'infanzia

In Italia, con il concorso dello Stato, della Regione e degli Enti locali, l’offerta educativa degli asili nido e formativa delle scuole dell'infanzia è stata ampliata, in via sperimentale a livello locale, da un servizio socio-educativo per bambini di età compresa tra i 2 e i 3 anni denominato "sezione primavera"[7]. Tale servizio sperimentale è integrativo delle scuole dell’infanzia pubbliche e paritarie o degli asili nido comunali e privati, concorre a fornire una risposta alla domanda delle famiglie per servizi della prima infanzia, diffondendo una cultura attenta ai bisogni e alle potenzialità dei bambini da zero a sei anni, in coerenza con il principio della continuità educativa[19][20]. Nelle sezioni primavera operano insegnanti e/o educatori in possesso dei titoli di studio per l’esercizio dell’attività professionale all’interno dei rispettivi servizi di appartenenza: scuola dell’infanzia o asilo nido[21][22].

Istruzione scolastica e Università

Istruzione d'infanzia

Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola dell'infanzia.

La scuola dell'infanzia è un'istituzione scolastica a frequentazione non obbligatoria, caratterizzata da gioco, istruzione e convivenza con i compagni. In Italia era precedentemente nota come scuola materna, sino all'introduzione della riforma Moratti nel 2003. Con la riforma Gelmini è possibile iscrivere i bambini di due anni e mezzo, mentre il precedente prerequisito erano i tre anni. La durata media è di tre anni:

  • sezione "piccoli" (primo anno)
  • sezione "medi" o "mezzani" (secondo anno)
  • sezione "grandi" (terzo anno)

Istruzione primaria

Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola primaria in Italia.
Una scuola primaria a Cesena.

La scuola primaria è nota con il nome di scuola elementare, che era quello ufficiale prima della riforma Moratti. È un'istituzione obbligatoria che rappresenta l'istruzione primaria in Italia. In precedenza era divisa in due cicli, un biennio e un triennio, con un esame finale in quinta elementare per il completamento e l'accesso alle scuole di secondo grado. Con la riforma Moratti venne divisa in 3 cicli, un anno singolo e due bienni, e l'esame finale venne abolito. Durante la storia della scuola primaria si sono succeduti due moduli didattici: quello del maestro unico e quello del modulo didattico. Il maestro unico era in uso sino al 1990 per essere poi abolito aprendo una parentesi di alcuni anni prima di sperimentazione e quindi rimpiazzato con un gruppo di docenti (3 per due classi o 4 per tre classi), ovvero il modulo didattico. Con la riforma Gelmini la figura del maestro unico viene riapprovata. Con il decreto legislativo n.59 del 2004 applicativo della legge Moratti, nasce una nuova figura: il docente tutor: una figura di orientamento, di consulenza, di tutorato per ciascuno studente, al fine di giungere a un grado[non chiaro].

Istruzione secondaria

L'istruzione secondaria in Italia ha una durata di otto anni ed è divisa in due distinti gradi:

Primo grado

Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola secondaria di primo grado in Italia.

La scuola secondaria di primo grado[23], detta comunemente come scuola media, prima della riforma Moratti scuola media di primo grado o scuola media inferiore, è un'istituzione obbligatoria che rappresenta il primo grado dell'istruzione secondaria in Italia. Vi si accedeva fino al 2003 con la licenza primaria (attualmente abolita). La scuola media inferiore nacque nel 1965 con l'unificazione dei ginnasi (che davano accesso ai licei ed agli istituti tecnici) e delle scuole di avviamento professionale. Da quel momento si è quindi parlato di scuola media unificata. Ha una durata di tre anni, ed è svolta da alunni dagli undici ai quattordici anni di età.

