Share to:

 

Silicio

Silicio
   

14
Si
 
               
               
                                   
                                   
                                                               
                                                               
   

alluminio ← silicio → fosforo

Aspetto
Aspetto dell'elemento
Aspetto dell'elemento
Grigio scuro con riflessi bluastri
Linea spettrale
Linea spettrale dell'elemento
Linea spettrale dell'elemento
Generalità
Nome, simbolo, numero atomicosilicio, Si, 14
Seriesemimetalli
Gruppo, periodo, blocco14 (IVA), 3, p
Densità2 330 kg/m³
Durezza7
Configurazione elettronica
Configurazione elettronica
Configurazione elettronica
Termine spettroscopico3P0
Proprietà atomiche
Peso atomico28,0855
Raggio atomico (calc.)110 pm
Raggio covalente110 pm
Raggio di van der Waals210 pm
Configurazione elettronica[Ne]3s23p2
e per livello energetico2, 8, 4
Stati di ossidazione±2, 4 (anfotero), -4
Struttura cristallinacubico a facce centrate con cavità tetraedrica
Proprietà fisiche
Stato della materiasolido (diamagnetico)
Punto di fusione1 687 K (1 414 °C)
Punto di ebollizione3 173 K (2 900 °C)
Volume molare12,06×10−6 m³/mol
Entalpia di vaporizzazione384,22 kJ/mol
Calore di fusione50,55 kJ/mol
Tensione di vapore4,77 Pa a 1 683 K
Altre proprietà
Numero CAS7440-21-3
Elettronegatività1,90 (Scala di Pauling)
Calore specifico700 J/(kg·K)
Conducibilità elettrica2,52×10−4 /m·Ω
Conducibilità termica148 W/(m·K)
Energia di prima ionizzazione786,5 kJ/mol
Energia di seconda ionizzazione1 577,1 kJ/mol
Energia di terza ionizzazione3 231,6 kJ/mol
Energia di quarta ionizzazione4 355,5 kJ/mol
Energia di quinta ionizzazione16 091 kJ/mol
Energia di sesta ionizzazione19 805 kJ/mol
Energia di settima ionizzazione23 780 kJ/mol
Energia di ottava ionizzazione29 287 kJ/mol
Energia di nona ionizzazione33 878 kJ/mol
Energia di decima ionizzazione38 726 kJ/mol
Isotopi più stabili
isoNATDDMDEDP
28Si92,23% È stabile con 14 neutroni
29Si4,67% È stabile con 15 neutroni
30Si3,1% È stabile con 16 neutroni
32Sisintetico 276 anniβ0,22432P
iso: isotopo
NA: abbondanza in natura
TD: tempo di dimezzamento
DM: modalità di decadimento
DE: energia di decadimento in MeV
DP: prodotto del decadimento

Il silicio è l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come simbolo Si e come numero atomico 14. È il secondo elemento del gruppo 4 l'omologo del carbonio, con il quale ha in comune la tetravalenza. A differenza di quest'ultimo, il silicio chimicamente è un metalloide.[1][2][3] Allo stato solido è un semiconduttore,[4][5] mentre il carbonio, nell'analoga struttura cubica (diamante), è un isolante.[6]

Il silicio è il secondo elemento per abbondanza nella crosta terrestre dopo l'ossigeno, componendone il 27,72% del peso.[7] Sulla crosta terrestre il silicio si trova nella sabbia, nel vetro, nel quarzo, nel granito, nel feldspato, nell'argilla, nelle ceramiche e nel cemento, dove è presente principalmente in forma di silice (SiO2), silicati e alluminosilicati (anioni contenenti silicio, alluminio e ossigeno). In forma elementare, sebbene drogato con adatte impurezze di altri elementi, Il silicio è presente nei pannelli fotovoltaici e nei chip per microprocessori. Il silicio è il componente distintivo dei siliconi, polimeri sintetici di organosilicio largamente diffusi.

