Prva Liga (Jugoslavia)
La Prva savezna liga Jugoslavije (it.: Prima lega federale di Jugoslavia) è stata il massimo livello calcistico nel Regno di Jugoslavia (1918-1941) e, dopo la seconda guerra mondiale, nella Jugoslavia socialista (1945-1992). Divenne completamente professionale nel 1967.[1] La UEFA ha dichiarato la Prva liga SR Jugoslavije come successore del campionato. Nelle varie lingue del Paese era chiamata anche: Прва савезна лига у фудбалу / Prva savezna liga u fudbalu (in serbo), Prva savezna liga u nogometu (in croato), Prva zvezna nogometna liga (in sloveno), Прва сојузна лига (in macedone) e Liga e parë federale (in albanese). StoriaDržavno prvenstvo (1923-1941)Il 15 febbraio 1920, la Federcalcio jugoslava (JNS) divide il territorio in cinque sottofederazioni (Zagabria, Belgrado, Lubiana, Sarajevo e Spalato) e raccomanda che i campionati sottofederali inizino nella primavera del 1920, in modo da organizzare un campionato nazionale fra le 5 vincitrici nell'autunno 1920. Ma, conclusi i campionati sottofederali, la Federcalcio non riesce ad impostare il torneo, e così anche per i due anni seguenti.[2] Il primo campionato di calcio jugoslavo viene disputato nella stagione 1923 con la formula dell'eliminazione diretta, con sei partecipanti (oltre alle 5 sottofederazioni prima citate, è stata fondata anche quella di Osijek) e vede la vittoria del Građanski Zagabria. Il nome del torneo è Državno prvenstvo ("campionato nazionale"), oppure Prvenstvo Kraljevine Srba, Hrvata i Slovenaca u nogometu ("campionato di calcio del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni") e Prvenstvo Jugoslavije u nogometu quando, il 9 ottobre 1929, il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni diviene Regno di Jugoslavia. Il primo campionato con la formula del girone unico viene istituito nel 1927 (vittoria del Hajduk Spalato), format che rimane fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, con le eccezioni del 1931-32 e del 1935-36 quando, invece del programmato girone a 8 squadre, il 15 dicembre 1935 la Federcalcio invalida le qualificazioni e studia un nuovo format per il campionato nazionale[3]: un torneo ad eliminazione diretta fra le vincitrici delle 14 sottofederazioni.[4] Nel periodo dal 1923 al 1940 vengono svolti un totale di 17 campionati, 6 sono stati giocati come coppa, mentre il resto è stato giocato come girone unico. I campioni provengono esclusivamente dalla Croazia (Građanski, Concordia e HAŠK da Zagabria e Hajduk da Spalato) e dalla Serbia (BSK e Jugoslavia da Belgrado). Durante questo ventennio non vi è una seconda divisione vera e propria: negli anni '20 i vincitori delle sottofederazioni accedono direttamente al campionato nazionale, mentre negli anni '30 le migliori squadre del Paese militano nella massima divisione ed i vincitori delle sottofederazioni disputano degli spareggi per accedere al campionato nazionale della stagione successiva. A fine anni '30 nascono le federazioni calcistiche di Serbia, Croazia e Slovenia che organizzano campionati propri e le cui migliori classificate accedono al campionato nazionale. Il campionato 1940-41 non viene disputato poiché Il 6 aprile 1941, lo stesso giorno dei due recuperi in programma in Serbia (bisognava aspettare i risultati degli ultimi due recuperi, Jedinstvo-Borovo e BASK-Gragjanski, per conoscere l'ottava ed ultima qualificata al torneo)[5] le potenze dell'Asse cominciano l'Invasione della Jugoslavia ed il 17 i balcanici si arrendono. Il Regno di Jugoslavia viene smembrato fra i paesi vincitori (Germania, Italia, Ungheria e Bulgaria) e nasce anche lo Stato Indipendente di Croazia (comprendente Croazia e Bosnia). In tempo di guerra (1941-1945)Durante la guerra, nel territorio della Jugoslavia vengono disputati il Prvenstvo Nezavisne Države Hrvatske u nogometu ("campionato di calcio dello Stato indipendente di Croazia") ed il Prvenstvo Srbije u fudbalu ("campionato di calcio della Serbia occupata").