Fornisce una educazione più approfondita rispetto ai temi già studiati durante la scuola primaria (o scuola elementare), con l'aggiunta di almeno una lingua straniera. Il programma di studi è il medesimo per tutti gli istituti e deciso a livello ministeriale. L'orario settimanale della scuola secondaria di primo grado è costituito da due piani settimanali: uno di 30 ore (tempo normale) e uno di 36 ore (tempo prolungato). Solo per l'inglese è stato stabilito un numero fisso di 99 ore annuali (3 ore alla settimana) e per la tecnologia 66 ore annuali (2 ore alla settimana). Le materie studiate sono (in media): Italiano (6 ore settimanali), Storia e Geografia (con Cittadinanza e Costituzione) (3 ore), approfondimento in discipline letterarie (1 ora), Matematica (4 ore), Scienze (2 ore), Tecnologia (2 ore), Lingua inglese (3 ore), Seconda lingua comunitaria (2 ore, generalmente spagnolo, francese o tedesco), Arte e Immagine (2 ore), Musica (2 ore), Scienze motorie e sportive (2 ore), Religione cattolica o attività alternativa (1 ora). Recentemente si sperimenta un corso musicale nel quale vengono scelti gli alunni a numero chiuso con la facoltà di studiare uno strumento musicale per il quale alla fine del ciclo vi è un esame.

Al termine del terzo anno di studio, gli studenti sono soggetti a una prova di esame che permette il proseguimento degli studi al livello superiore.

Secondo grado

Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola secondaria di secondo grado in Italia.

La scuola secondaria di secondo grado, in precedenza scuola media superiore o scuola superiore, rappresenta il secondo grado del ciclo di istruzione secondaria. Alla scuola secondaria superiore si accede dopo il conseguimento della licenza di scuola media al termine della scuola secondaria di primo grado. Prevede una durata di cinque anni (sebbene alcuni istituti professionali offrano un diploma professionale dopo tre anni). Ogni corso di studi prevede una prova di esame finale, chiamato esame di maturità, necessario per ottenere il diploma e avere accesso all'istruzione universitaria. L'esame si svolge ogni anno tra il mese di giugno e di luglio.[24]

Le scuole secondarie di secondo grado sono suddivise in tre macro gruppi di istituti, a loro volta suddivisi in tipologie e indirizzi:

Tutte le scuole secondarie condividono una formazione di base comune, mentre altri temi sono peculiari degli specifici indirizzi (come per esempio il greco antico nel Liceo classico, l'economia nell'Istituto tecnico economico o la scenografia nel Liceo artistico).

Licei

Il liceo consiste in una forma di scuola secondaria di secondo grado col fine di fornire allo studente una buona preparazione a forte valenza culturale, con un'ampia formazione prevalentemente teorica nelle discipline umanistiche (letteratura, storia e filosofia), nelle scienze di base (matematica e fisica) e in alcune materie collegate (arte, informatica, scienze naturali, scienze sociali), potendo così prepararlo per un'eventuale iscrizione all'università o nelle istituzioni di terzo grado, e nei concorsi pubblici per i quali è richiesto il titolo. I licei permettono l'accesso a tutti i corsi universitari e all'istruzione terziaria.[25] Ogni liceo prevede una specializzazione dell'offerta formativa nel proprio campo di interesse.

Il nome di Liceo ricorda il Liceo di Aristotele, fondato nel 336 a.C. dal filosofo greco, il cui nome deriva a sua volta dalla dedica ad Apollo Licio.

Ogni liceo ha una durata di cinque anni, suddivisi in due bienni e nel quinto anno. I sei licei previsti dalla Riforma Gelmini sono i seguenti:

Nel corso della storia alcuni licei sono stati introdotti e unificati e altri soppressi, tranne il liceo classico, dove lo studio della lingua straniera è stato esteso dai primi due anni a tutti e cinque.

Istituti tecnici
Lo stesso argomento in dettaglio: Istituto tecnico.

Un istituto tecnico è un tipo di scuola secondaria di secondo grado di stampo tecnico nell'ordinamento italiano. La tecnica, concepita come l'uso logico e appropriato di strumenti per ottenere un risultato date delle premesse, è la caratteristica comune del percorso formativo di un istituto tecnico. Gli istituti tecnici propongono un'ampia istruzione teorica polivalente, con una orientazione verso uno specifico campo di studi (per esempio: economia, scienze sociali, amministrazione, legge, turismo). Si differenziavano inizialmente dall'istituto professionale sia per la durata legale del corso di studi di cinque anni, sia per la preparazione congiunta tra teoria e pratica che garantisce una base tale da consentire l'iscrizione all'università. Con la riforma Gelmini sono stati creati due macrosettori: quello economico e quello tecnologico. Ogni istituto è della durata quinquennale, con un biennio comune e introduttivo e un triennio in cui si affrontano le materie specialistiche date dall'indirizzo preso. L'istruzione è spesso integrata da un periodo di formazione pratico di tre/sei mesi svolto presso aziende, associazioni o università nel corso del quinto e ultimo anno di studi. L'istituto tecnico permette l'accesso a tutti i corsi universitari e all'istruzione terziaria.[26]

Tra gli istituti tecnici vi sono:

Istituti professionali
Lo stesso argomento in dettaglio: Istituto professionale.