Storia ed etimologia

Il silicio (dal latino silex, silicis che significa selce,[8] divenuto silicium nel latino scientifico[9]) venne identificato per la prima volta da Antoine Lavoisier nel 1787 senza però poterlo isolare, e venne successivamente scambiato per un composto da Humphry Davy nel 1808.[10] Nel 1811 Gay Lussac e Thenard probabilmente prepararono del silicio amorfo impuro attraverso il riscaldamento di potassio con tetrafluoruro di silicio nel 1811.[11] Nel 1824 Berzelius preparò del silicio amorfo usando all'incirca lo stesso metodo di Gay Lussac. Berzelius inoltre purificò il prodotto attraverso successivi lavaggi.[12] A lui viene riconosciuta la scoperta dell'elemento.[13][14]

Caratteristiche

Nella sua forma cristallina, il silicio ha un colore grigio e una lucentezza metallica, ma il suo colore può variare. Anche se è un elemento relativamente inerte, reagisce con gli alogeni e gli alcali diluiti, ma la maggior parte degli acidi (eccetto l'acido fluoridrico) non lo intaccano.

Il silicio trasmette più del 95% di tutte le lunghezze d'onda della luce infrarossa.

Il silicio è alla base di tutti i silicati, minerali formati da silicio e ossigeno più altri elementi in forma ionica. I silicati sono contenuti nei magmi e, per la struttura tetraedrica della silice, il magma diventa più viscoso, e capace di trattenere maggiori quantità di gas. In base al contenuto di silice si determina l'acidità di un magma e delle rocce che ne derivano. Se è poco presente il magma si dirà basico.

Disponibilità

Il silicio è il principale componente degli aeroliti, che sono una classe di meteoroidi nonché della tectite, che è una forma naturale di vetro.

Calcolando in base al peso, il silicio compone il 27,7% della crosta terrestre e dopo l'ossigeno è il secondo elemento più abbondante[7]. Il silicio elementare non si trova in natura, appare in genere come ossido (ametista, agata, quarzo, rocce cristalline, selce, diaspro, opale) e silicati (granito, amianto, feldspato, argilla, orneblenda, mica e altri).

Isotopi

Dell'elemento silicio si conoscono almeno ventitré isotopi, i cui numeri di massa vanno da A = 22 ad A = 44.[15] Tra questi, gli isotopi del silicio presenti in natura sono i tre consecutivi che seguono, con le loro abbondanze relative in parentesi: 28Si (92,23%), 29Si (4,67%), 30Si (3,10%). Tutti e tre sono isotopi stabili.[16]

Isotopi stabili

Il primo di questi, il 28Si (spin 0), ha i protoni e i neutroni in rapporto 1:1 ed è l'isotopo di gran lunga più abbondante del silicio. Il suo nucleo si forma preponderantemente nel processo di fusione dell'ossigeno all'interno di stelle massive e in supernovae di tipo Ia,[17][18] insieme a quantità parecchio minori degli altri due isotopi 29Si e 30Si, dato che il 28Si si forma anche attraverso il processo alfa (7 particelle α). Nel collasso e successiva esplosione di supernovae di tipo II tale processo è poi seguíto proprio da quello della fusione del silicio, che rappresenta lo stadio finale sella nucleosintesi stellare.[19]

Il 29Si (spin 1/2) è l'unico nuclide del silicio ad avere uno spin nucleare, rendendo possibile l'applicazione su di esso della risonanza magnetica nucleare per i composti di silicio; il valore di 1/2 comporta assenza di momento di quadrupolo nucleare e questo permette di ottenere negli spettri picchi stretti e molta maggior risoluzione.[20] La recettività del nuclide (un indice di sensibilità della tecnica RMN su quel nuclide) è ben accettabile, essendo più che doppia rispetto a quella del nuclide 13C.[21]

Il 30Si (spin 0) trova applicazioni nella produzione del radionuclide Si-31, in studi sulla diffusività degli atomi di silicio e in microelettronica.[22] In particolare si esamina la possibilità di irradiare con neutroni (attivazione neutronica) dei chip di silicio in modo da trasformare il Si-30 in Si-31; questo, decadendo a P-31 (stabile), permette un drogaggio controllato di tipo N del chip stesso.[23]

