Prunus domesticaIl pruno europeo, chiamato anche prugno o susino (Prunus domestica L., 1753), è una pianta della famiglia delle Rosacee[1] che produce i frutti noti col nome di prugna o susina. Il frutto contiene le vitamine A-B1-B2 e C e alcuni sali minerali: il potassio, il fosforo, il calcio e il magnesio. La polpa della susina è utile al fegato per compiere il processo della secrezione biliare.[senza fonte] StoriaOriginario dell’Asia, nello specifico della zona del Caucaso, in seguito cominciò ad essere coltivato anche in Siria, principalmente a Damasco. I Romani, verso il 150 a.C., lo introdussero nell'area del Mediterraneo, ma furono i Cavalieri della Prima Crociata a portarlo in tutta l’Europa intorno al 1200 d.C., dapprima in Francia, poi in Germania e nelle altre regioni. Si spinge (forse inselvatichita) nell'Europa centrale, giungendo con la var. Juliana fino alla Danimarca e alla Scandinavia meridionale. Il sostantivo prugna è da preferire per nominare i frutti allungati del pruno domestico, un albero coltivato in Europa da tempi più remoti come si può evincere anche dal confronto con altre lingue neolatine (francese o romeno ad esempio). Susina è il nome corretto dei frutti tondi di Prunus salicina di origine probabilmente cinese e arrivato nelle campagne europee più recentemente. DescrizioneL'albero del pruno ha la tipica forma ad ombrello o ad alberello, di medie dimensioni: da 3-4 fino a 6-8 metri d’altezza secondo la varietà. Talvolta nodoso, presenta fiori solitamente bianchi che sorgono già all'inizio della primavera. I frutti di forma ovale o sferica maturano da giugno a fine settembre a seconda delle varietà e la raccolta viene effettuata in più riprese. I frutti possono giungere sino a 8 cm di grandezza e sono solitamente di sapore dolce, anche se alcune varietà si presentano aspre e necessitano di essere cotte con zucchero per essere commestibili. Tutte le varietà di frutti di Prunus contengono al loro interno un seme di notevoli dimensioni, che non è commestibile.[2] ProduzioneQuesto frutto si raccoglie da giugno a ottobre, con la possibilità di ottenere fino a cinque raccolte. Per stabilire il grado di maturazione si valuta il grado rifrattometrico, la resistenza della polpa (misurata col penetrometro), il rapporto solidi solubili/acidità totale e infine la variazione del colore di fondo della buccia. La prima raccolta è generalmente la migliore, fino ad arrivare poi alle ultime che presentano frutti di seconda qualità. Data la natura organolettica della polpa, conservare in frigo questo frutto si rivela quasi inutile, in quanto la polpa tende ad imbrunire. La coltivazione del susino avviene generalmente secondo le seguenti tecniche:
L'irrigazione si dimostra fondamentale durante il periodo di fioritura. La potatura è diversa in base alla specie. Per il susino europeo è importante lasciare una buona quantità di gemme.
VarietàAlcune cultivar sono originarie dell'Asia, altre dell'Europa o dell'America. È una pianta coltivata in tutto il mondo e in particolare in Europa.[senza fonte] Derivano da diverse specie raggruppate in 3 principali categorie[4]:
In Italia lo si ritrova principalmente in Emilia-Romagna e Campania; interessante e di qualità è la produzione in Trentino (Dro - Basso Sarca)[4]. Pruni europei
Susini sino-giapponesi
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AvversitàInsettiTra i fitofagi del susino vi sono l'eriofide del susino (Aculus fockeui), l'afide verde del susino (Brachycaudus helychrysi), l'afide farinoso del susino (Hyalopterus pruni), la cocciniglia del susino (Sphaerolecanium prunastri), la mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata), la carpocapsa delle susine (Grapholita funebrana), l'oplocampa delle susine (Hoplocampa minuta) e il buprestide dei fruttiferi (Capnodis tenebrionis). E non mancano lepidotteri, tra cui tignola. Nella riserva naturale di La Loggia c'è una grave avversità: le gazze ladre. Funghi
Batteri
(sui cino-giapponesi), Moniliniosi, con Monilinia laxa e Monilinia fructigena, e non mancano lepidotteri, tra cui tignola, ed afidi.[4] Note
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