La calandria (film 1972)
La calandria è un film del 1972 diretto da Pasquale Festa Campanile, basato sulla cinquecentesca commedia omonima in cinque atti del cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena. TramaIl virile e superdotato Lidio viene scoperto dal duca Ferruccio nella camera di sua moglie Lucrezia, e messo alla gogna. Durante la punizione scommette con lo stesso duca di riuscire a sedurre Fulvia, la giovane sposa dell'anziano benestante Calandro, nel tempo di un mese, al costo dei suoi genitali. È esiliato nel contempo dalla città proprio per trenta giorni, per cui si traveste da dama di corte e riesce a entrare nella casa di Calandro, venendo assunto per insegnare a Fulvia l'arte di sedurre il vecchio marito, impotente, e poter così procreare. Riesce a portare a letto la sposa e anche la domestica. Calandro, però, s'innamora della finta dama di compagnia e fa di tutto per sedurla. Per ingannare il vecchio e non essere cacciato di casa, Lidio decide di stare al gioco, fingendo di amare Calandro. Quest'ultimo, travestitosi da donna e con la convinzione di risultare invisibile grazie all'aiuto dell'alchimista Ruffo, incontra Lidio di nascosto. Fulvia fa finta di scoprire la relazione segreta di suo marito e improvvisa una scenata nella quale Calandro viene malmenato dai due. Nella fuga, Calandro viene assalito da due ubriachi che lo seviziano; Lidio e il corrotto alchimista gli fanno credere di essere rimasto incinto. Lidio viene però imprigionato da Ferruccio dopo un brutale scherzo e appeso per i testicoli in punta di piedi; sfinito, Lidio cede alla fatica e viene castrato; infine, è costretto a esibirsi nell'unica cosa che gli riesce bene: cantare nel coro di voci bianche della chiesa. ProduzioneLuoghi delle ripreseGli esterni vennero girati in provincia di Siena: molte scene nella centrale Piazza Pio II di Pienza, mentre il palazzo abitato da Calandro è l'adiacente Casa dei Canonici; il luogo in cui abita Ruffo è la fortezza di Montalcino del XIV secolo.[1] CensuraI tagli effettuati per volere della commissione di revisione riguardarono:
Il film ottenne il nulla-osta alla proiezione col divieto di visione ai minori di 14 anni. Tale limitazione è stata rimossa nel 2009; durante questa revisione sono stati eliminati 38 secondi in cui venivano utilizzati degli animali.[2] DistribuzioneVenne distribuito nei cinema italiani nel dicembre del 1972. Critica«Gli sceneggiatori Jemma, Clerici e Festa Campanile rispettano l'intreccio temperando il delirio formale del Bibbiena e riducendo spesso il dialogo a poca cosa. Festa Campanile si trova poi come regista svantaggiato dalla brutalità del verismo cinematografico: quella che sulla scena viene accettata come una finzione, sullo schermo è imposta grazie a trucchi e convenzioni. Perciò il massimo sforzo di regia consiste nel moderare il virile profilo aquilino di Buzzanca in vesti femminili e nel prestare al contorno di uomini e donne una buona dose di dabbenaggine. Lando Buzzanca non sfigura, mentre accanto a lui sono impeccabili attori come Randone (Calandro), la Raspani Dandolo, Scaccia e la stessa graziosa Agostina Belli. La Calandria 1972 è in definitiva un'operazione di ricalco senza giustificazione vera, che però distanzia gli squallidi prodotti del filone delle pellicole ardite all'italiana.» «Il regista [...] ha cercato di trasferire nei fiaschi novecenteschi l'olio e l'aceto del Rinascimento [...] La Calandria rivisitata da Pasquale Festa Campanile fa perciò un curioso effetto. Si ride, ma senza allegria.» Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
|