Isotopi radioattivi

Tolti i tre isotopi stabili, restano venti isotopi radioattivi del silicio. Di questi, i più longevi ed anche i più importanti sono due: il 31Si e il 32Si (vide infra). Gli altri hanno emivite inferiori a 7 secondi.[16]

Il 26Si (spin 0) decade per emissione di positrone (decadimento β+) a Al-26, con emivita di 2,234 secondi, rilasciando 4,04 MeV. Quest'ultimo poi decade a sua volta (ancora β+) a Mg-26, che è l'ultimo isotopo stabile del magnesio.[24]

Il 27Si (spin 5/2) decade per emissione di positrone (β+) a Al-27, che è l'unico isotopo stabile dell'alluminio, con emivita di 4,16 secondi, rilasciando 3,79 MeV.[25]

Il 31Si (spin 3/2) decade per emissione di elettrone (decadimento β−) a P-31, che è l'unico isotopo stabile del fosforo, con emivita di 2,622 ore (2 h 37,32 min), rilasciando 1,492 MeV.[26]

Il 32Si (spin 0) decade per emissione di elettrone (decadimento β−) a P-32, con emivita di 153 anni, rilasciando 224,3 keV. Quest'ultimo poi decade a sua volta (ancora β−) a S-32, il primo degli isotopi stabili dello zolfo.[27]

Il 33Si (spin 3/2), analogamente l 32Si, decade β− a P-33, con emivita di 6,11 secondi, e questo poi decade a sua volta β− a S-33, stabile.[28]

Composti

Struttura chimica della silice (diossido di silicio)

Esempi di composti del silicio sono il monossido di silicio (SiO), il diossido di silicio (SiO2), l'acido silicico (H4SiO4), i silicati, le ceramiche di silice come il carburo di silicio (SiC) e il nitruro di silicio (Si3N4), alogenuri di silicio come il tetracloruro di silicio (SiCl4) e il tetrafluoruro di silicio (SiF4), i siliconi.

Il silicio è inoltre in grado di formare composti in cui risalta la sua natura non metallica, i siliciuri, come il siliciuro di magnesio, che possono avere natura ionica o covalente polare a causa dell'elevata elettropositività dell'elemento.

Ruolo biologico

Il silicio nei suoi composti inorganici come la silice è largamente diffuso nei viventi; può essere presente nei tessuti in forme differenti. Il ruolo principale noto è rappresentato dalla formazione di strutture di protezione e sostegno basate su composti inorganici come acido silicico e silice (biossido di silicio), in microorganismi, spugne, piante.

La silice è molto importante per la vita animale e vegetale. Le diatomee estraggono la silice dall'acqua per costruire i muri protettivi delle loro cellule; gli equiseti lo concentrano nel fusto della pianta usandolo per conferirgli robustezza e notevole resistenza alla masticazione, per scoraggiare gli erbivori.

Diatomee e radiolari, ad esempio, utilizzano principalmente silice, come base strutturale dell'impalcature cellulare, le spugne utilizzano la silice per spicole e altre strutture di sostegno, l'equiseto presenta diversi granuli di silice nell'epidermide esterna che lo rendono leggermente abrasivo (e indigesto ad alcuni erbivori), l'ortica presenta la punta dei peli urticanti silicizzata.
Nei metazoi composti del silicio sono stati ritrovati in concentrazioni maggiori nei tessuti connettivi e di sostegno (ossa, tunica esterna collagena delle arterie, cartilagini) e nelle regioni extracellulari cerebrali. L'organismo umano ne contiene in totale una quantità stimata sui 250 milligrammi. La presenza del silicio non si identifica con una funzione biochimica nota[29] e potrebbe essere di natura accidentale (accumulo nei tessuti con maggiore affinità per il composto); gli effetti clinici da carenza negli esseri umani non sono noti, mentre un eccesso di silicio può causare emolisi dei globuli rossi e causare alterazioni cellulari come conseguenza diretta[30]. La farmacopea sta esaminando eventuali utilizzi di composti organici del silicio per lo sviluppo di farmaci[31]

