Pilar di Borbone-Spagna
Pilar di Borbone-Spagna (nome completo in spagnolo María del Pilar Alfonsa Juana Victoria Luisa Ignacia y Todos los Santos; Cannes, 30 luglio 1936 – Madrid, 8 gennaio 2020) è stata un'infanta e dirigente sportiva spagnola. È stata la figlia maggiore dei conti di Barcellona Giovanni e Maria Mercedes, quindi sorella di Juan Carlos I. Fu la terza nipote di Alfonso XIII e dagli anni novanta si impegnò nel settore sportivo. BiografiaInfanziaDoña Pilar nacque nella casa dei genitori a Cannes,[1] dove la famiglia reale viveva in esilio, mentre il padre Giovanni attraversava il confine con la Spagna per prendere parte alla guerra civile.[2] Suo padrino fu il nonno paterno, Alfonso XIII (che lo fu per procura per non incontrare la moglie[3]), e la madrina fu la nonna materna, Luisa d'Orléans.[4] Trascorse i primi anni di vita a Roma, finché i genitori non si trasferirono a Losanna nel 1941, dove compì i primi studi.[4] Sotto la nonna paterna, Vittoria Eugenia di Battenberg, e due tate francesi, l'infanta apprese le regole del galateo.[3] I conti di Barcellona lasciarono la Svizzera nel 1945 e l'anno successivo si stabilirono a Villa Giralda, ad Estoril, in Portogallo.[4] EducazioneNella capitale lusitana l'infanta frequentò il Colegio de las Esclavas del Sagrado Corazón,[2] crescendo con l'interesse per la lettura, l'equitazione e il pianoforte.[4] Nel 1954 fu celebrato il suo debutto in società con un ricevimento nella villa in cui viveva la famiglia.[1] Suo padre utilizzò l'occasione per organizzare un raduno di monarchici spagnoli, nonostante le restrizioni stabilite dal governo,[4] che si recarono a Estoril per rendere omaggio al loro "re".[3] L'evento fu interpretato dalla stampa internazionale come un gesto di sfida alla dittatura di Francisco Franco.[3] Manifestò sin da piccola la volontà di diventare infermiera, spinta dall'esperienza della nonna Vittoria Eugenia nella Croce Rossa spagnola,[2] e abbandonò le scuole secondarie per dedicarsi alla formazione in questo campo.[4] Studiò infatti infermieristica per tre anni alla scuola sanitaria Ravara di Lisbona[2] e si diplomò nel 1962.[5] Completò gli studi in lettere a Losanna[3] e lavorò per due anni come tirocinante[6] all'Hospital de San José di Lisbona e poi in un dispensario pediatrico.[2] Parlava fluentemente in spagnolo, francese, inglese, italiano e portoghese.[3] Progetto nuzialeSia suo padre che la nonna paterna pensarono di far sposare Pilar con il re Baldovino del Belgio.[7] Nel 1958 l'infanta si recò così a Bruxelles in compagnia dei genitori, con la scusa di visitare l'Esposizione universale.[7] Il viaggio non ebbe i risultati sperati e la regina Vittoria Eugenia organizzò un altro incontro nella sua abitazione di Losanna, dove i due ebbero modo di vedersi.[7] Per non farla viaggiare da sola in Svizzera, le venne affidata come accompagnatrice Fabiola de Mora y Aragón, figlioccia della nonna.[7] Anche il secondo incontro non fece andare il progetto in porto, fu infatti la sua dama di compagnia, poco dopo, a sposare il re.[7] MatrimonioLa principessa sposò Luis Gómez-Acebo y Duque de Estrada, II visconte de la Torre (1934-1991), il 5 maggio 1967 nel monastero dos Jerónimos.[2] Sposando un uomo di rango inferiore, rinunciò ai diritti di successione al trono[8] nel rispetto della Prammatica Sanzione.[1] Conobbe suo marito, con cui si stabilì in Spagna, a casa di Simeone II di Bulgaria e di sua moglie Margarita Gómez-Acebo, cugina del visconte.[4][7] Nel mese precedente, Francisco Franco le riconobbe il titolo di duchessa di Badajoz (conferitole dal padre in vista del matrimonio) con decreto 758/1967 del 13 aprile.[4][9] Secondo la tradizione spagnola[10] i testimoni di nozze furono il padre della sposa e la madre dello sposo.