Negli Stati Uniti d'America, esistono numerose sinagoghe a testimonianza di una presenza ebraica che risale al periodo coloniale, fin dal XVII secolo.
Storia della sinagoga negli Stati Uniti
Le condizioni di libertà religiosa garantite a tutte le fedi fin dalle origini della presenza coloniale permisero fin dal XVII secolo non solo la formazione di comunità ebraiche ma la costruzione di edifici sinagogali. Alla vigilia della guerra d'indipendenza americana sei piccole sinagoghe - a New York, Philadelphia, Richmond, Charleston, Newport e Savannah - soddisfacevano alle necessità dei circa 2.000 ebrei stabilitisi nelle colonie. Di queste è sopravvissuta solo la sinagoga Touro di Newport, che costruita nel 1763, è la più antica sinagoga ancora esistente nel territorio degli Stati Uniti.[1]
Conclusasi nel 1865 la Guerra Civile, il nuovo Stato in rapida espansione economica attrasse un numero sempre crescente di immigrati ebrei dall'Europa. Si costituirono comunità con migliaia di membri che richiesero la costruzione di edifici sempre più grandi. La costruzione della Sinagoga Isaac M. Wise di Cincinnati nel 1866 segna l'orgogliosa irruzione dell'ebraismo riformato americano e dello stile neo-moresco. Con l'arrivo costante dei nuovi immigrati, l'architettura delle sinagoghe americane riflette quella che contemporaneamente si andava sviluppando in Europa nel periodo dell'Emancipazione, ma con una tendenza sempre più accentuata all'eclettismo.
Dal primo Novecento l'arte americana delle sinagoghe si sviluppa secondo linee sempre più autonome e distaccate dai modelli europei. L'Art Nouveau fonde in una visione eclettica gli elementi tradizionali di matrice europea producendo un nuovo stile decorativo.[2]
Tipologia della sinagoga americana: sinagoghe attive, dismesse, scomparse
Nel corso della loro storia gli ebrei americani hanno affrontato difficoltà, discriminazioni e pregiudizi, ma non hanno mai fatto esperienza, come in Europa, di persecuzioni, espulsioni, o requisizioni di sinagoghe. La grande mobilità della società americana ha imposto tuttavia la necessità che per così dire le sinagoghe "seguissero" sul territorio gli spostamenti e le variazioni demografiche delle comunità ebraiche. Di conseguenza è molto frequente il caso dell'abbandono di edifici sinagogali, anche monumentali, per edificare nuove sinagoghe nei nuovi luoghi di residenza della comunità.
Il fenomeno, sempre presente, si è accentuato soprattutto nel secondo dopoguerra con il trasferimento della maggior parte della popolazione urbana dai centri storici (dove sorgevano la maggior parte delle sinagoghe ottocentesche e del primo novecento) ai nuovi sobborghi residenziali. Molti edifici sinagogali sono stati così abbandonati, venduti, e demoliti per far spazio a nuove costruzioni. L'integrazione delle comunità ebraiche nel tessuto sociale e religioso degli Stati Uniti ha prodotto un fenomeno molto raro in Europa: accade qui con frequenza che sinagoghe siano vendute ad altre comunità religiose (non solo cristiane) per le loro esigenze di culto, così come accade il fenomeno opposto di edifici nati originariamente come chiese o altri luoghi di culto e quindi acquistati e riadattati come sinagoghe.[3]
Per porre un freno alla perdita di un patrimonio architettonico unico, molte sinagoghe sono oggi designate come monumento nazionale (attraverso il National Historic Landmark Program, creato nel 1935), o inserite nel più vasto elenco degli edifici di interesse storico nazionale (il National Register of Historic Places, creato dal 1966).[4] Alcune importanti sinagoghe, non più attive per il culto, sono state restaurate e trasformate in musei o centri culturali. Grazie a queste iniziative e ad una maggiore sensibilizzazione dell'opinione pubblica rispetto alla conservazione della memoria storica, la tendenza alla perdita del patrimonio culturale e architettonico rappresentato dalle tante sinagoghe sembra essersi oggi fermata o almeno sensibilmente rallentata.
Elenco delle principali sinagoghe degli Stati Uniti
L'elenco (parziale) include in ordine cronologico le principali sinagoghe degli Stati Uniti, con particolare attenzione a quelle riconosciute come monumento nazionali (National Historical Landmark [NHL])[5] o inserite nel registro degli edifici di interesse storico nazionale (National Register of Historic Places [NRHP]).[6] Nell'elenco sono comprese non solo sinagoghe ancora attive ma anche quelle alienate, abbandonate o demolite, delle quali si abbia traccia o notizia, con l'indicazione del loro stato attuale.
^Kerry M. Olitzky. The American Synagogue: A Historical Dictionary and Sourcebook. Westport, CN: Greenwood Press, 1996, pp.2-3.
^Kerry M. Olitzky. The American Synagogue: A Historical Dictionary and Sourcebook. Westport, CN: Greenwood Press, 1996
^Marc Lee Raphael. The Synagogue in America: A Short History. New York, NY: New York University Press, 2011.
^Richard S. Armstrong, The preservation of Churches, Synagogues and Other Religious Structures, Washington, DC: National Trust for Historic Preservation in the United States 1978.