Sintomi da carenza non sono noti nei mammiferi, se non quelli indotti sperimentalmente, essendo il silicio pressoché ubiquitario (secondo elemento presente per abbondanza sulla crosta terrestre dopo l'ossigeno). Esistono vaste divulgazioni che incentiverebbero l'assunzione dei cosiddetti integratori a base di silicio organico (spesso preparati erboristici dove il silicio è invece presente sotto forma di silice inorganica da equiseto o ortica, da acidi silicici o da alchilsilanoli, questi ultimi composti propriamente organici) ipotizzando ruoli nella sintesi della idrossiprolina, coinvolta nella catena polimerica del collagene. L'attività dell'enzima a questa sintesi deputato, procollagene-prolina diossigenasi, è regolato invece dalla presenza di acido 2-chetoglutarico, ascorbato (cofattore nella riduzione), e ferro (Fe3+ ridotto a Fe2+)[32], e non da composti del silicio. Il silicio è comunque assorbito dall'organismo tramite l'ubiquitario ione inorganico ortosilicico.[33]

Il silicio è stato riconosciuto come un fattore di sviluppo negli animali giovani e nei bambini. A livello cutaneo, maggiormente presente negli strati connettivi profondi, è dotato di proprietà idratanti e acceleranti della cicatrizzazione delle ferite[senza fonte]. A livello osseo, è provato che supplementi alimentari di silicio organico (proveniente soprattutto da equiseto, avena ed ortica) possono accelerare la saldatura delle fratture, mentre a livello sanguigno esistono studi fornenti prove che i silicati organici possano indurre il differenziamento dei granulociti neutrofili e stimolare la fagocitosi. Studi preliminari indicherebbero come i silicati abbiano una certa influenza sul sistema endocrino generale umano.[senza fonte] I meccanismi di come ciò possa eventualmente verificarsi sono però sconosciuti.

L'erboristeria, comunque, non raccomanda una fitoterapia a base di piante troppo remineralizzanti (e in particolare ricche di silicio), quando sono presenti lesioni ossee di tipo degenerativo (ad esempio artrosi). Approvvigionarsi silicati organici tramite la dieta non è tuttavia difficile. Il silicio è abbondante nell'acqua potabile, nelle cipolle, nei cavolfiori, nei fagioli, nei piselli, nelle mele e nelle fragole. Tra le piante comuni, ricche di silicati organici sono la polmonaria, l'equiseto, la piantaggine, l'arnica, l'ortica e la gramigna.

Produzione

Il silicio viene preparato commercialmente tramite riscaldamento di silice ad elevato grado di purezza, in una fornace elettrica usando elettrodi di carbonio. A temperature superiori a 1900 °C, il carbonio riduce la silice in silicio secondo l'equazione chimica

Il silicio liquido si raccoglie in fondo alla fornace, e viene quindi prelevato e raffreddato. Il silicio prodotto tramite questo processo viene chiamato silicio di grado metallurgico (MGS) ed è puro al 98%. Un eccesso di carbonio può portare alla formazione del carburo di silicio

Comunque, se la concentrazione di SiO2 è mantenuta elevata, il carburo di silicio può essere eliminato

Per raggiungere gradi di purezza superiori necessari ad esempio per realizzare dispositivi elettronici a semiconduttore, è necessario praticare un'ulteriore purificazione ad esempio con il metodo Siemens. Nel 2016 il silicio di grado metallurgico costava circa 1,74 /kg[34].

Purificazione

L'uso del silicio nei semiconduttori richiede una purezza più elevata di quella fornita dal silicio di grado metallurgico. Storicamente sono stati usati un numero di metodi diversi per produrre silicio ad alta purezza.