Le competizioni in corso nella primavera 1945 vengono interrotte il 6 maggio, a causa dei cambiamenti politici nel paese (l'8 maggio c'è la resa della Germania nazista). I campionati non vengono continuati perché gran parte dei club sono aboliti il 6 giugno 1945 per decisione del Ministro della Sanità Pubblica. Prva liga (1946-1992)Con la fine della guerra e l'instaurazione del regime di Josip Broz Tito, molti club vengono banditi, soprattutto quelli che hanno connotazioni monarchiche o borghesi (es. SK Jugoslavija e BSK), o legati a gruppi etnici (es. Zrinjski Mostar), o perché hanno militato nei campionati del fascista NDH come il SAŠK. L'Hajduk Spalato viene risparmiato perché ha rifiutato di giocare nel campionato italiano.[6] Građanski, Concordia e HAŠK vengono sciolte e viene formata una nuova squadra, la Dinamo Zagabria con i giocatori del Građanski e lo stadio del HAŠK. La maggior parte delle proprietà e calciatori del SK Jugoslavija, stadio incluso, vengono consegnati al neoformato club Stella Rossa, mentre il BSK, sebbene anche lui inizialmente sciolto, finisce col venire ripristinato come OFK Belgrado, un club con ambizioni medio-basse, molto minori rispetto a quelle del BSK, ed anche così il suo diritto di assumere e rivendicare la continuità verrà accettato solo dopo la fine del regime socialista. Viene inoltre formata la squadra dell'esercito, il Partizan, destinato ad essere una delle grandi del nuovo campionato jugoslavo. Il campionato del 1945 viene disputato come un torneo ad eliminazione diretta tra le rappresentative dei vari stati e dell'Armata Popolare Jugoslava e vede la vittoria della rappresentativa serba. Nello stesso anno i club disputano le qualificazioni per il nuovo campionato jugoslavo, ribattezzato Prva savezna liga, in cui viene invitata anche una rappresentante italiana, il Ponziana, nella speranza, da parte del governo, nell'annessione di Trieste alla Jugoslavia.[7] La Federcalcio jugoslava, che il 16 marzo 1930 si era trasferita da Zagabria a Belgrado, cambia il nome in "Fudbalski savez Jugoslavije" (FSJ) nel 1948. Nel dopoguerra il campionato mantiene sempre la formula del girone all'italiana con un numero crescente di squadre, che dalla stagione 1968-1969 rimase costante a diciotto. Al termine del campionato 1963-64 avviene la cosiddetta "combine Planinić", dal nome di Ranko Planinić, portiere dello Željezničar: il giocatore rivela (nel 1965) alle autorità che la sua squadra ha perso di proposito contro l'Hajduk e pareggiato contro il Trešnjevka per permettere la salvezza a queste due compagini. Oltre alle squalifiche per giocatori, allenatori e dirigenti, vengono inflitte penalizzazioni di punti a Željezničar, Hajduk e Trešnjevka rispettivamente di 6, 5 e 5 punti da scontare nel campionato 1965-66. Il campionato 1964-65 presenta l'insolito numero di 15 squadre: al Vardar (retrocesso nella stagione precedente) viene permesso di rimanere nella Prva liga a causa del devastante terremoto che ha colpito Skopje il 26 luglio 1963. I politici jugoslavi credono che avere una squadra nel campionato di alto livello sia una spinta morale per gli abitanti di Skopje[8]. Il limitare anche in questo torneo la retrocessione ad una sola squadra permette nella stagione successiva di tornare ad un numero pari di partecipanti[9]. Il campionato 1975-76 termina con la vittoria del Partizan, che segna la rete decisiva al 93º minuto (in un'epoca in cui non vi erano grandi recuperi) a Lubiana contro l'Olimpia, vanificando la vittoria del Hajduk che per 13 minuti è stato campione di Jugoslavia per differenza-reti. La rabbia del Hajduk è giustificata dal fatto che la gara in Slovenia è iniziata con 7/8 minuti di ritardo (vigeva la contemporaneità) e che il OFK Belgrado (avversario degli spalatini) è stato in ritiro per 10 giorni prima della gara in cui non aveva interessi di classifica.[11] Nella prima giornata del campionato 1978-79, il Rijeka batte 2-1 la Dinamo Zagabria ma gli ospiti sporgono reclamo poiché risulta che il fiumano Edmond Tomić non ha scontato una squalifica rimediata nella stagione precedente quando indossava i colori del Liria. Dopo due mesi viene assegnato il 3-0 a favore della Dinamo. Seguono diversi appelli da entrambe le parti e, a fine marzo 1979, la FSJ si esprime a favore del Rijeka e convalida il risultato del campo. Il caso viene portato al tribunale del lavoro che, 4 anni dopo, dà ragione alla Dinamo; quindi l'Hajduk Spalato è campione 1979 ma i blu hanno due punti in più.