Mignon è partita
Mignon è partita è un film italiano del 1988 diretto da Francesca Archibugi ed interpretato, fra gli altri, da Stefania Sandrelli e Massimo Dapporto. TramaMignon, quindicenne parigina sofisticata, snob e altezzosa, giunge a Roma ospite di un ramo 'popolano' della sua famiglia, i Forbicioni, mandatavi dalla madre dopo che il papà, fratello del capo famiglia romano, si è trovato sotto inchiesta della Giustizia francese a causa del crollo di un palazzo costruito con materiali difettosi dalla sua impresa edile a Il Cairo, che ha causato la morte di due persone. La ragazza è un corpo estraneo tra uno zio troppo assente, la svagata zia Laura e i cinque cugini e, riservata e superba, anche dichiaratamente scontrosa, nulla fa per integrarsi con questi: non con la coetanea, e "trucida", Chiara, con cui litiga spesso, non col più grande Tommaso, grossolano diciassettenne, né con la piccola e imbranata Antonella, né col piccolo Giacomino di un anno e mezzo. Si trova invece a legare piuttosto con il tredicenne Giorgio, che ha forse i suoi stessi gusti in tema di libri, che ama lo studio e la letteratura; Giorgio finisce per innamorarsi di lei ma, timido e riservato, non lo rivela a nessuno. Cacio, becero bulletto di quartiere e grande amico di Tommaso – che induce persino a rubacchiare in casa per pagarsi le uscite insieme –, la corteggia sguaiatamente e la straniera, annoiata e inquieta, tormentata dal rifiuto della madre che continua a lasciarla in Italia, finisce con l'abbandonarsi a lui nella libreria dello zio, in cui ha iniziato a lavorare – e che, simbolicamente, tutto è diventata, in particolare un luogo di incontri sessuali clandestini, piuttosto che un centro di vita intellettuale, dacché anche il titolare la usa come background e alibi della sua endemica infedeltà alla moglie. Giorgio, scoprendo la ragazza avvinghiata a Cacio, ne è sconvolto, perde interesse a tutto. Un giorno in cui egli anticipa il ritorno a casa, dopo una discussione con la docente di latino del Mamiani, Laura teme che il ragazzo possa aver scoperto la sua tresca con lo zio Aldo: Giorgio, comunque sconcertato dallo stato della madre e sempre più stravolto, finisce all'ospedale per un tentativo di suicidio dopo aver ingerito palline di naftalina, ma viene salvato da una tempestiva lavanda gastrica. Laura festeggia, presenti i figli e il marito, il quarantesimo compleanno e la ritrovata unione familiare e proprio allora Mignon comunica alla famiglia di essere incinta: tra lo sgomento generale Giorgio, il più vicino alla cugina, comprende che, come il suo tentato suicidio, anche la gravidanza simulata è un "gesto teatrale", pur dettato da sofferenza e disperazione, per richiamare l'attenzione, poiché Mignon proprio avendo forzato la situazione avrà finalmente la possibilità di tornare a casa. Giorgio, ancora innamorato della cugina, tenta invano di inseguire il taxi che la conduce all'aeroporto, ma è ostacolato dalle sbarre del cancello, attraverso cui, ormai cresciuto, non riesce più a passare. Si rende quindi conto che il suo destino sarebbe potuto evolversi in maniera diversa se solo, una volta che si erano trovati al molo, non avesse mancato un'altra occasione e avesse dato il desiderato bacio a Mignon. AccoglienzaCritica
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