Mayy ZiyadeMayy Ziyade (in arabo مي زيادة?, Mayy Ziyāda; Nazareth, 11 febbraio 1886[1][2] – Il Cairo, 17 ottobre 1941) è stata una scrittrice e poetessa libanese-palestinese, nata nell'allora Mutasarrifato del monte Libano, all'epoca parte del vilayet ottomano di Siria (Shām). Nata Mārī Iliyās Ziyāde o Ziyādah, Ziadé, Ziyada oppure Ziadeh fu una prolifica scrittrice e poetessa arabografa. Fu una figura chiave della Nahda politica e culturale dei primi del XX secolo. È nota anche per essere stata un'importante femminista araba."[2][3][4] BiografiaGioventùMayy Ziyade nacque nel Mutasarrifato del monte Libano da padre cristiano maronita (famiglia Shahtul) e da madre palestinese cristiana-ortodossa, Nazīha Muʿammar. Suo padre, Eliyās Ziyāde, era direttore del giornale al-Maḥrūsa. Ziyade frequentò la scuola elementare a Nazaret. Dato che il padre proveniva dalla regione libanese del Keserwan del Monte Libano, a 14 anni si spostò a ʿAyn Ṭūra (nota anche come Antoura) per proseguire gli studi secondari in un convento-scuola francese per ragazzi.[2] I suoi studi colà la avvicinarono alla letteratura francese e a quella romantica, che la affascinarono in modo particolare.[5] Frequentò varie scuole cattoliche in Libano e nel 1904 tornò a Nazaret dai suoi genitori.[2] Si dice che abbia pubblicato i suoi primi articolo all'età di 16 anni. Ziyade non si sposò mai, ma ebbe un'importante relazione spirituale e intellettuale con uno dei grandi letterati arabi del XX secolo, il poeta e scrittore libanese-statunitense Khalil Gibran. Sebbene i due non s'incontrassero mai (Gibran viveva a New York), essi mantennero una stretta e fervida corrispondenza epistolare per 19 anni, fino alla morte di Gibran nel 1931.[6] Tra il 1928 e il 1932, Mayy patì una serie di lutti personali, a cominciare della morte dei genitori, di suoi amici e, soprattutto, di Khalil Gibran. Cadde in uno stato di profonda depressione e a nulla servirono i suoi viaggi in Francia, nel Regno Unito e in Italia (a Roma). Mayy Ziyade fu profondamente umiliata e ferita da quella decisione, ma infine si riprese e uscì dall'ospedale dopo che un rapporto medico aveva dimostrato che era in perfetta salute mentale. Si spostò al Cairo, dove morì il 17 ottobre 1941.[2][7] Giornalismo e studi linguisticiNel 1908, era emigrata infatti con la famiglia in Egitto, dove suo padre fondò il giornale "al-Maḥrūsa" e Mayy Ziyade contribuì al quotidiano con un certo numero di articoli.[2] Ziyade era particolarmente interessata alla conoscenza delle lingue, studiandole privatamente a casa grazie a un paio di francesi cattolici, e nella Università Egiziana (d'impianto laico e moderno)[8] dove seguì Filosofia e Letteratura. Studiò con grande passione varie lingue moderne e, come risultato, Ziyade divenne pienamente bilingue (in Lingua araba e lingua francese), acquisendo anche una buona conoscenza professionale dell'inglese, dell'italiano, del tedesco, dello spagnolo, del latino e del greco moderno.[9] Si laureò nel 1917.[1] Figura chiave letteraria arabaZiyade è assai apprezzata nei circoli letterari arabi. Accolse numerosi scrittori e scrittrici e intellettuali nel suo salone letterario creato nel 1912. Tra quanti lo frequentarono possiamo ricordare Muḥammad ʿAbduh, Ṭāhā Ḥusayn, Khalīl Muṭrān, Aḥmed Luṭfī al-Sayyed, Qāsim Amīn, Anṭūn Jumayyil (Gemayel), Walieddine Yakan, ʿAbbās al-Akkād e Yaʿqūb Sarrūf.[2] Fu suo merito aver fatto conoscere la poesia di Gibran in Egitto[10] Basi etico-filosoficheFemminismoDiversamente dalla principessa Nazli Fadil e Hoda Sha'rawi, Mayy Ziyade era più una 'donna di lettere' che una riformatrice sociale. Tuttavia si occupò del giovane movimento di emancipazione della donna[11] e ne fu infine profondamente coinvolta: un compito da affrontare prima di ogni altra cosa, fronteggiando l'ignoranza e le tradizioni anacronistiche che bloccavano il progresso del mondo arabo. Ella considerava che le donne fossero l'elemento basilare di ogni società umana e scrisse che una donna non liberata non poteva alimentare i figli col proprio latte quando questo avesse avuto il fetore del servaggio.[2] Mayy specificò che l'evoluzione femminile per l'uguaglianza non obbligava a rinunciare alla propria femminilità, ma che piuttosto essa fosse un processo da sviluppare in modo parallelo.[2] Nel 1921, Mayy partecipò a un congresso dal titolo "Il fine della vita", in cui invitò le donne arabe ad aspirare alla libertà e ad essere aperte nei confronti dell'Occidente, senza rinunciare all'identità culturale araba.[3] Malgrado la sua morte nel 1941, il suo lascito spirituale rappresenta ancora un ideale del primo movimento femminista libanese. Mayy credeva nella liberazione della donna e il primo movimento si focalizzava su ciò che si doveva fare in materia di istruzione, di diritti elettorali attivi e passivi e, infine, dell'adeguata partecipazione femminile alla politica e a una corretta rappresentanza nelle istituzioni statali.[12] Romanticismo e OrientalismoPortandosi dietro come patrimonio romantico quanto acquisito fin dalla fanciullezza, Mayy Ziyade fu positivamente influenzata da Lamartine, Byron, Shelley e infine Gibran. Ciò è evidente nella maggior parte delle sue opere. Spesso rifletteva sulla sua nostalgia per il Libano e la sua fertile, sensibile e vibrante immaginazione fa parte della sua personalità misteriosa, malinconica e disperata.[2] OpereIl primo lavoro pubblicato da Mayy fu Fleurs de rêve (1911): un volume di poesia, scritto in francese, usando come pseudonimo Isis Copia. Scrisse assai ampiamente in quella lingua e, occasionalmente, in inglese e in italiano, ma prese a scrivere sempre più sovente in arabo man mano che si chiariva il suo mondo culturale. Pubblicò scritti di critica letteraria e biografie, volumi di poesia in versi liberi (senza rima o attenzione alla metrica), saggi e novelle. Tradusse numerosi autori europei, incluso Sir Arthur Conan Doyle dall'inglese, 'Brada' (la Contessa italiana Henriette Consuelo di Puliga) dal francese, e Max Müller dal tedesco. Ospitò nel suo salone al Cairo famosi letterati arabi durante gli Anni venti e gli Anni trenta del XX secolo.[13] Tra i suoi lavori in arabo maggiormente noti figurano:
oltre a: - Sawāneḥ fatāt سوانح فتاة Note
Bibliografia
Ulteriori riferimenti bibliografici
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