[12] La partita della 25ª giornata del campionato 1979-80 fra Hajduk e Stella Rossa è caratterizzata da un grande lutto pubblico. Disputata nel pomeriggio di domenica 4 maggio 1980 allo Stadio di Poljud, al 41º minuto tre uomini entrano in campo segnalando all'arbitro Husref Muharemagić di interrompere la partita. Il sindaco di Spalato Ante Skataretiko prende il microfono ed informa la folla di 35.000 persone che il presidente jugoslavo Josip Broz Tito è morto. Improvvisamente sono seguite scene di pianto di massa ed anche alcuni giocatori come Zlatko Vujović[13] crollano a terra a piangere. La folla si lancia a cantare "Druže Tito, mi ti se kunemo, da sa tvoga puta ne skrenemo" (= Compagno Tito, non ti tradiremo, dalla tua strada non devieremo)[14], canzone popolare che professa lealtà e devozione per il leader defunto. La partita è annullata e ripetuta nello stesso stadio mercoledì 21 maggio 1980 con la vittoria della Stella Rossa per 3-1. Al termine del campionato 1985-86 la Federazione jugoslava ha dei sospetti circa la regolarità dell'ultima giornata di campionato, pertanto decide di farla rigiocare. Il Partizan, che ha vinto sul campo quel campionato, non è d'accordo. Questo porta alla sconfitta a tavolino del Partizan nell'ultima gara, e il campionato viene così vinto dalla Stella Rossa. Questo finale di campionato influenza anche il successivo: molte squadre partono con una penalizzazione di sei punti, e in queste condizioni il torneo viene vinto dal Vardar, che invece non è partito penalizzato. Tempo dopo la Federazione riassegna entrambi i titoli a chi li aveva vinti sul campo, cioè al Partizan, ma per i due campionati in questione la Jugoslavia fu rappresentata in Coppa dei Campioni dalla Stella Rossa e dal Vardar[15]. Nel campionato 1988-89 viene introdotta una nuova regola: in caso di parità si va ai tiri di rigore. 1 punto andrà ai vincitori, 0 agli sconfitti (il punteggio per vittoria e sconfitta nei 90 minuti rimane invariato). Tale decisione della federazione provoca molte critiche e controversie. Apparentemente il più grande sostenitore nel nuovo sistema è il presidente federale Slavko Šajber, così che tale sistema viene spesso definito dai media come "i rigori di Šajber" (Šajberovi penali in croato). Il campionato 1989-90 è caratterizzato da un'elevata tensione tra le tifoserie, influenzata da un clima politico sempre più teso[17] e culminata con gli scontri verificatisi nell'incontro del 13 maggio 1990 tra Stella Rossa e Dinamo Zagabria[17][18] Il campionato 1990-91, a 19 squadre per via dei ricorsi di Sarajevo e Velež Mostar nella stagione precedente, vede l'aumentare delle tensioni tra i tifosi in ragione di un quadro politico e sociale ormai compromesso[19]: il culmine viene raggiunto in occasione del match del 26 settembre 1990 tra Hajduk e Partizan, dove gli ultras croati invadono il campo nel tentativo di aggredire i giocatori della squadra serba in vantaggio per 2-0[20][21]. Ai bianco-neri viene assegnata poi la vittoria a tavolino. Lo svolgimento dell'ultimo torneo di massima divisione organizzato in Jugoslavia risente del clima bellicoso che attanaglia la Federazione: dopo la defezione dei club sloveni e croati avvenuta al termine della stagione precedente, nel corso della manifestazione si ritirano anche le compagini provenienti dalla repubblica bosniaca colpita dalla guerra civile, cui seguono in maniera pacifica, alla penultima giornata, i club macedoni. Dopo il 1992Con la nascita dei nuovi stati nel 1991 (Slovenia e Croazia) e nel 1992 (Bosnia Erzegovina, Macedonia e RF Jugoslavia), prendono forma anche i singoli campionati nazionali:
Albo d'oro
StatisticheTitoli per club
Titoli per Repubblica
Sul podioQui sono riportati i podi sommati della Prva liga e del Državno prvenstvo (per quest'ultimo è riportata anche la voce "semifinali" per le 6 edizioni disputate ad eliminazione diretta).
MarcatoriRiferito ai marcatori della Prva liga (1946-1992). Classifica perpetuaLa squadra che ha conquistato più punti è la Stella Rossa, mentre quella che ha disputato più campionati è l'Hajduk Spalato. Club principaliAttraverso gli anni, molti club hanno militato nel campionato jugoslavo, pochi di essi più frequentemente, solitamente quelli provenienti dalle città principali:
Coefficiente UEFALa tabella seguente indica le posizioni ottenute dalla Prva liga jugoslava nel ranking UEFA.[30] Questo grafico non è disponibile a causa di un problema tecnico. Nelle coppe europeeQuesti i migliori piazzamenti delle squadre jugoslave nelle coppe europee fino al 1992:
Note
Voci correlate
Collegamenti esterni
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