«Scorrendo nella valle poco distante dall'altra riva, volto ad oriente, sta il villaggio di Petrella, noto nella vita di San Berardo, Vescovo dei Marsi, a causa del suo consanguineo Giovanni. Il popolo si riunisce per i riti sacri nella chiesa parrocchiale di Sant'Angelo. Nella stessa valle, ugualmente a undicimila passi che Petrella dista da Cappadocia.[2]»
Sorge nella valle di Nerfa ai piedi del monte Aurunzo (SIC), vicino alle sorgenti del fiume Liri, al confine dell'Abruzzo con il Lazio. Il paese è sovrastato da un'ampia pineta che fu piantata nei primi decenni del Novecento. Nel suo territorio si trovano le grotte di Beatrice Cenci. Dista circa un chilometro e mezzo dal capoluogo comunale[1].
Origini del nome
La caratteristica del paese è la simbiosi con le rocce su cui è costruito, da cui deriva probabilmente il toponimo. Come per le altre omonime località il nome deriverebbe da petraeus, ovvero "ciò che cresce sulla roccia"[3][4] oppure da "piccola pietra", ovvero "pretella" nel dialetto locale[5].
Storia
Le più antiche testimonianze del territorio riguardano gli scavi presso la grotta Cola, dove sono stati rinvenuti resti umani e animali preistorici e antichi, e che secondo le ultime ricostruzioni potrebbe essere stata una grotta-santuario fino all'epoca degli Equi e dei Marsi, che abitavano la valle di Nerfa prima dell'occupazione romana[6].
I primi documenti storici che riportano Petrella sono alcuni carteggi ecclesiastici[7][8]. A parte un'incerta citazione della metà del X secolo[A 1], nel 1051 la chiesa di San Pietro, probabilmente riconducibile alla contemporanea area situata a sud del paese denominata Santo Pietro, venne acquistata dall'abate Umberto di Subiaco[A 2]; nella bolla del 1188 di Papa Clemente III sono invece elencate le chiese di Sant'Angelo e San Giovanni[A 3]. Inoltre, nell'opera seicentesca intitolata Vita di Berardo di Muzio Febonio è riportato un episodio accaduto intorno al 1100 che ha per protagonista un nobile, Giovanni da Petrella, contrapposto alla famiglia Colonna[9][A 4].
Distrutta dal terremoto di Avezzano del 1915 e messa in crisi dalla partenza di molti ragazzi come alpini nella Grande Guerra, si spopolò poi rapidamente con l'emigrazione verso Roma nel secondo dopoguerra. Rimane abitata stabilmente da poche decine di persone e si ripopola, in particolare, durante il periodo estivo.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, originariamente dedicata anche a san Giovanni; l'attuale edificio è stato costruito nel 1940 nella parte nuova del paese dopo che l'antica chiesa nella piazza Centrale fu distrutta dal terremoto del 1915[11][12].
Qui nasce il fiume che attraversa la valle Roveto e tutta la valle del Liri, dove raccoglie le acque di numerosi altri fiumi e torrenti, quasi tutti alimentati da sorgenti carsiche. Percorre il territorio abruzzese, superato il quale nei pressi di Sant'Angelo in Theodice vicino a Cassino, nel punto in cui riceve le acque del fiume Gari, prende il nome di Garigliano andando poi a sfociare nel Mar Tirreno dal golfo di Gaeta[15][16].
Grotta Cola
Costituita da due cavità (Cola I e Cola II), presenta stalattiti e stalagmiti, capelli d'angelo, clessidre, colonne e concrezioni a cattedrale, colate calcitiche bianche e perfino nere, piccole vasche e laghetti[17]. Le due cavità, Cola I e Cola II, sono state scoperte nel 1877 dall'antropologo Giustiniano Nicolucci ed esaminate con più accuratezza nel 1965 dall'archeologo Antonio Mario Radmilli.