Un istituto professionale è un tipo di scuola secondaria di secondo grado che differisce dall'istituto tecnico per indirizzi.

Nel 2015-2016 è stato messo obbligo il conseguimento di una qualifica regionale dopo il 3º anno, è quindi diventato obbligatorio svolgere un esame e successivamente, proseguendo gli studi fino al 5º anno, si consegue un diploma di maturità che dà accesso a tutte le università dell'istruzione terziaria.

A differenza dei licei e più degli istituti tecnici, offre una formazione meno generica e più specializzata, grazie soprattutto alle alternanze scuola-lavoro che vengono svolte dal terzo anno fino al quarto (un tempo era facoltativa l'alternanza in quarta). È strutturato specificamente con l'obiettivo di formare gli aspetti pratico operativi dello studente, per facilitarne l'accesso diretto al mercato del lavoro, offrendo una forma di educazione secondaria orientata ai temi pratici e permette allo studente di immettersi nel mercato del lavoro non appena ha completato gli studi (in alcuni casi anche prima, poiché taluni corsi offrono un diploma professionale dopo soli tre anni anziché cinque). I corsi hanno una particolare specificità rispetto al tema di indirizzo, e tra i settori toccati ci sono la meccanica, l'agricoltura, la gastronomia, l'assistenza tecnica, la carpenteria e così via. Con la riforma Gelmini, dall'anno scolastico 2010/2011 sono stati creati due macro-settori: uno per il settore dei servizi e uno per il settore dell'industria e dell'artigianato.

Istruzione e formazione professionale (IeFP)

A fianco degli istituti professionali, di gestione statale, si trovano i percorsi di istruzione e formazione professionale, di gestione regionale. Sono articolati in un triennio, che rilascia una qualifica professionale, e in un eventuale quarto anno, che rilascia un diploma professionale. Successivamente al quarto anno è possibile inserirsi in una classe quinta di un istituto professionale coerente col percorso IeFP per il conseguimento del diploma statale di istruzione professionale, valido anche per l'accesso all'istruzione superiore universitaria. È in generale sempre possibile, come stabilito dal Decreto Ministeriale n. 11 del 7 gennaio 2021[27], il passaggio tra percorsi statali e regionali.

Istruzione superiore

Università

Lo stesso argomento in dettaglio: Università in Italia.

L'Italia è stata uno dei primi Paesi ad aderire al processo di Bologna, nella quasi totalità delle università, già dall'anno accademico 1999/2000. Il ciclo degli studi all'università è articolato su tre livelli:

  1. Laurea (tre anni)
  2. Laurea magistrale (due anni), eventualmente a ciclo unico con la laurea (durata totale di cinque o sei anni)
  3. Dottorato di ricerca (tre anni)

Inoltre vi è la possibilità di iscriversi a un corso di laurea magistrale a ciclo unico, con la medesima validità delle lauree magistrali e della durata di cinque o sei anni, che vale per i seguenti corsi di studi, per via dei loro aspetti prevalentemente applicativi:

  1. LM-4 Architettura e Ingegneria edile-architettura
  2. LM-13 Farmacia e farmacia industriale
  3. LMG-01 Giurisprudenza
  4. LM-41 Medicina e chirurgia
  5. LM-46 Odontoiatria e protesi dentaria
  6. LM85bis Scienze della formazione primaria
  7. LM-42 Medicina veterinaria
  8. LMR-02 Conservazione e restauro[28] dei beni culturali

Gli unici corsi della durata di sei anni sono quelli relativi alla LM-41 e LM-46.

I corsi di Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e Architettura/Ingegneria edile-architettura sono ad accesso programmato, ovvero hanno un numero di posti disponibili stabilito prima dell'inizio di un nuovo anno accademico dal Ministero dell'Istruzione, i quali posti vengono assegnati in base ad una graduatoria di punteggio ottenuta dai candidati al test di selezione, che quindi ha, a differenza di altre facoltà, validità vincolante.

