Mario Tadini (militare)
Mario Tadini (Castano Primo, 9 ottobre 1914 – Quoram, 19 marzo 1936) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2]. BiografiaNacque a Castano Primo, provincia di Milano, il 9 ottobre 1914.[3] Per svolgere il servizio militare di leva nell'aprile 1935 si arruolò nella Regia Aeronautica in qualità di allievo motorista e nel mese di maggio venne assegnato al 14º Stormo Bombardamento Terrestre.[1] Divenuto aviere scelto motorista nell’ottobre successivo, volle seguire l'esempio di suo padre e del fratello partiti volontari per combattere nella guerra d'Etiopia e nel novembre partì per l'Eritrea ove fu assegnato alla 6ª Squadriglia da bombardamento.[1] La sua acquisita perizia nella specializzazione e la sua bravura lo portarono a distinguersi in varie azioni di guerra.[1] Rimasto gravemente ferito in azione da una pallottola esplosiva nel cielo di Quoram il 18 marzo 1936, decedette il giorno successivo presso il posto di medicazione di Forte Galliano.[1] Decorato dapprima con medaglia d'argento al valor militare,[3] con Regio Decreto del 27 aprile 1943 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Onorificenze«Durante un'azione aerea di bombardamento, rimasti feriti il proprio ufficiale pilota ed altri due uomini dell'equipaggio, raggiunto in pieno da un proiettile di artiglieria avversaria che gli troncava una gamba e produceva larghi squarci ai serbatoi del carburante, ricusava ogni amorosa assistenza e sollecitava i propri camerati perché avessero soprattutto cura del loro ufficiale. Raccolte in un estremo sforzo le proprie energie, strappato un lembo della propria tenuta di lavoro, riusciva ad effettuare un tamponamento di fortuna al serbatoio centrale assicurando per tal modo l'alimentazione dei motori e la salvezza dell'equipaggio e del materiale di volo. Nella medicazione a terra sopportava con stoica fermezza il tormento della ferita e, conscio dell'imminente fine, dedicava l'ultimo anelito della propria generosa esistenza all'invocazione dell'Italia vittoriosa, lieto di aver offerto in olocausto la propria vita per la gloria del Re, della Patria, del Duce, dell'Arma. Cielo di Quoram, Ascianghi, 18 marzo 1936.[4]»
— Regio Decreto 27 aprile 1943.[3] — Regio Decreto 14 maggio 1936.[3]
NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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