Italcementi
Italcementi S.p.A. fondata nel 1864, è un'azienda italiana di materiali da costruzione con una capacità produttiva di oltre 60 milioni di tonnellate di cemento annue, diventando il quinto produttore di cemento a livello mondiale. La società è stata quotata presso la Borsa di Milano dal 1874[2] fino all'11 ottobre 2016, venendo revocata dal giorno successivo, in seguito al successo dell'OPA, lanciata da HeidelbergCement France a 10,60 euro per azione. Da allora è controllata dal gruppo tedesco HeidelbergCement con il 96,3% del capitale.[3] StoriaLe originiLa storia di Italcementi dal XIX secolo
Le radici di Italcementi affondano nella Società Bergamasca per la Fabbricazione del Cemento e della Calce Idraulica, nata su iniziativa di Giuseppe Piccinelli (4 dicembre 1832 - 24 dicembre 1910) che, sulle orme del successo di una fabbrica di calce a Palazzolo sull'Oglio, decide di avviare una propria produzione di leganti idraulici. La prima cottura nel forno di Scanzo avviene l'8 febbraio 1864. Il prodotto, macinato da un mugnaio in un mulino ad acqua, dà come risultato un cemento idraulico che dimostra, per i tempi, proprietà straordinarie. Il cemento di Scanzo si diffonde rapidamente e viene utilizzato per la realizzazione di diverse grandi opere, tra cui il ponte sul fiume Adda, realizzato con 16 archi a Rivolta d'Adda (Lombardia), la stazione ferroviaria di Santa Lucia a Venezia, dove è decisiva l'efficacia del legante anche sott'acqua e il Canale di Suez in Egitto (una presenza nel mercato egiziano che tornerà poi in modo significativo nella storia del Gruppo). Nel giro di soli due anni la produzione raggiunge le 7 000 tonnellate di cemento e si amplia ulteriormente con l'acquisto, nel 1873, della originaria concorrente di Palazzolo. Agli inizi del Novecento, la gestione passa nelle mani dei fratelli Pesenti che fondono la loro società Fabbrica Cementi e Calci Idrauliche Fratelli Pesenti fu Antonio con la società creata da Piccinelli; nasce così un Gruppo che può contare su 12 cementerie con più di 1.500 addetti e con una produzione di oltre 210 000 tonnellate. Nel 1927, poco più di sessanta anni dopo la nascita e con il titolo già quotato in Borsa da 2 anni, la società assume la sua attuale ragione sociale: le cementerie sono 33 con una produzione di 1,8 milioni di tonnellate, pari al 44% del mercato nazionale. Il governo di questa crescita è affidato a Cesare Pesenti, che, intuisce, per primo, la necessità di garantirsi un approvvigionamento continuo di energia a costi competitivi per gli impianti, ottenuta soprattutto attraverso le centrali idroelettriche. Centrali che nel corso della storia di Italcementi hanno visto un importante sviluppo fino alla nascita, nel 2001, di Italgen, che attualmente conta 14 centrali idroelettriche interconnesse attraverso una rete di circa 400 chilometri di elettrodotti e un impianto fotovoltaico in Emilia-Romagna, più altri impianti all'estero. Già negli anni Venti, Italcementi indirizza la propria strategia industriale verso due direzioni: sviluppo di nuovi prodotti, adozione di nuovi processi, nuovi sistemi di lavorazione e miglioramenti qualitativi della produzione. Nel periodo fra le due guerre, il Gruppo prosegue nell'espansione a tappe, prima fra tutte la Società Anonima Fabbrica Calce e Cemento di Casale, il principale concorrente dotato di impianti di produzione con tecnologie innovative per l'epoca. Nei primi anni quaranta le redini passano a Carlo Pesenti, che con il cugino Antonio rappresenta l'impegno della terza generazione della famiglia. Il suo dinamismo porterà allo sviluppo della società e più in generale alla crescita dell'imprenditoria italiana. Nel 1946 il Gruppo si riorganizza con la creazione di tre nuove