Ad eccezione di questi, gli altri corsi di laurea, sia semplice che magistrale, non hanno un numero di posti definito, a meno che la certa università non decida di sbarrare l'accesso con un test d'ingresso il cui punteggio risulti vincolante, con finalità simili a quelle per la facoltà sopra citate. Inoltre, anche se viene effettuato il test iniziale in una facoltà ad accesso libero, può essere deciso che il risultato ottenuto, se ritenuto non soddisfacente, obblighi lo studente a integrare con degli esami aggiuntivi le eventuali lacune mostrate. Le scuole di specializzazione, specialmente di area medica, sono ad accesso programmato.

Le università offrono percorsi di alta formazione e professionalizzazione di primo o secondo livello denominati master, che non si configurano come cicli accademici veri e propri pur adottando il medesimo sistema di crediti. La quasi totalità delle università è di tipo pubblico e finanziata congiuntamente dallo Stato e, in misura sempre maggiore in tempi recenti, dagli studenti tramite le rette universitarie. L'offerta accademica italiana non è però limitata al solo settore pubblico, vista la presenza di enti universitari privati, la maggior parte dei quali non a scopo di lucro, tra cui si annoverano anche esempi di prestigio internazionale: Università Cattolica, Bocconi, Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (Luiss), Iulm, San Raffaele, per citarne alcune.

L'università offre la possibilità di carriera universitaria post laurea magistrale o laurea magistrale a ciclo unico iniziando da: cultore in materia, dottorato di ricerca, assegnista di ricerca, ricercatore, docente di II livello, docente di I livello, professore emerito.

Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM)

Lo stesso argomento in dettaglio: Alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Essa indica la formazione fornita dalle Accademie di belle arti, dall'Accademia Nazionale di Danza, dall'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, dagli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche (ISIA), e dai Conservatori di musica e gli istituti musicali pareggiati, mentre sono escluse la Scuola nazionale di cinema - centro sperimentale di cinematografia e l'Accademia nazionale del dramma antico.

La legge 21 dicembre 1999, n. 508 istituisce il settore dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), parallelo al settore universitario all'interno del sistema italiano di istruzione superiore come anticipato dalla Costituzione italiana all'articolo 33.

La legge 24 dicembre 2012, n. 228 ha stabilito che i diplomi accademici di I livello "sono equipollenti ai titoli di laurea rilasciati dalle università appartenenti alla classe L-3 dei corsi di laurea nelle discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda di cui al decreto ministeriale 16 marzo 2007, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 153 del 6 luglio 2007".

La stessa legge ha stabilito che i Diplomi Accademici di II livello cessano di essere sperimentali per diventare ordinamenti e che sono equipollenti alle seguenti classi di Laurea Magistrale:

  • Classe LM-12 (Design)
  • Classe LM-45 (Musicologia e beni musicali)
  • Classe LM-65 (Scienze dello spettacolo e produzione multimediale)
  • Classe LM-89 (Storia dell'arte).

L'equiparazione alle lauree magistrali (II livello) è stata prevista per i diplomi del previgente ordinamento dalla legge 228/2012, purché congiunti al titolo finale di una scuola secondaria di secondo grado conseguito entro l'anno 2012; se conseguito successivamente hanno valore di laurea (I livello) ai sensi della 22 novembre 2002, n. 268.

Enti di ricerca

Oltre la formazione universitaria si hanno i centri di ricerca nei vari ambiti di studio portati avanti da Università ed altri enti di ricerca che si adoperano nella ricerca scientifica assieme al comparto industriale impegnato in ricerca e sviluppo cui è affidato il progresso scientifico e tecnologico.

Istruzione degli adulti

Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA)

I Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) sono stati istituiti a partire dall'anno scolastico 2014/2015. Essi ereditano le funzioni precedentemente realizzate dai Centri Territoriali Permanenti (CTP) e dalle Istituzioni scolastiche sede di Corsi serali. Possono iscriversi

  • Gli adulti, anche stranieri, che non hanno assolto l’obbligo di istruzione e che intendono conseguire il titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione;
  • Gli adulti, anche stranieri, che sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione e che intendo conseguire titolo di studio conclusivo del secondo ciclo di istruzione;
  • Gli adulti stranieri che intendono iscriversi ai Percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana;
  • I giovani che hanno compiuto i 16 anni di età e che, in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, dimostrano di non poter frequentare i corsi diurni.

