Milano-Sanremo 1936
La Milano-Sanremo 1936, ventinovesima edizione della corsa, si svolse il 22 marzo 1936 su un percorso di 281,5 km con partenza da Milano e arrivo a Sanremo. Fu vinta dall'italiano Angelo Varetto, giunto al traguardo con il tempo di 7h43'00" alla media di 36,479 km/h davanti ai connazionali Carlo Romanatti e Olimpio Bizzi;[1] conclusero la prova 60 dei 143 ciclisti al via.[1][2] PercorsoDopo il foglio firma a Milano in Piazza Mercanti, la corsa prese il via dal quartiere di Conca Fallata e si avviò lungo il consueto percorso verso il mare. Si transitò da Rozzano, Pavia (km 28,8), Casteggio (km 49,8), Voghera, Novi Ligure (km 94,1), Basaluzzo, Ovada (km 117,9), Masone e si superò il Passo del Turchino. Dopo la discesa si transitò tra le altre da Voltri (km 154,9), Arenzano, Cogoleto (km 166,5), i Piani d'Invrea, Savona (km 184,7), Vado Ligure, Noli (km 200), Albenga (km 228,6), Alassio, Capo Berta e Imperia (km 260,1), per giungere infine a Sanremo dopo 281,5 km di gara.[1] Resoconto degli eventiLa Milano-Sanremo 1936, forte di un gruppo di 143 ciclisti partenti, prese il via alle ore 7:40 di una giornata fredda e con cielo coperto.[1] Subito iniziarono scatti e controscatti per andare in avanscoperta: presto si formò una fuga di tre atleti, Augusto Introzzi, Renato Scorticati e Aurelio Dolfi, inseguiti e raggiunti da altri otto, Attilio Masarati, Carlo Romanatti, Adalino Mealli, Angelo Varetto, il tedesco Karl Altenburger, Giovanni Valetti, Enrico Mollo, Giotto Cinelli, a formare la fuga a undici che deciderà la corsa.[1] A Casteggio il vantaggio dei fuggitivi, che lavorarono di comune accordo, era salito a 3'50", a Voghera a 7'10", a Novi Ligure a ben 10 minuti (da registrare in gruppo le cadute di Pietro Guelfi, ricoverato per una ferita alla testa, e di Alfredo Binda, che rimediò una frattura alla gamba destra ponendo di fatto fine alla sua carriera di "Campionissimo").[1][3] Sulle ultime rampe verso il Passo del Turchino Mollo allungò per scollinare con 50 metri su Mealli, Introzzi, Varetto e gli altri; il gruppo transitò a 11'20", preceduto di mezzo minuto dai due contrattaccanti Elio Maldini e Mario Vicini (allo scoperto già da dopo Casteggio).[1] Conclusa la discesa (e iniziata la pioggia), a Cogoleto rimasero davanti in sei, Varetto, Mollo, Introzzi, Cinelli, Mealli e Romanatti, inseguiti a 15" da Scorticati; più attardati a 3'20" Masarati, a 3'50" Altenburger e a 5'30" Dolfi, mentre il primo gruppo inseguitore, con tra gli altri Gino Bartali, Francesco Camusso, Giuseppe Olmo e Learco Guerra, transitò a 10 minuti.[1] Proprio gli "assi" del primo gruppo inseguitore dovettero tutti scontare forature e cadute, non riuscendo a dare consistenza alla rincorsa. A Savona e Noli transitarono per primi in quattro (Scorticati, Romanatti, Mealli e Varetto); a inseguire Introzzi e Masarati con 2'30" di ritardo, e quindi a 7 minuti Olmo, Giovanni Gotti, Cinelli, Mario Cipriani, Adriano Vignoli e Olimpio Bizzi.[1] Rientrati Introzzi e Masarati sulla testa della corsa, in sei passarono ad Albenga con 4'30" sul gruppo di sei guidato da Olmo. Più avanti nel primo gruppo persero contatto Scorticati (caduto) e Mealli, e quindi anche Masarati e Introzzi: a Capo Berta, sempre sotto la pioggia, Varetto e Romanatti transitarono con 35" su Introzzi, 1'40" su Mealli, 2'30" su Bizzi, Cipriani e Vignoli, 2'40" su Olmo e Gotti.[1] Furono proprio Varetto e Romanatti a giocarsi la vittoria, con Varetto, più veloce, che in volata staccò di cinque lunghezze l'avversario;[3] terzo posto per Bizzi, con un ritardo 4'40", in volata su Gotti, Vignoli, Olmo, Introzzi, Mealli e Cipriani.[1] Ordine d'arrivo (Top 10)
Note
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