Palazzo Orzali
Il Palazzo Orzali,[1] già Palazzo Staricco,[2] è uno storico edificio in stile art noveau e neoclassico, sito in via XX Settembre, nel quartiere di San Vincenzo, a Genova in Italia. StoriaIl palazzo fu edificato durante il periodo di forte sviluppo e rivoluzione urbanistica che coinvolse Genova a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento. Artefici principali della riprogettazione moderna della città furono Carlo Barabino e Giovanni Battista Resasco, mentre di via XX Settembre, asse viario fortemente voluto dal sindaco Andrea Podestà,[4] tracciata sul percorso delle precedenti via Giulia e via della Consolazione, si occupò prevalentemente Cesare Gamba.[5][6] Lungo il suo tracciato e nelle vie adiacenti, sorsero i più importanti edifici in stile liberty e neoclassico della città, tra il 1892 e il 1912. Il progetto di Palazzo Orzali fu affidato all'architetto lucchese Gaetano Orzali,[7][8] che si era trasferito a Genova appena ventinovenne e vi sarebbe restato per i successivi cinquantadue anni, sino alla morte. L'edificio, collocato al centro della via, di fronte all'Abbazia di Santo Stefano e al Ponte Monumentale, dirimpetto al palazzo liberty opera di Benvenuto Pesce Maineri,[9] riscosse subito plauso, sino a essere definito dalla stampa dell'epoca «il più bell'edifizio moderno di via XX Settembre».[8] Il palazzo fu progettato in stile neoclassico con influenze dall'Art Nouveau e dall'eclettismo, in quella fusione tipica dell'architettura di Orzali.[10][11][12] Insieme al palazzo, l'architetto progettò anche il monumentale arcone ornamentale collegato col palazzo, e posto nel punto di intersezione fra via Portoria (poi via V Dicembre) e via XX Settembre.[13] Per un periodo, l'architetto stesso prese studio nel palazzo, per poi tornare presso il suo studio storico di via Archimede.[14] Già dai primi anni Trenta del Novecento,[15] il palazzo divenne inizialmente noto come Palazzo Staricco, nome sia del podestà e medico di Borgio Verezzi Giacomo Staricco, proprietario di terreni nell'area (fra i quali quelli su cui sorse anche il civico 5),[16] sia dell'avvocato italo-uruguaiano Juan Staricco (1899), fra i fondatori della camera di commercio italo-uruguaiana,[2] che vi stabilì i suoi studi per molti decenni a partire dai primi anni 1910, seguìto poi dagli eredi, affermatisi in altre professioni.[17][18] Il palazzo fu anche sede della Società Cementifera Italiana, del cui consiglio di amministrazione fecero parte sia Gaetano Orzali sia lo stesso avvocato Staricco.[19][20] Negli anni '50 del Novecento, fra il 1952 e il 1957, alcuni edifici più moderni furono costruiti dal lato posteriore del palazzo, in via delle Casaccie, in alcuni brevi tratti in aderenza all'edificio storico.[21] Nel 2003 il palazzo, costituito da tre unità catastali separate, è stato unito in un'unica unità immobiliare.[18] Nel 2021, il vicino palazzo di Giustizia, in virtù delle restrizioni sanitarie dovute alla pandemia di COVID-19 che hanno reso necessario il reperimento di ulteriori spazi per lo svolgimento delle attività in presenza, ha trasferito presso palazzo Orzali cinque aule destinate alle udienze di cause civili e del lavoro.[22] Fra il 2021 e il 2022 il palazzo è stato interamente ristrutturato, col ripristino completo della facciata, dei cornicioni e dei balconi ornati.[23] DescrizioneL'edificio ha una pianta a E rovesciata, ed è composto da cinque piani, più mezzanino.[7] La facciata, mossa e articolata, presenta tre grandi bovindi che si estendono per tre piani ed è percorsa da tre file di balconate. Nella parte superiore si conclude con un cornicione aggettante sormontato da una mansarda, le cui bucature sono evidenziate da grandi abbaini.[7] Il portone monumentale è in legno, collocato al centro di due colonne, ed è sovrastato da uno scudo (riportante la S di Staricco) oltre ad ampi e dettagliati fregi a voluta. Dall'atrio colonnato, si passa all'ingresso che racchiude due ascensori e una scalinata monumentale a due rami che si articola intorno a un vuoto centrale coperto da un lucernaio.[7] L'ammezzato è servito da altre scale interne costruite per separare gli accessi della zona commerciale da quella a uso abitatico.[7] L'arcone monumentale sulla facciata sud del palazzo è stato edificato subito successivamente al palazzo e permette il prosieguo del porticato pubblico coperto senza soluzione di continuità. Il progetto è anch'esso dell'architetto Gaetano Orzali, con ossatura in cemento armato costruito dalla società dell'ingegnere Giovanni Antonio Porcheddu, e cemento Portland di Broni fornito dalla Società Cementifera Italiana.[13] Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
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