I corsi di istruzione per adulti dei CPIA, compresi quelli che si svolgono presso gli istituti prevenzione e pena, sono organizzati nei tre percorsi:

  • Percorsi di istruzione di primo livello, suddivisi a sua volta in:
    • Primo periodo didattico (ex scuola Media), erogati dai CPIA, suddivisi in:
    • Secondo periodo didattico (1° biennio superiore, a completamento dell'obbligo di istruzione).
  • Percorsi di istruzione di secondo livello (Istituto Tecnico, Professionale e Liceo Artistico), erogati dagli IIS, suddivisi in:
    • Primo periodo didattico (ammissione al 2° biennio superiore),
    • Secondo periodo didattico (ammissione all'ultimo anno superiore),
    • Terzo periodo didattico (acquisizione del diploma).
  • Percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana, erogati dai CPIA.

Controversie

Secondo diverse fonti online, l'istruzione in Italia potrebbe risultare particolarmente stressante[29][30][31][32]. Alcune statistiche arrivano ad affermare che circa tre studenti su quattro soffrano di stress per colpa della scuola[33] e che circa il 15% degli studenti universitari italiani abbiano ricevuto una diagnosi di disturbi mentali.[34]

Da ciò sono state mosse alcune critiche riguardo:

  • l'efficacia dei compiti a casa sulla preparazione degli studenti, per cui sono state avanzate corrispondenti proposte sull'abolizione di essi;[35][36]
  • l'incidenza della qualità dell'istruzione sulla salute psicofisica, tema affrontato da alcuni pedagogisti[37] che hanno rilevato che i compiti a casa possono essere associati a depressione e disturbi del sonno;[38][39][40]
  • riduzione del tempo per coltivare le attività extrascolastiche, con conseguente impatto sociale;[41]
  • il fenomeno dell'abbandono scolastico in Italia che, secondo alcuni dati, risulta piuttosto esteso a causa del mancato sostegno da parte degli insegnanti.[42]
  • la qualità dell'istruzione italiana rispetto ad altri Paesi, argomento trattato all'estero e che vedrebbe il sistema scolastico in Italia come tossico e antiquato e con enormi differenze in confronto al resto dell'Europa.[43][44]