Metodi fisici

Barra monocristallina di Silicio

Le prime tecniche di purificazione del silicio erano basate sul fatto che quando il silicio viene fuso e risolidificato, l'ultima parte di silicio che solidifica contiene la maggior parte delle impurità. Il primissimo sistema di purificazione, descritto nel 1919 e usato su scala limitata per la fabbricazione di componenti dei radar durante la seconda guerra mondiale, richiedeva la polverizzazione del silicio di grado metallurgico e la sua parziale dissoluzione in acido. Quando veniva polverizzato, il silicio si spezzava in modo che le zone più deboli e ricche di impurità restassero all'esterno del risultante grano di silicio. Come risultato, il silicio ricco di impurità era il primo a disciogliersi quando trattato con l'acido, lasciando un prodotto più puro.

Nella fusione a zona, il primo metodo di purificazione del silicio ad essere utilizzato su scala industriale, sbarre di silicio di grado metallurgico venivano riscaldate partendo da una delle sue estremità, fino a quando questa iniziava a fondersi. Il riscaldatore quindi veniva lentamente spostato lungo la barra mantenendo una piccola porzione fusa mentre il silicio si raffreddava e risolidificava dietro di essa. Poiché la maggior parte delle impurità tendeva a rimanere nella parte fusa piuttosto che risolidificarsi, alla fine del processo queste si erano spostate nell'ultima parte della barra ad essere fusa. Questa estremità veniva quindi tagliata e gettata, ripetendo il processo se una purezza più elevata era necessaria.

Metodi chimici

Oggigiorno il silicio viene purificato convertendolo in un composto che può essere purificato più facilmente del silicio stesso, e quindi convertito di nuovo in silicio puro. Il triclorosilano è il composto di silicio più comunemente usato in questo processo, anche se a volte si utilizzano anche il tetracloruro di silicio e il silano. Questi composti, liquidi o gassosi, vengono purificati per distillazione frazionata fino ad ottenere una miscela di composti di solo silicio. Dopodiché questi gas vengono soffiati sopra a del silicio ad alta temperatura e si decompongono, depositando silicio policristallino ad alta purezza.

Nel processo Siemens, sbarre di silicio ultrapuro sono esposte al triclorosilano a 1150 °C; il gas di triclorosilano si decompone e deposita dell'altro silicio sulla barra, allargandola secondo la reazione chimica

Il silicio prodotto da questo e da processi simili viene chiamato silicio policristallino. Il silicio policristallino ha un livello di impurità pari a 1 parte per miliardo o inferiore.

Per un certo periodo, la DuPont produsse silicio ultrapuro facendo reagire il tetracloruro di silicio con vapori di zinco ad alta purezza a 950 °C, producendo silicio secondo la formula

Questa tecnica era afflitta da problemi pratici (come il cloruro di zinco, un sottoprodotto, che si solidificava bloccando le linee) e venne abbandonata a favore del processo Siemens.

Cristallizzazione

Il processo Czochralski viene usato per creare cristalli singoli di silicio di alta purezza. Il sistema isometrico è sinonimo di sistema cubico.

Esistono sette possibili sistemi cristallini, classificati in base alla

simmetria del reticolo:

Reticolo Simmetria

1) triclino -1

2) monoclino 2/m

3) ortorombico mmm

4) tetragonale 4/mmm

5) trigonale -3m

6) esagonale 6/mmm

7) cubico m-3m

La simmetria è data con il simbolo di Hermann-Mauguin. il simbolo -n (es. -1, -3) indica un asse di rotoinversione (-1 è il centro di inversione). Da notare che è possibile "centrare" in vario modo alcuni reticoli (ret. a facce centrate, a corpo centrato, a base centrata) in modo da ottenere, in totale, 14 reticoli (di Bravais). Per il cubico, la combinazione delle simmetrie (m: riflessione rispetto ad un piano parallelo a (100); -3: rotazione di 120°, con inversione, attorno all'asse [111]; m: riflessione rispetto ad un piano parallelo a (110)) impone una metrica di tipo "G=aI" dove "a" è la costante di cella e "I" la matrice identità. In pratica, poiché gli elementi di G sono i prodotti scalari dei vettori base del reticolo (g11 = a^2...), G=aI corrisponde a un reticolo cubico di "lato" a.