Importante patrimonio speleologico. Nei pressi delle grotte è presente un sito archeologico di 300 mq che ha restituito reperti dell'età del bronzo[18] e un itinerario turistico e storico-naturalistico verso l'Ovido, la Grotta Cola e l'inghiottitoio dell'Otre che assorbe il fiume Imele nei pressi di Verrecchie. Sono erroneamente così definite per confusione con Petrella Salto in provincia di Rieti, dove si trova la rocca in cui Francesco Cenci segregò la figlia Beatrice alla fine del XVI secolo[19].
Ovìdo
Detto anche Pozzo dei Piccioni è situato nei pressi delle Grotte di Beatrice Cenci. La cavità è profonda circa 100 metri e vi si getta, con un balzo di circa 30 metri, il torrente Capacqua che sorge sulle montagne che sovrastano Cappadocia[20].
Grotta La Dama
Piccola cavità situata nella valle di Crocicchia, non distante dalle sorgenti del Liri. Studi e rinvenimenti hanno attestato l'utilizzo della caverna da parte dell'uomo dall'Età del bronzo[21].
Società
Tradizioni e folclore
Il 15 e 16 agosto si celebrano annualmente le feste religiose e civili in onore dei compatroni san Michele Arcangelo e san Rocco[4].
Cultura
Centro visita Il Grifone
Si trova nel centro storico. Consente di conoscere da vicino le caratteristiche del territorio, flora e fauna e i percorsi escursionistici[22].
Sport
Arrampicata sportiva
La falesia di Petrella Liri richiama appassionati di arrampicata libera, che scalano le pareti rocciose dell'area posta a sud del paese. Sono oltre 60 le vie d'arrampicata sportiva che la roccia offre[23].
^«Acquisivit in valle Nerfa ecclesiam unam, vocabolo sancti Petri, positam iuxta roccam que Petrella vocatur, cum casis, terris, vineis, libris, paraturis, animalibus et cum omnis bonis suis»
^«Frà gli altri parenti del santo, uno erasi Giovanni della Petrella, castello posto nella Valle di Nerfa, due miglia lontano dalle fonti del Garigliano, e poco più dalla terra di Tagliacozzo, soldato non men prode, che valoroso e audace».
^Regio Decreto che autorizza la frazione Petrella nel comune di Cappadocia a denominarsi Petrella-Liri, n. 908 del 18 luglio 1882.
Fonti
^abcDati su Petrella Liri, su italia.indettaglio.it, Italia in Dettaglio. URL consultato il 26 settembre 2020.
^Storia di Petrella Liri, su cappadocia.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 28 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2016).
^6 giugno 2017, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
^Chiese e monumenti di Petrella Liri, su cappadocia.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 7 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2016).
^ Mario Di Berardino, Grotte di Beatrice Cenci, su cappadocia.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 28 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2016).
^ Serena Cosentino, Vincenzo D'Ercole e Gianfranco Mieli, Grotta La Dama, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 10 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2018).
^Centro visita Il Grifone, su cappadocia.terremarsicane.it, Terre Marsicane (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
^Falesia di Petrella Alta, su abruzzoverticale.it (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2015).
Muzio Febonio, Vita di S. Berardo cardinale del titolo di S. Grisogono e d'altri santi della diocesi de' Marsi, Roma, Niccolò Angelo Tinassi, 1673, SBNBVEE072545.
Alessandro Fiorillo, Storia di Cappadocia, Petrella Liri e Verrecchie, Cappadocia, A.c. Nuovo mondo, 2005, SBNBVE0388095.
Giuseppe Gattinara, Storia di Tagliacozzo, Avezzano, Eirene, 1968 [1894], SBNSBL0393507.
Vincenzo Masotti (a cura di), Historia Cappadociae: storia del paese di Cappadocia dalle origini ad oggi, Cappadocia, Ente Provinciale Turismo; Associazione Pro-Cappadocia, 1996, SBNAQ10030370.
Giuseppe Grossi, Le origini di Avezzano, Avezzano, Rotary Club, 2000, SBNAQ10051571.
Giustiniano Nicolucci, La grotta Cola presso Petrella di Cappadocia nella provincia dell'Abruzzo Ulteriore II, Napoli, Reale Accademia delle scienze e belle-lettere, 1877, SBNUBO3867939.