SalafSalaf o al-Salaf al-Ṣāliḥ (in arabo السلف الصالح?) può essere tradotto come "(pii) antenati" o "(pii) predecessori." Nella terminologia islamica, viene generalmente usato per riferirsi alle prime tre generazioni di musulmani.: Ṣaḥāba: (in arabo الصحابه?, "Compagni"), chi a vario titolo fu fisicamente in contatto con Maometto convertendosi e morendo poi da buoni musulmani. Tābi‘īn: (in arabo التابعين?, "Seguaci"): chi, musulmano, a vario titolo incontrò o fu comunque in contatto coi Ṣaḥāba e che morì conservando la sua qualità di credente. Tabi' al-Tabi'in: (in arabo تابع التابعين?, "i Successori dei Seguaci"): coloro che, musulmani, incontrarono o furono comunque in contatto coi Tābi`īn while in a state of īmān, e che morirono conservando la loro qualità di credente. In un ḥadīth d'interesse profetico, Maometto disse che il salaf era la persona migliore tra i suoi contemporanei (cioè i Compagni), seguiti poi da chi era venuto dopo di loro (cioè i Seguaci) e da quelli che erano venuti dopo questi ultimi.[1] Uso del termine nel CoranoLa parola salaf si trova nel Corano ai seguenti versetti: "E poiché Ci irritarono, Ci vendicammo di loro e li affogammo tutti / e ne facemmo un Mònito antico e un esempio pei posteri" (XLIII:55-56).[2] "Di' a coloro che rifiutan Fede che, se desisteranno, quel ch'è ormai passato sarà loro perdonato, ma se riattaccano, sappiano che già gli antichi ebbero punizione esemplare" (VIII:38).[3] Prima generazione
Seconda generazione
Terza generazioneNoteBibliografia
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