Il 21º Congresso degli Stati Uniti d'America, formato dal Senato e dalla Camera dei Rappresentanti, si è riunito a Washington, D.C. presso il Campidoglio dal 4 marzo 1829 al 4 marzo 1831. Riunitosi durante il primo e il secondo anno della presidenza di Andrew Jackson, questo Congresso ha visto confermato il dominio della maggioranza dei jacksoniani sia al Senato che alla Camera.
Contesto ed eventi importanti
Con questo Congresso inizia quello che la storiografia e la politologia americana definiscono come la "democrazia jacksoniana", una fase della storia americana segnata dal dominio di Andrew Jackson e dei suoi alleati sul Congresso e sul panorama politico statunitense. La politica divenne definitivamente un "affare pubblico", grazie a giornali, pamphlet, vignette, campagne elettorali, comizi, impegno politico nei partiti e in comitati. La politica del presidente e del suo governo e i lavori del Congresso diventano oggetto del dibattito pubblico, segnando in maniera definitiva il sistema politico americano futuro.
Ma il Congresso fu anche segnato da una serie di scelte politiche e legislative che costituiscono una delle pagine più nere della storia statunitense. Oltre al continuo conflitto riguardante la sussistenza o meno del diritto, da parte degli stati, di acconsentire l'utilizzo di manodopera servile, un altro tema si impose al Congresso. Il bisogno di nuove terre da parte di quel settore della società che aveva più capitali da investire (i ricchi proprietari terrieri del Sud, ma non solo) convinse il Congresso e Jackson ad emanare l'Indian Removal Act, con il quale si cominciò a deportare forzatamente le tribù indiane che risiedevano nel sudest del paese verso le terre ad ovest del fiume Mississippi, nell'odierno Oklahoma. A partire dal 1831, circa 60.000 Cherokee, Creek, Seminole, Chickasaw e Choctaw furono costretti a lasciare le loro terre d'origine e a intraprendere un viaggio fatto di sofferenze infinite tra fame, malattie e fatica del viaggio (il "sentiero di lacrime", come viene definito oggi). Si stima che circa 13.000 furono le vittime di questa deportazione.[1][2].
1º giugno 1829 - A Philadelphia viene pubblicato per la prima volta il The Pennsylvania Inquirer. Ancora oggi è il quotidiano più importante della città, con il nome di The Philadelphia Inquirer.
27 giugno 1829 - Muore James Smithson, chimico mineralogista britannico che nel suo testamento indica di voler donare 100.000 sterline "agli Stati Uniti d'America, per finanziare a Washington, con il nome di Smithsonian Institution, una Fondazione dedita all'accrescimento e alla diffusione della conoscenza a tutti gli uomini". Nasce così lo Smithsonian Institution, un ente amministrato dal governo federale che gestisce ad oggi 19 musei, 21 librerie e 9 istituti di ricerca su tutto il territorio statunitense.
19-27 gennaio 1830 - Al Senato si svolge un dibattito che ha grande risonanza tra l'opinione pubblica tra i senatori Daniel Webster (Massachusetts) e Robert Y. Hayne (Carolina del Sud) sul grande tema dei rapporti tra legislazione federale e legislazione dei singoli stati.
12 marzo 1830 - La Corte suprema degli Stati Uniti emana la sentenza Craig v. Missouri, con la quale dichiara incostituzionale l'emanazione di certificati di debito emessi dai singoli stati.
28 maggio 1830 - Il Congresso approva l'Indian Removal Act, con il quale si consente al presidente Jackson di trattare con le tribù native presenti la cessione delle loro terre e il loro trasferimento ad ovest del fiume Mississippi. La legge consente in pratica una vera e propria deportazione forzata.
28 maggio 1830: Indian Removal Act, 4 Stat. 411, ch. 148 (An Act to provide for an exchange of lands with the Indians residing in any of the states or territories, and for their removal west of the river Mississippi) - La legge (già da tempo caldeggiata dallo stato della Georgia e appoggiata dallo stesso presidente Jackson) consente allo stesso presidente di trattare con gli indiani presenti in territorio statunitense il loro trasferimento forzato ad ovest del fiume Mississippi. La legge fu poi a più riprese riconfermata fino al 1841, con la presidenza di Martin Van Buren.
Trattati ratificati
24 febbraio 1831 - Il Congresso ratifica il trattato di Dancing Rabbit Creek che gli Stati Uniti conclusero con la tribù dei Choctaw. Con il trattato i Choctaw cedono circa 11 milioni di acri di terra (in quello che ora è il Mississippi) in cambio di 15 milioni di acri oltre il fiume Mississippi, nel Territorio Indiano (che corrisponde più o meno all'odierno Oklahoma).
I senatori sono stati eletti ogni due anni, dove ad ogni Congresso soltanto un terzo di esso viene rinnovato. Prima del nome di ogni senatore viene indicata la "classe", ovvero il ciclo di elezioni in cui è stato eletto. In questo 21º Congresso i senatori di classe 2 erano in scadenza.
George Gilmer (J) venne spostato dal suo distretto elettorale ed eletto, ma non riuscì ad accettare in tempo la sua carica. Il governatore della Georgia ordinò l'indizione di nuove elezioni.
Le elezioni di Fisher sono state contestate e alle successive elezioni, tenute il 5 febbraio 1830, perse contro Silas Wright, il quale però non riuscì ad assumere la carica per mancanza dei requisiti soggettivi.