Maria Celeste Crostarosa
Giulia Crostarosa, in religione Maria Celeste del Santissimo Salvatore (Napoli, 31 ottobre 1696 – Foggia, 14 settembre 1755), è stata una religiosa italiana, fondatrice dell'Ordine del Santissimo Redentore. È stata beatificata nel 2016. BiografiaLa Crostarosa era figlia del magistrato abruzzese Francesco, nobile dell'Aquila e di Pizzoli, e di Paola Battistina Caldari. Il 1º novembre 1696 ricevette il battesimo nella chiesa napoletana di San Giuseppe Maggiore e le fu imposto il nome di Giulia Marcella Santa.[1] Ebbe come direttore spirituale il sacerdote Bartolomeo Cacace e, su suo consiglio, emise voto di castità perpetua.[1] Nel 1716 accompagnò sua sorella Orsola al monastero delle carmelitane scalze di Marigliano e vi rimase come religiosa con il nome di suor Candida del Cielo: durante il suo soggiorno a Marigliano, scelse come nuovo direttore spirituale il pio operaio Tommaso Falcoia, poi vescovo di Castellammare, che nel 1720 aveva fondato a Scala un monastero femminile sotto la regola delle visitandine.[1] Agli inizi del 1724, poiché la duchessa Isabella Mastrilli aveva fatto chiudere il monastero di Marigliano, si trasferì insieme con la sorella al monastero di Scala[2] e assunse il nome di suor Maria Celeste del Santo Deserto.[3] Mentre era ancora novizia, dopo un'esperienza mistica (il 25 aprile 1725 ebbe una visione che l'ispirò a iniziare un nuovo ordine), redasse una regola che, grazie all'appoggio di Falcoia, ottenne l'approvazione ecclesiastica.[2] Con la mediazione di Alfonso Maria de' Liguori, il vescovo di Ravello Nicola Guerriero autorizzò la trasformazione della comunità di Scala in monastero sotto il titolo del Santissimo Salvatore e il 13 maggio 1731 (festa di Pentecoste) le monache adottarono la regola della Crostarosa, che iniziò a farsi chiamare Maria Celeste del Santissimo Salvatore.[3] A causa della pretesa di Falcoia di rimaneggiare la sua regola, nel 1733 la Crostarosa lasciò Scala e si ritirò a Nocera Superiore, nella frazione di Pareti, in un monastero che riformò per ordine del vescovo.[2] Trascorse anche un periodo a Roccapiemonte.[3] Dopo cinque anni fu chiamata a Foggia per fondare un monastero sotto la sua nuova regola e il 19 marzo 1738 rivestì le sue monache dell'abito religioso.[2] A Foggia ricevette la visita di Gerardo Maiella e di Alfonso Maria de' Liguori, che le inviò anche i suoi componimenti poetici.[3] Morì nel suo monastero di Foggia dopo 17 anni, nel 1755.[4] CultoIl processo diocesano per la beatificazione di Maria Celeste Crostarosa si celebrò a Foggia nel 1879 e nel 1884.[5] La Congregazione dei riti esaminò gli scritti dalla religiosa e, con decreto dell'11 dicembre 1895, li dichiarò immuni da errori.[6] La causa di beatificazione fu introdotta a Roma l'11 agosto 1901.[5] Il 3 giugno 2013 papa Francesco ha autorizzato la pubblicazione del decreto circa l'esercizio eroico delle virtù della serva di Dio Maria Celeste e il 14 dicembre 2015 lo stesso pontefice ha riconosciuto l'autenticità di un miracolo attribuito all'intercessione della venerabile, approvandone la beatificazione.[7] Il rito, presieduto dal cardinale Angelo Amato, è stato celebrato nel Santuario di Maria Incoronata a Foggia il 18 giugno 2016.[7] Il corpo della beata è conservato presso il Monastero delle Redentoriste del Santissimo Redentore a Foggia, dove era conosciuta come la "santa priora".[3] Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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