È da notare che, dato un reticolo, è sempre possibile definire celle elementari di varia forma e volume. Ciò che resta invariante è la simmetria del reticolo.

Applicazioni

Il silicio è un semiconduttore intrinseco (o puro) e può essere drogato con arsenico, fosforo, gallio o boro per renderlo più conduttivo e utilizzarlo in transistor, pannelli solari o celle solari, e altre apparecchiature a semiconduttori, che sono utilizzate in elettronica e altre applicazioni ad alta tecnologia. Esistono due tipi di drogaggio del silicio che permettono di dare un eccesso di elettroni alla banda di conduzione (silicio di tipo n) o lacune di elettroni alla banda di valenza (silicio di tipo p).

Il silicio è inoltre un importante costituente di alcuni tipi di acciaio; il suo limite di concentrazione è del 5%, in quanto oltre si ha un notevole abbassamento della resilienza a causa del suo potenziale di accrescimento della grana cristallina. Rende inoltre possibile far separare grafite negli acciai anche già a partire da concentrazioni di carbonio maggiori di 0,50%. Si segnala la sua presenza (1-2%) negli acciai per molle, dove accresce il limite elastico, avvicinandolo a quello di rottura, e favorisce la temprabilità.

Applicazioni dei composti del silicio

Precauzioni

Una grave malattia dei polmoni chiamata silicosi è molto frequente tra i minatori, i tagliatori di pietre e altri lavoratori che sono impegnati in lavori dove polvere di silicati viene inalata in grandi quantità.

La Silicon Valley

Poiché il silicio è un importante elemento semiconduttore, il principale di tutta l'industria elettronica, la regione di Silicon Valley in California, nota per le numerose aziende di informatica ed elettronica, prende il suo nome da questo elemento (silicon in inglese).

Silicio e silicone nelle traduzioni dall'inglese

Spesso i traduttori traducono la parola inglese silicon (che significa appunto silicio) con "silicone", a causa della somiglianza dei due vocaboli. Mentre la traduzione di silicio è silicon (/ˈsɪlɪkən/), quella di silicone è silicone (/ˈsɪlɪkəʊn/).

Capita quindi spesso di trovare diciture come "chip di silicone" che derivano da questa errata traduzione. Nell'episodio Il mostro dell'oscurità del telefilm Star Trek si parla diffusamente di una specie vivente a base silicone al posto dell'originaria forma di vita a base silicio[35]. Nel film Alien del 1979, l'androide Ash dice a Ripley che la creatura "ha la strana abitudine di disfarsi delle sue cellule e rimpiazzarle con silicone polarizzato". Nel film Wargames - Giochi di guerra del 1983 con Matthew Broderick, diretto da John Badham, in una conversazione un generale statunitense dice, secondo l'errata traduzione, "diodo al silicone" per definire un computer. Nel film 007 - Bersaglio mobile un microchip al silicio viene identificato come microchip al silicone rivelando una scarsa attenzione della traduzione dall'inglese. Anche in un episodio dei Simpson, il dottor Hibbert chiede a Homer se gli alieni che egli ha visto siano "a base di carbone oppure di silicone"; in questo caso l'errore è doppio: anche "carbon" viene tradotto erroneamente (avrebbe dovuto essere "carbonio", dato che carbone in inglese è "coal").

Silicon è tradotto in "silicone" anche nel romanzo Artemis - La prima città sulla luna di Andy Weir del 2017.[36]

Il silicio nella fantascienza

Un tema che ricorre nel filone dell'arte di fantascienza è l'ipotesi dell'esistenza di forme di vita basate sul silicio invece che sul carbonio. Probabilmente il tema è da attribuirsi alla vicinanza dei due elementi nella tavola periodica e a discussioni filosofiche che si interrogano sul fatto che i computer e i robot (i cui microprocessori sono costruiti in silicio) possano essere pensati come delle particolari "forme di vita".

