Mantis religiosa
La mantide religiosa (Mantis religiosa Linnaeus, 1758), denominata anche mantide europea, è una delle specie più comuni dell'ordine Mantodea. EtimologiaIl nome della specie deriva dal greco "mantis", cioè profeta, indovino, e fa riferimento alla postura delle zampe anteriori che ricorda un atteggiamento di preghiera. DescrizioneI maschi, in età adulta, raggiungono una lunghezza di 5–6 cm mentre le femmine possono raggiungere gli 8 cm.[2] L'addome degli esemplari maschili si articola in otto segmenti, mentre nelle femmine in sei. La sua colorazione varia dal verde brillante al marrone chiaro.[3] Altra caratteristica è la presenza di due ocelli neri, uno per ogni zampa anteriore nel lato interno, mostrati all'occorrenza a scopo difensivo.[2] Ha due paia di ali attaccate sul dorso in corrispondenza della coppia di zampe posteriori e mediane. BiologiaLe neanidi della mantide in natura nascono in maggio/giugno, per diventare adulte nel mese di agosto. Le uova vengono deposte in ooteche, prodotte dalla femmina, durante la stagione fredda. Ogni ooteca contiene in media 60-70 uova e può arrivare fino a 200. L'accoppiamento delle mantidi è caratterizzato da cannibalismo post-nuziale: la femmina, dopo essersi accoppiata, o anche durante l'atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento[4][5]. Questo comportamento è dovuto al bisogno di proteine, necessarie alla rapida produzione di uova; prova ne è che la femmina d'allevamento, essendo ben nutrita, spesso "risparmia" il maschio. Si nutrono di mosche, grilli, falene e altri piccoli insetti e talvolta anche di piccoli rettili e anfibi.
DistribuzioneLe mantidi sono originarie dell'Africa, da cui si diffusero rapidamente nell'Europa meridionale e nell'Asia minore.[2] Si è diffusa anche in Nord America come specie aliena.[3][6] Sono diffuse soprattutto dove le temperature sono più alte, infatti la loro presenza è notevolmente inferiore nell'Europa centrale e quasi nulla nell'Europa del Nord. In Germania sono considerati animali protetti e la loro cattura è vietata. In Italia è abbastanza comune in tutto il territorio, dalle zone prealpine sino alla fascia costiera, isole comprese. Note
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