È fra i mangaka che meno si è lasciato influenzare dal mercato internazionale e dai gusti delle nuove generazioni occidentali[1]. A questo proposito, è stato tra i primi autori nipponici ad opporsi all'occidentalizzazione dei manga[2]. Eppure, nonostante la sua stretta aderenza ai canoni giapponesi, il suo stile di disegno e di narrazione rimangono "occidentali" in senso classico, cioè caratterizzati da elevato realismo[3]. Fanno eccezione le frequenti scene umoristiche in cui descrive situazioni surreali, facendo ricorso ad espressioni esasperate[3], al limite del super deformed.
Le sue opere sono orientate soprattutto ad un pubblico adulto[4], più che per i vaghi riferimenti sessuali[5] o i fatti sanguinosi, per la profondità delle situazioni che spesso analizzano l'animo umano nei suoi lati più complessi e meno visibili[6]. L'aggiunta di una buona dose di umorismo aiuta sempre ad alleggerire ed a rendere godibile la lettura[6].
Un'altra caratteristica peculiare di Hōjō è quella di inserire di frequente piccoli cameo di personaggi di sue opere precedenti, o far ricorrere luoghi e caratteristiche: ne sono classici esempi il bar Cat's Eye, presente sia in Occhi di gatto, sia in City Hunter e in Angel Heart, ed il locale Nekomanma, che compare sia in City Hunter che in F. Compo.