Riferimenti normativi

Note

  1. ^ L’Italia spende meno della media europea in educazione - Openpolis, su openpolis.it.
  2. ^ United Nations Development Program (PDF), su hdr.undp.org.
  3. ^ L'istruzione obbligatoria
  4. ^ a b Ordinamento Scolastico, su istruzione.it. URL consultato il 9 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ a b Sistema di istruzione nazionale, su hubmiur.pubblica.istruzione.it (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2016).
  6. ^ a b c Legge 6 dicembre 1971, numero 1044: Piano per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato, su edscuola.it, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 15 dicembre 1971, numero 316. URL consultato l'8 ottobre 2016.
  7. ^ a b Sezioni primavera, su archivio.pubblica.istruzione.it.
  8. ^ Ordinamento delle scuole in Italia, su hubmiur.pubblica.istruzione.it. URL consultato l'8 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2016).
  9. ^ a b c AA. VV., L'educatore nell'asilo nido, Maggioli Editore, 2002.
  10. ^ La denominazione dei profili professionali varia, in Italia, da regione a regione.
  11. ^ a b Regione del Veneto, Guida alla realizzazione di un servizio per la prima infanzia, 2008. URL consultato il 9 novembre 2022 (archiviato il 16 marzo 2021).
  12. ^ ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale), Figure professionali per il sociale: quadro di riferimento nazionale, collana Studio delle competenze professionali del sociale, Roma, 2004.
  13. ^ Conferenza unificata tra Governo, Regioni e Autonomie locali, Monitoraggio del Piano di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, Istituto degli Innocenti, 2009.
  14. ^ Secondo il principio di corrispondenza dei diplomi di Stato professionali con quelli tecnici di cui alla Legge 27 ottobre 1969, n. 754, articolo 3, D. Lgs. 16 aprile 1994, n. 297, articolo 197, comma 3, D. P. R. 23 luglio 1998, n. 323, articolo 15, comma 8, legge 10 dicembre 1997, n. 425, articolo 1.
  15. ^ L. 19 luglio 1940, n. 1098
  16. ^ AA. VV., Istruttore negli Enti Locali . Area socio-assistenziale e scolastico-educativa, Edizione Simone, 2002.
  17. ^ Provincia di Milano, Direzione centrale per gli affari sociali, Educatore d'infanzia: profili professionali e offerte formative, a cura di Francesca Ceruzzi e Patrizia Di Santo, Milano, Provincia di Milano, 2006.
  18. ^ Titoli di studio per lavorare in asilo nido, su progettoasilonido.org. URL consultato l'8 ottobre 2016.
  19. ^ Accordo quadro per la realizzazione di un’offerta di servizi educativi a favore di bambini dai due ai tre anni, volta a migliorare i raccordi tra nido e scuola dell'infanzia e a concorrere allo sviluppo territoriale dei servizi socio educativi 0-6 anni (PDF), su archivio.pubblica.istruzione.it. URL consultato il 7 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2021).
  20. ^ Sergio Govi (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), Sezioni primavera e anticipi nella Scuola dell’infanzia: dati, analisi critica e prospettive (PDF).
  21. ^ Intesa fra l'Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte e la Regione Piemonte per la sperimentazione delle sezioni primavera (PDF), su archivio.pubblica.istruzione.it. URL consultato l'8 ottobre 2016.
  22. ^ Intesa fra l'Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia e la Regione Sicilia per la sperimentazione delle sezioni primavera (PDF), su archivio.pubblica.istruzione.it, 8 ottobre 2016.
  23. ^ Nome armonizzato allo standard europeo con la riforma Moratti del 2003
  24. ^ L'esame di stato sul sito del Miur
  25. ^ Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti tecnici ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. - Regolamento di revisione dei licei. [1]
  26. ^ Direttiva Ministeriale 69 del 1º agosto 2012 - Linee guida opzioni istituti tecnici
  27. ^ miur.gov.it, https://miur.gov.it/web/guest/-/decreto-ministeriale-n-11-del-7-gennaio-2021.
  28. ^ Restauro - Corsi quinquennali, su Miur - Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. URL consultato il 25 febbraio 2018.
  29. ^ La scuola italiana: tra le più stressanti del mondo, su pierinagallina.it. URL consultato il 24 marzo 2024.
  30. ^ Lo stress degli studenti in Italia: un confronto con altri Paesi europei, su varesenews.it. URL consultato il 24 marzo 2024.
  31. ^ La scuola italiana tra le più stressanti al mondo. Un quarto degli adolescenti Internet-dipendente, su repubblica.it. URL consultato il 24 marzo 2024.
  32. ^ Il 75% degli studenti ha stress da competizione a scuola, su ansa.it. URL consultato il 24 marzo 2024.
  33. ^ Tre studenti su quattro, in Italia, soffrono di stress dovuto alla scuola: colpa (anche) dell’«ipercompetizione», su corriere.it.
  34. ^ Dilaga l’allarme ansia tra gli studenti universitari: la situazione in USA e in Italia, su educationmarketing.it. URL consultato il 24 marzo 2024.
  35. ^ Il movimento Basta Compiti scrive a Valditara: "Regolamentiamo i compiti a casa", su skuola.net. URL consultato il 24 marzo 2024.
  36. ^ Basta compiti a casa, si fa tutto a scuola: in Francia è già realtà dal 2017, in Italia dibattito aperto, su orizzontescuola.it. URL consultato il 24 marzo 2024.
  37. ^ Compiti a casa, quanto sono utili o necessari e quali assegnare per casa: il dibattito pedagogico internazionale e all’IC “Rettore Filippo Evola” di Balestrate, su orizzontescuola.it. URL consultato il 24 marzo 2024.
  38. ^ Compiti a casa: una questione da affrontare, su scuola7.it. URL consultato il 24 marzo 2024.
  39. ^ In che modo i compiti a casa influiscono sul sonno degli studenti?, su cibdol.com. URL consultato il 24 marzo 2024.
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