[2] Tuttavia i genitori di Pilar accettarono con delusione[7] per la poca convenienza dell'unione.[3] L'approvazione del padre fece attendere molto la celebrazione del matrimonio, in quanto era sua ferma volontà che il primo a sposarsi, tra i suoi figli, fosse Juan Carlos.[3] AttivitàIl 28 maggio 1963 la copertura interna della stazione Cas do Sodré crollò, causando feriti e un alto numero di morti.[3] Pilar, che all'epoca lavorava all'ospedale Dos Capuchos, prese parte all'assistenza ai lesi e all'avvolgimento dei cadaveri.[3] Dal 1967 fino alla morte fu attiva nel ruolo di presidentessa onoraria nell'organizzazione Nuevo Futuro, dedita al sostegno ai bambini orfani.[2] Per il soccorso da lei prestato ai civili di Lisbona dopo che la città fu colpita da inondazioni, António de Oliveira Salazar le conferì l'Ordine dell'infante Dom Henrique nel 1968.[4] Nel maggio 1985 presiedette il gala di beneficenza organizzato dall'ONG Adevida, all'interno dei Centri di Accoglienza per la Vita.[2] Fu anche presidentessa onoraria dell'ONG Ayuda en Acción, che sostiene progetti di sviluppo nel Centro America.[2] Nel 1987 ricevette la medaglia d'oro dal Queen Sofía Spanish Institute di New York.[2] In rappresentanza della famiglia reale partecipò ad eventi all'estero quali l'incoronazione di Beatrice dei Paesi Bassi nel 1980 o il funerale di Diana Spencer nel 1997.[4] Fu membro del consiglio di fondazione della Fundación Colección Thyssen-Bornemisza[4] e dal 2007 al 2009 fu presidentessa di Europa Nostra, attiva in Europa nella salvaguardia della cultura e della natura.[8] Nel 2016 venne menzionata nei Panama Papers in riferimento alla società offshore Delantera Financiera S.A., da lei presieduta e amministrata dal 1974 fino al 24 giugno 2014 (cinque giorni dopo la salita al trono del nipote Filippo).[2] L'infanta dichiarò che la società non aveva mai violato la legislazione fiscale spagnola e che lo scioglimento della stessa non era correlato all'abdicazione del fratello.[2] Attività sportiveIniziò la carriera di amministratrice sportiva in qualità di presidente della Federazione internazionale sport equestri (FEI), venendo eletta tre volte, dal marzo[2] 1994 al 2006.[11] Nel luglio 1996 entrò a far parte del Comitato Olimpico Internazionale,[2] come membro della Commissione Sport e Ambiente dal 1999, per poi diventarne membro onorario al termine della sua presidenza nella FEI.[11] Fu presidentessa onoraria della Federazione Equestre Spagnola[4] e fece parte del comitato esecutivo del Comitato Olimpico spagnolo,[11] che nel 2002 le conferì il Trofeo CIO 2000, Deporte y Universalidad.[2] Nel medesimo anno fu insignita dell'Ordine reale del merito sportivo.[4] Problemi di salute e morteNel settembre 1983 venne operata d'urgenza a causa di un volvolo, all'ospedale Ramón y Cajal.[2] Nell'aprile 1993 subì un intervento ginecologico e nel 1999 uno all'anca.[2] Il 1⁰ febbraio 2019 venne ricoverata nella Clinica Ruber di Madrid a causa di un cancro al colon.[2][12] A maggio subì un intervento per lo stesso motivo e il 31 agosto venne nuovamente ricoverata a Maiorca,[2][12] per un calo delle difese immunitarie che la fece ammalare di bronchite e polmonite.[1] Morì l'8 gennaio 2020 all'Hospital Ruber Internacional di Madrid a causa del cancro al colon,[13] intorno alle 14:30,[12] dopo un ricovero durato tre giorni.[2] La salma venne tumulata nel cimitero di Sant'Isidoro nel mausoleo della famiglia del marito[8] e il funerale si tenne il 29 gennaio nel monastero dell'Escorial.[4] DiscendenzaPilar di Borbone-Spagna e Luis Gómez-Acebo y Duque de Estrada ebbero una figlia e quattro figli:
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