Shōji KawamoriShōji Kawamori (河森 正治?, Kawamori Shōji; Toyama, 20 febbraio 1960) è un regista e autore di anime, nonché mecha designer giapponese. Nei primi anni di carriera ha utilizzato spesso lo pseudonimo Meiji Shirakawa (白河 明次?, Shirakawa Meiji). BiografiaGli esordi e gli anni ottantaAncora liceale, insieme all'amico Haruhiko Satō "Mikimoto" frequenta come disegnatore il neonato Studio Nue, all'epoca impegnato nella lavorazione della seconda serie di Uchū senkan Yamato (Star Blazers) di Leiji Matsumoto per la Toei Animation; durante il primo anno di studi in ingegneria meccanica, gli viene offerta la possibilità di curare il mecha design originale di un episodio della serie Uchū kaizoku Captain Harlock (Capitan Harlock), e così scatta la scintilla che gli fa abbandonare definitivamente gli studi universitari per dedicarsi a tempo pieno all'animazione. Dopo una serie di collaborazioni come mecha designer aggiunto in cui ha modo di mostrare il suo talento, gli viene affidato un ruolo di primo piano nel progetto di una nuova serie che lo Studio Nue sta per affrontare su incarico della Tatsunoko, Chojiku yosai Macross (Macross), di cui curerà il soggetto, parte dello storyboard (con lo pseudonimo di Eiji Kurokawa) e l'intero mecha design, nel quale saprà coniugare la nuova tendenza del real robot anime con l'inesauribile filone delle grandi navi spaziali, riprendendo in modo originale la via già tracciata da Kunio Ōkawara appena tre anni prima in Mobile Suit Gundam. Il successo clamoroso, in patria come in Occidente, della serie lo lancia come nuova promessa dell'animazione del Sol Levante, ed il resto degli anni ottanta lo vedrà impegnato in produzioni di alto livello ed in collaborazione con i più importanti nomi dell'epoca, a cominciare da Yoshikazu Yasuhiko, in Crusher Joe nel 1983, per finire con Mamoru Oshii e Yutaka Izubuchi, in Patlabor the Movie nel 1989, passando per un successo del home video come Haja Taisei Dangaiō (Dangaio) del 1987. Gli anni novanta e duemilaNel decennio successivo Shōji Kawamori, oltre a raffinare le sue doti di mecha designer, maturerà anche come autore. Nel 1991 scrive il suo nome nella saga di Gundam in qualità di mecha stylist dell'OAV Kidō Senshi Gundam 0083: Stardust Memory, di cui crea direttamente anche il mecha design dei primi due dei tre mobile suit principali; riprende quindi la collaborazione con Mamoru Oshii partecipando come mecha designer ai suoi film Talking Head (1992), pellicola sperimentale che alterna sequenze dal vivo a scene animate, Patlabor 2 the Movie (1993) ed infine Ghost in the Shell (1995), cult movie degli anni novanta tratto dal celebre manga di Masamune Shirow. Ma non solo design. In questa fase, infatti, si afferma anche come autore, rivisitando a più riprese l'universo di Macross, di cui scrive i capitoli Macross 7 e Macross Plus, per arrivare nel 1996 ad uno dei momenti più alti ed artisticamente maturi della sua carriera con il soggetto, la sceneggiatura e la supervisione della fortunata serie della Sunrise Tenku no Escaflowne (I cieli di Escaflowne) ed il mediometraggio sperimentale Ihatov Gensō: Kenji no haru, una visione sull'opera e la breve vita del poeta Kenji Miyazawa. Chiude il secolo occupandosi delle ambientazioni della serie Cowboy Bebop e partecipando al team dei mecha designer dell'OAV Ao no roku-go (Blue Submarine No. 6). Gli anni 2000 vedono Kawamori sempre sulla breccia, sia come disegnatore che soprattutto come autore e regista. Tra le opere più rilevanti la serie breve a sfondo ecologista Chikyû shōjo Arjuna e la collaborazione al mecha design del terzo film di Patlabor, WXIII: Patlabor the Movie 3, nel 2001, l'OAV Macross Zero nel 2002, la serie Sōsei no Aquarion (Aquarion) ed il mecha design della serie Eureka Seven nel 2005. L'anno successivo aderisce al progetto Genius Party, un'antologia di sette cortometraggi dello Studio 4°C, di cui ha scritto, disegnato e diretto il secondo, Space-Time Wars. Nel 2007 realizza il mecha design della serie Kiss Dum Engage Planet della Satelight, di cui è membro, per la Bandai Visual. Tra il 2007 e il 2008 scrive e dirige l'ultimo capitolo di Macross, la serie televisiva Macross Frontier. Altre attivitàNel 2001 presta il suo talento di mecha designer ad un progetto reale, disegnando l'ERS-220, una variante del cane robot della Sony AIBO. Nel 2006 si cimenta anche come attore, recitando una parte nel film Tachiguishi Retsuden di Mamoru Oshii, finto documentario dai toni ironici, in cui si narrano le vicende di un gruppo di mangiatori a sbafo nei fast food del Giappone attraverso gli anni, dal dopoguerra in poi. Nella sua carriera ha anche disegnato il mecha di innumerevoli videogiochi, tra cui molti della serie Armored Core, e diverse linee di giocattoli e model kit, soprattutto per la Takara. Opere principaliNota: in parentesi vengono riportati i titoli in italiano. Anime
Film live-action
Mecha per videogiochi
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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