Tuscia, anni '80, a Riparbella un gruppo di tombaroli si guadagna da vivere trafugando reperti etruschi. Tra di loro vi è anche Arthur, giovane inglese, che ha la capacità soprannaturale di percepire il punto in cui si trovano antiche tombe etrusche. Dopo essere stato arrestato durante una spedizione, rientra in paese e riprende i rapporti con la banda di tombaroli con cui aveva già lavorato in passato. Nel frattempo, nonostante sia ancora legato alla defunta amata Beniamina, Arthur conosce e inizia una relazione con Italia, una ragazza brasiliana. Egli guida la banda di tombaroli a ritrovare un corredo funerario che gli permette di saldare almeno in parte il suo debito con Spartaco, un ricettatore di reperti archeologici. La banda di tombaroli, grazie alle capacità di Arthur, effettua un secondo ritrovamento, stavolta molto più remunerativo. Italia, che è con loro, minaccia di chiamare la polizia se non interrompono di profanare quel luogo sacro, ma viene allontanata.
Entrano tutti nella camera sepolcrale e trovano la statua di una dea che potrebbe renderli ricchi. Mentre sono nel sottosuolo, si accorgono che sono sopraggiunte sul posto varie automobili dotate di girofaro. Credendo si tratti delle forze dell'ordine informate da Italia, sono costretti a scappare, portando con loro solo la testa della statua. Arthur ed il resto della banda successivamente scoprono che le automobili erano solamente camuffate; in realtà erano altri tombaroli che lavoravano per Spartaco e che hanno portano al ricettatore la preziosa statua senza testa. Quindi la banda raggiunge il panfilo nel momento in cui "Spartaco", in realtà una donna tedesca, sta battendo all'asta per alcuni ricchi compratori la statua, e nell'accesa discussione che ne deriva Arthur, tenendo in considerazione più la sua bellezza che il valore economico, getta la testa di marmo nel lago.
Ormai isolato, si ricongiunge brevemente con Italia, per poi tornare a fare il tombarolo con un diverso gruppo di tombaroli, attività che evidentemente lo fa sentire vicino alla defunta Beniamina. Effettua un ennesimo ritrovamento, ma, mentre scende nel sottosuolo facendosi luce con una candela, un crollo improvviso copre la buca d'accesso. Dopo alcuni istanti di buio, durante i quali le voci degli altri tombaroli rimasti fuori si fanno sempre più tenui sino al silenzio assoluto, riappare Arthur, forse morto, che accende la candela e si addentra nella camera sepolcrale fino a trovare un filo rosso che pende dal soffitto. Si tratta dello stesso filo rosso che all'inizio del film, dipanandosi dal vestito di Beniamina rimane impigliato nel suolo. Arthur lo tira verso il basso e, dal punto altissimo del soffitto da cui esce il filo, si apre un baluginio di luce.
Produzione
Alice Rohrwacher ha ideato il film come il terzo e ultimo capitolo di una trilogia iniziata con Le meraviglie nel 2014 e proseguita con Lazzaro felice nel 2018, intenta a investigare il nostro rapporto con il passato.[9] Per la prima volta, la regista ha optato per un cast internazionale e le riprese sono iniziate nel Lazio nel febbraio 2022.[10] Il lungometraggio è stato girato nel Lazio settentrionale (fra Tarquinia, Blera, San Lorenzo Nuovo e Civitavecchia) e nella Toscana meridionale (fra Montalcino, Ferrovia Asciano-Monte Antico e Torrenieri),[11] mentre la scena della stazione è stata girata a Gallese, in provincia di Viterbo, nella dismessa stazione Rfi di Gallese Bassanello rinominata per il film "Riparbella".[12]
Il film è costato circa 9,6 milioni di euro.[13]
Promozione
La prima clip del film è stata pubblicata online il 22 maggio 2023.[14]
Distribuzione
Il film è stato presentato in anteprima il 26 maggio 2023 in concorso al 76º Festival di Cannes.[15] È uscito nelle sale cinematografiche italiane giovedì 23 novembre 2023.
Accoglienza
Incassi
Nel fine settimana di apertura, compreso tra il 23 e il 24 novembre, il film ha incassato al botteghino €11.653, con 1.458 spettatori.[16] Al 20 dicembre, ha incassato 662329€, con 96759 biglietti venduti.[17]
Peter Bradshaw del The Guardian ha assegnato al film 5 stelle su 5, riportando che il film «occupa totalmente il proprio spazio narrativo», che descrive «un senso struggente dell'Italia come scrigno di glorie passate, una cultura necropolitana di antica eccellenza», attraverso la regia «esilarante e celebrativa nel suo stile assolutamente distintivo».[31] Guy Lodge di Variety apprezza la capacità della regia e della fotografia, scrivendo che le scelte stilistiche «denotano il senso transitorio della realtà del film stesso, e gli stati di pragmatismo terreno e di rêverie luttuosa» del protagonista, attraverso una narrazione che «sfiora il trascendentale senza immergersi nel favolismo».[32]
Paola Casella di MYmovies.it ha definito il film «completamente libero» come la regista, che attraverso le scelte del formato della cinepresa si pone «come unico imperativo l'aderenza totale alla storia e ai personaggi», trovando riferimenti da cinema muto, oltre che di Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini.[33] Anche Alessandro De Simone di Ciak riporta che sia visibile «una struttura dichiaratamente pasoliniana» in cui inserisce «una calcolata anarchia narrativa e nella messa in scena», trovandolo nel complesso «semplicissimo, il caos è ordinato, affascinante e magico», sebbene «lo sarebbe potuto essere di più».[34] Andrea Chimento de Il Sole 24 Ore ha descritto il progetto come «l’operazione più ambiziosa e profonda» di Rohrwacher, che sebbene «nella parte centrale giri troppo a vuoto», risulta essere «un film intrigante ed enigmatico, dotato di un’atmosfera simbolica che lo rende un lungometraggio meritevole di essere pensato e digerito».[35]
Nel dicembre 2023 la regista del film e l'attore Josh O’Connor hanno pubblicato un videomessaggio contenente un appello per chiedere un aumento delle sale cinematografiche disposte a proiettare la pellicola.[41][42] Successivamente all'attenzione mediatica del videomessaggio, La Chimera è stato riprogrammato in numerose sale cinematografiche italiane, divenendo il primo incasso in molte sale delle più grandi città italiane tra cui Milano, Roma, Bologna, Torino e Firenze.[43]
In un articolo pubblicato su Il Post è stato fatto notare che l'obiettivo primario del film fosse quello di essere visionato come esempio del cinema italiano nei festival internazionali, a discapito degli effettivi incassi al botteghino.[44]The Hollywood Reporter Roma ha associato l'atteggiamento dei cinema italiani simile a quello tenuto nei confronti del film Misericordia di Emma Dante, anch'esso partecipante in concorso in festival internazionali.[45]