Pietro CarattoliPietro Carattoli (Perugia, 1703 – Perugia, 1º febbraio 1766) è stato un architetto, decoratore e scenografo italiano. VitaFu allievo dell'architetto perugino Alessandro Baglioni e studiò a Bologna presso il Bibiena[1]. AttivitàL'attività del Carattoli si svolse quasi esclusivamente nella nativa Perugia. Il primo lavoro che qui si documenta risale al 1724 quando dipinge la volta dell'oratorio della Confraternita dei Santi Simone e Fiorenzo presso la chiesa di San Simone[2]. Qualche anno dopo, nel 1729 realizzerà il portale barocco della facciata, mai completata, della basilica Cattedrale[3] dove, insieme ad altri, affrescò le navate[4]. Lavorò verso il 1730 al centralissimo Palazzo Friggeri[5] e fu probabilmente lui a progettare, in località San Martino Delfico, la residenza di campagna dei conti Donini, edificata a partire dal 1730 tra i ruderi del vecchio castello distrutto durante la guerra del sale del 1540[6]. Dopo il terremoto del 1741, al Carattoli fu affidata la demolizione e ricostruzione del secondo piano del Palazzo del Capitano del Popolo, nella centralissima piazza del Sopramuro (ora Matteotti), irreparabilmente danneggiato[7]. Nel decennio tra il 1748 e il 1758 eresse, su progetto dell'architetto romano Francesco Bianchi, il Palazzo Gallenga, già Antinori, di cui decorò le volte dell'appartemento nobile[8]. In quegli stessi anni realizzò nella sua città altri edifici fra cui Palazzo Donini in corso Vannucci e la Biblioteca del Monte, di cui progettò anche gli scaffali, tuttora il loco[9]. Nel 1750 dipinse, con finte architetture prospettiche, un «quadrilungo a volta» dell'oratorio della Confraternita del Santissimo Crocifisso di Santa Maria Nuova[10]. Sempre a Perugia, nel 1765, è impegnato nella ristrutturazione del cinquecentesco Palazzo Graziano Monaldi, nell'antica piazza "del Pane" (ora della Repubblica). Su suo disegno viene internamente ristrutturata nel 1760 la chiesa di Santa Maria della Misericordia[11] nell'ambito dell'omonimo complesso ospedaliero. Lavorò anche per il ripristino dell'antica chiesa di San Francesco al Prato sul cui perimetro medievale nel 1740 costruì una nuova chiesa in stile barocco[12]. Per San Domenico progettò l'altare maggiore e il ciborio[13], mentre nel chiostro architettò «un bel pozzo con 4 colonne architrave e parapetto di travertino»[14]. Nel 1762, insieme a Francesco Appiani, realizzò la sacrestia degli oratorî della Confraternita disciplinata di S. Agostino[15] - per la quale fece delle decorazioni prospettiche[16] e il portico esterno del convento di San Girolamo[17]. Sue decorazioni sono presenti nella chiesa di Santo Spirito edificata nel 1689[18]. Nel 1765, gli accademici del Casino decisero di affidare a Pietro Carattoli il progetto per un rinnovato e più ambizioso teatro.[19] Nacque così il nuovo Teatro del Pavone, il primo grande teatro all'italiana realizzato in muratura in Umbria, al quale «gli diè la opportuna figura di ferro di cavallo»[20]. Lo storico dell'arte Francesco Santi attribuisce ancora al Carattoli il progetto per la sistemazione del Palazzo Manzoni (Perugia), «certamente la personalità più eminente nella prima metà del Settecento. A costui probabilmente si deve non solo l'idea che ha guidato il restauro della facciata, ma anche il piano urbanistico che ha portato alla sistemazione delle scuderie e della piazza antistante»[21]. Di lui ancora si segnalano le quadrature prospettiche nella cappella del Sacramento della Basilica di San Pietro[22], il rimaneggiamento della chiesa di Sant'Agostino[23] e la ristrutturazione della chiesa di Santa Maria della Misericordia. È forse suo anche il baldacchino sostenuto da angeli sulla parate dell'altare dell'oratorio della Congregazione dei nobili[24]. Ancora dipinse «ad arabeschi alla tedesca» la volta della cappella nel cortile del Collegio Gregoriano (detto Sapienza vecchia)[25] Dopo la sua morte, tra il 1768 e il 1770, i suoi disegni verranno utilizzati dal priore Filippo Rancati da Lodi per il rifacimento della chiesa di San Fiorenzo[26]. Lavorò anche ad Assisi dove, alla metà del settecento, progettò i due altari laterali della chiesa di Santa Maria sopra Minerva[27]. Nel 1760, in occasione della ristrutturazione del refettorio "grande" del Sacro Convento disegnò la decorazione a stucco, poi realizzata da Vincenzo Cenci di Foligno, e decorò sulla parete est una finta architettura con la scena della Conferma della regola[28]. A Deruta restaurò il quattrocentesco palazzo municipale[29]. Suoi disegni sono conservati presso l'Accademia di Belle Arti di Perugia[30].
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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