società: Sacelit, Società Calci Idrate d'Italia e Italmobiliare. A quest'ultima (che nel 1979 passa da controllata a controllante di Italcementi) vengono assegnate le partecipazioni azionarie non legate al core business che nel tempo includeranno assicurazioni, banche, industrie e giornali. Il centenarioAl giro di boa del centenario, nel 1964, Italcementi può contare su 8 consociate e 28 stabilimenti. Ha una produzione di 7,5 milioni di tonnellate e occupa il tredicesimo posto fra le società nazionali per fatturato. Alla fase di espansione, sostenuta dal ciclo positivo dell'edilizia, segue negli anni settanta un periodo più critico legato alle difficoltà connesse alla crisi petrolifera e alla conseguente esplosione dell'inflazione e dei tassi di interesse. Nel 1984, alla scomparsa del padre, la guida viene assunta da Giampiero Pesenti - già Direttore Generale - che decide di concentrare il Gruppo sul core business, avviando un piano per la riduzione dell'indebitamento attraverso il contenimento dei costi, la cessione di alcune attività e lo sviluppo di nuove sinergie. Il Gruppo ha intanto raggiunto il livello di 14 milioni di tonnellate di produzione, impiegando 6.500 dipendenti. La presenza globaleAlla fine degli anni ottanta, Italcementi avvia le prime iniziative di internazionalizzazione; ma è con l'acquisizione di Ciments Français, nell'aprile del 1992, che si realizza in un sol colpo il processo di globalizzazione della società. Un'operazione che racchiude tre primati: si tratta della più rilevante acquisizione industriale realizzata all'estero da un gruppo italiano; è il più importante aumento di capitale (5 miliardi di vecchi franchi francesi pari a 762 milioni di euro) effettuato alla Borsa di Parigi ed è il più rapido aumento di dimensioni mai registrato da una società industriale italiana, che passa da un fatturato pre-acquisizione di 1.500 miliardi di lire (775 milioni di euro) a un giro d'affari consolidato di oltre 5 000 miliardi (2.582 milioni di euro) del nuovo Gruppo. L'acquisizione - che ha richiesto un impegno di circa 1.500 miliardi di lire (775 milioni di euro) - cambia la fisionomia del Gruppo: il peso dell'Italia sui ricavi scende dal 97% al 27,5%, le cementerie salgono a 51, le centrali di calcestruzzo a circa 500 e i dipendenti, dislocati in 13 paesi, sono oltre 20.000. Come primo processo di integrazione, a fianco del Comitato Esecutivo che delinea le linee strategiche, nasce il CTG - Centro Tecnico di Gruppo - a cui è demandata tutta l'attività di sviluppo della performance degli impianti e la ricerca, da sempre uno degli impegni irrinunciabili nella storia di Italcementi. Mentre in Italia viene portata a termine, nel 1997, l'acquisizione di Calcestruzzi, l'attenzione del Gruppo, si focalizza sullo sviluppo nei paesi emergenti, nella logica di diversificare i mercati verso aree geografiche con maggiori potenziali di crescita. I primi passi sono rivolti verso l'Europa dell'Est (Bulgaria), ampliando l'orizzonte verso Oriente dove vengono acquisite nuove società in Kazakistan e in Thailandia. La tappa successiva è il posizionamento in India, che rappresenta il terzo mercato mondiale del cemento. Dai piani di sviluppo non resta escluso il continente africano: al rafforzamento della presenza in Marocco si affianca lo sbarco in Egitto. Nel giugno 2007, il Gruppo Italcementi, con l'acquisizione di Fuping Cement, entra nel mercato cinese e nell'agosto 2007 sbarca in Kuwait diventando il primo azionista di Hilal Cement società quotata al Kuwait Stock Exchange. Nel 2015 è stato raggiunto un accordo di compravendita con il gruppo tedesco HeidelbergCement che dalla fine del 2016, dopo l'acquisizione da Italmobiliare S.p.A. per 1,7 miliardi di euro (con una plusvalenza per Pesenti stimata in 800 milioni)[4] e il successo dell'OPA, controlla interamente Italcementi. In merito all'OPA, nel 2018 la Consob sanzionerà l'ex vicepresidente dell'azienda[5] e in seguito multerà per 900.000 euro e sequestro di beni due intermediari di Panama e un dirigente della società.