L'espediente della creatura basata sul silicio è spesso utilizzato per proporre il tema dell'alieno come "qualcosa che non può essere compreso", qualcosa di alternativo e incompatibile, talmente diverso da essere addirittura basato su elementi chimici differenti. Le serie manga Blame! e la ottava parte de Le bizzarre avventure di JoJo (JoJolion) ad esempio sviluppano notevolmente il tema facendo degli esseri a base di silicio alcuni tra gli antagonisti principali con capacità fisiche estremamente più sviluppate di quelle di un comune essere umano, forse ad ipotizzare la superiorità dell'elemento, rispetto al carbonio, nel generare forme di vita resistenti.

Note

  1. ^ James E. House e Kathleen Ann House, Descriptive inorganic chemistry, Third edition, Elsevier/AP, 2016, p. 163, ISBN 978-0-12-804697-5.
  2. ^ Duward F. Shriver, Peter William Atkins e Paul Salvador, Inorganic chemistry, 4th ed, W.H. Freeman, 2006, p. 20, ISBN 978-0-7167-4878-6.
  3. ^ J. Theo Kloprogge, Concepcion P. Ponce e Tom A. Loomis, The periodic table, nature's building blocks: an introduction to the naturally occurring elements, their origins and their uses, Elsevier, 2020, p. 204, ISBN 978-0-12-821538-8.
  4. ^ N. N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the Elements, 2ª ed., Butterworth - Heinemann, 1997, pp. 329-331, ISBN 0-7506-3365-4.
  5. ^ (EN) Marwa Nabil, Mohamed Elnouby e Abdulaziz A. Al-Askar, Porous silicon nanostructures: Synthesis, characterization, and their antifungal activity, in Open Chemistry, vol. 22, n. 1, 9 gennaio 2024, DOI:10.1515/chem-2023-0169. URL consultato il 22 aprile 2024.
  6. ^ J. E. House e Kathleen Ann House, Descriptive inorganic chemistry, Third edition, Elsevier/AP, Academic Press is an imprint of Elsevier, 2016, p. 165, ISBN 978-0-12-804697-5, OCLC 927364318. URL consultato il 22 aprile 2024.
  7. ^ a b (EN) Elements, terrestrial abundance, su daviddarling.info.
  8. ^ DIZIONARIO LATINO OLIVETTI - Latino-Italiano, su dizionario-latino.com. URL consultato il 29 marzo 2024.
  9. ^ silìcio - Treccani, su Treccani. URL consultato il 29 marzo 2024.
  10. ^ (EN) Royal Society (Great Britain), Philosophical Transactions of the Royal Society of London, W. Bowyer and J. Nichols for Lockyer Davis, printer to the Royal Society, 1808. URL consultato il 29 marzo 2024.
  11. ^ (FR) Joseph Louis Gay-Lussac e Louis Jacques Thénard, Recherches physico-chimiques, chez Deterville, 1811. URL consultato il 29 marzo 2024.
  12. ^ (SV) Kongl. vetenskaps academiens handlingar, Lars Salvius, 1824. URL consultato il 29 marzo 2024.
  13. ^ (EN) M. G. Voronkov, Silicon era, in Russian Journal of Applied Chemistry, vol. 80, n. 12, 1º dicembre 2007, pp. 2190–2196, DOI:10.1134/S1070427207120397. URL consultato il 29 marzo 2024.
  14. ^ (EN) Mary Elvira Weeks, The discovery of the elements. XII. Other elements isolated with the aid of potassium and sodium: Beryllium, boron, silicon, and aluminum, in Journal of Chemical Education, vol. 9, n. 8, 1932-08, pp. 1386, DOI:10.1021/ed009p1386. URL consultato il 29 marzo 2024.
  15. ^ Livechart - Table of Nuclides - Nuclear structure and decay data, su www-nds.iaea.org. URL consultato il 22 aprile 2024.
  16. ^ a b G. Audi, F. G. Kondev e Meng Wang, The NUBASE2016 evaluation of nuclear properties, in Chinese Physics C, vol. 41, n. 3, 2017-03, pp. 030001, DOI:10.1088/1674-1137/41/3/030001. URL consultato il 22 aprile 2024.
  17. ^ (EN) Ivo Rolf Seitenzahl e Dean M. Townsley, Nucleosynthesis in Thermonuclear Supernovae, Springer International Publishing, 2017, pp. 1955–1978, DOI:10.1007/978-3-319-21846-5_87, ISBN 978-3-319-21846-5. URL consultato il 22 aprile 2024.
  18. ^ A. M. Khokhlov, E. S. Oran e J. C. Wheeler, Deflagration‐to‐Detonation Transition in Thermonuclear Supernovae, in The Astrophysical Journal, vol. 478, n. 2, 1997-04, pp. 678–688, DOI:10.1086/303815. URL consultato il 22 aprile 2024.
  19. ^ (EN) A. G. W. Cameron, Abundances of the elements in the solar system, in Space Science Reviews, vol. 15, n. 1, 1º settembre 1973, pp. 121–146, DOI:10.1007/BF00172440. URL consultato il 22 aprile 2024.
  20. ^ N. N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the Elements, 2ª ed., Butterworth - Heinemann, 1997, p. 330, ISBN 0-7506-3365-4.
  21. ^ WebElements Periodic Table » Silicon » isotope data, su winter.group.shef.ac.uk. URL consultato il 22 aprile 2024.
  22. ^ (EN) Petr Vasiliev, Silicon-30, Silicon-30 Isotope, Enriched Silicon-30, su buyisotope.com. URL consultato il 22 aprile 2024.
  23. ^ (RU) Shatalov, V.V. e Sviderskij, M.F., Production and application of Si-28, Si-29 and Si-30 isotopes, in Tsvetnye Metally, 2003. URL consultato il 22 aprile 2024.
  24. ^ Isotope data for silicon-26 in the Periodic Table, su periodictable.com. URL consultato il 22 aprile 2024.
  25. ^ Isotope data for silicon-27 in the Periodic Table, su periodictable.com. URL consultato il 22 aprile 2024.
  26. ^ Isotope data for silicon-31 in the Periodic Table, su periodictable.com. URL consultato il 22 aprile 2024.
  27. ^ Isotope data for silicon-32 in the Periodic Table, su periodictable.com. URL consultato il 22 aprile 2024.
  28. ^ Isotope data for silicon-33 in the Periodic Table, su periodictable.com. URL consultato il 22 aprile 2024.
  29. ^ Organosilicon Chemistry S. Pawlenko Walter de Gruyter New York, 1986
  30. ^ A. F. Holleman, E. Wiberg, N. Wiberg. Textbook of Inorganic Chemistry. Edition 101.. de Gruyter, Berlin 1995 ISBN 3-11-012641-9, S. 880
  31. ^ Bains, W.; Tacke, R. "Silicon chemistry as a novel source of chemical diversity in drug design" Curr Opin Drug Discov Devel. 2003 Jul;6(4):526-43.
  32. ^ (EN) L. De Jong, Stoicheiometry and kinetics of the prolyl 4-hydroxylase partial reaction, in Biochimica et Biophysica Acta, vol. 787, n. 1, 1984, pp. 105-111, DOI:10.1016/0167-4838(84)90113-4, PMID 6326839.
  33. ^ JJ, Hampson GN.Orthosilicic acid stimulates collagen type 1 synthesis and osteoblastic differentiation in human osteoblast-like cells in vitro. Bone. 2003 Feb;32(2):127-35
  34. ^ (EN) Average silicon prices in the United States from 2012 to 2016, by type (in U.S. cents per pound), su statista.com.
  35. ^ (EN) The Devil in the Dark [collegamento interrotto], su hypertrek.org.
  36. ^ Andy Weir, Artemis - La prima città sulla Luna, traduzione di Marta Lanfranco, Roma, Newton Compton Editori, 2017, ISBN 978-88-227-1021-5.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 38210 · LCCN (ENsh85122512 · GND (DE4077445-4 · BNF (FRcb11976956v (data) · J9U (ENHE987007543750105171 · NDL (ENJA00565390
  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia
Kembali kehalaman sebelumnya