[6] i.labi.lab è il nuovo Centro Ricerca e Innovazione, è un progetto dell'architetto americano Richard Meier. L'edificio, collocato nel Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso di Bergamo si estende su uno spazio di 23.000 m², con 7.500 m² dedicati alla ricerca e innovazione dove lavoreranno circa un centinaio di ricercatori. Il progetto è stato realizzato da Richard Meier, che per le pareti dell'edificio ha utilizzato il TX Active, lo stesso tipo di cemento bianco usato per la Chiesa Dives in Misericordia a Roma. Nel 2010 il progetto ha ricevuto il premio European Greenbuilding Award per la migliore realizzazione in Italia per l'efficienza energetica nella categoria Best New Building[7][8] nell'ambito del progetto Intelligent Energy Europe dell'Agenzia Esecutiva per la Competitività e l'Innovazione (EACI). L'edificio ha raggiunto il livello Platinum della certificazione LEED - Leadership in Energy and Environmental Design nel corso del 2012. L'inaugurazione è avvenuta il 16 aprile 2012 dopo il trasferimento nella struttura di tutti i ricercatori Italcementi. Materiali innovativiItalcementi ha creato i.nova un contenitore in cui sono inclusi tutti i prodotti innovativi dell'azienda. Prodotti significativi per l'architettura e per lo sviluppo sostenibile. TX ActiveNel 2004 Italcementi annuncia la realizzazione di un cemento "Mangiasmog" grazie al biossido di titanio, che a contatto con l'aria trasforma gli agenti inquinanti in nitrato di sodio e calcio, tramite un processo di fotocatalisi. Con tale cemento fu realizzata la pavimentazione di via Borgo Palazzo, una delle strade principali della città di Bergamo. TX Active è il principio attivo fotocatalitico per materiali cementizi, brevettato da Italcementi. I prodotti contenenti TX Active sono in grado di abbattere gli inquinanti organici e inorganici presenti nell'aria e conservano nel tempo la qualità estetica dei manufatti[9]. Il 18 novembre 2009 Italcementi Group, attraverso i laboratori del Centro Tecnico di Sviluppo, hanno testato e validato una formula che comprende due brevetti: TX Active e Rimac, ottenendo così un rivestimento cementizio fotocatalitico con proprietà di resistenza all'usura e agli agenti chimici[senza fonte]. i.lightÈ un nuovo tipo di materiale cementizio che, legando particolari resine, consente di fabbricare pannelli che trasmettono la luce sia dall'interno che dall'esterno. Il materiale è stato utilizzato la prima volta per il Padiglione Italiano all'Expo 2010 di Shanghai. i.climeI ricercatori di Italcementi hanno messo a punto un nuovo cemento termico in grado di ottimizzare le prestazioni termiche e igrometriche degli elementi costruttivi degli edifici, destinati a formare sia rivestimenti esterni che le pareti verticali interne e solai. AzionariatoDal 12 ottobre 2016 Italcementi S.p.A. è quasi interamente controllata (96,3% del capitale) da HeidelbergCement France SAS, società appartenente al gruppo tedesco HeidelbergCement in cui il principale azionista è la famiglia Merkle con il 25,34%.[10] PartecipazioniPrima del 2017La Italcementi, prima dell'acquisizione da parte di HeidelbergCement France, controllava:
Tramite Ciments Français controllava:
Fonte: Bilancio consolidato Italcementi 2006 A partire dal 2017
LoghiIn base agli accordi la Italcementi conserva il suo logo anche dopo l'acquisizione di HeidelbergCement.[15] Note
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