Alfonso, sia secondo la Historia genealógica y heráldica de la monarquía española, Volume 1, che secondo la Historia De Los Hechos De España di Rodrigo Jimenez De Rada era figlio del re di León Bermudo II e di Elvira Garcés di Castiglia[1][2], figlia del conte de CastigliaGarcía Fernández e come riporta il documento n° II del Cartulario del infantado de Covarrubias della moglie, Ava di Ribagorza (domno Garsea comite sive domna Ava cometissa et filiis adque filiabus vestris)[3], figlia, secondo il codice di Roda[N 1] del Conte di RibagorzaRaimondo II e di Garsenda di Fézensac [4].
Bermudo II, secondo alcuni era figlio illegittimo del re di León Ordoño III e della sua amante Aragonta Peláez, figlia del conte Pelayo González[5], ma secondo altri era figlio di una seconda moglie, Elvira, figlia del conte di Asturia Gonzalo e della moglie Teresa, come riportano sia la Historia genealógica y heráldica de la monarquía española, Volume 1[6], che la Memorias de las reynas catholicas[7].
Biografia
Nel 999, quando il suo regno era ridotto alla sola zona costiera di Galizia e Asturie, suo padre Bermudo II morì nella provincia di El Bierzo, non lontano da Ponferrada, a causa della gotta che da tempo lo faceva soffrire, e fu tumulato a Villabuena (Cacabelos) e solo in secondo tempo la salma fu traslata nella capitale, León, come riportano sia la Historia de España: parte XVI[8], che il Chronicon de Sampiri[9].
Gli succedette il figlio Alfonso, di circa cinque anni[10][11], sotto la reggenza, come riportano sia la Historia genealógica y heráldica de la monarquía española, Volume 1, che Rodrigo Jimenez De Rada, nel suo Historia De Los Hechos De España, della madre, Elvira e di Menendo González[12][13](† 11ottobre 1008), Conte di Portucale[14].
Alla nomina di Menendo González si era opposto invano il Conte di Castiglia Sancho Garcés, come riporta la Recherches sur l'histoire et la littérature de l'Espagne pendant le moyen age, tome premier[15].
Nel 1002, unitamente ai navarresi di Sancho III il Grande e ai castigliani di Sancho Garcés le truppe leonesi parteciparono alla battaglia di Calatañazor, dove Almanzor (molto probabilmente la sua retroguardia) subì la sua prima sconfitta e poco dopo, a Medinaceli, morì, come riporta lo storico Rafael Altamira[16].
Nel 1007 Alfonso V era divenuto maggiorenne e, dopo la morte nel 1008 di Menendo González, come riportano sia il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia che La web de las biografias, cominciò a governare da solo[17][18], e la madre si ritirò in convento, come riportano le Memorias de las reynas catholicas[19].
Alfonso si prodigò affinché il regno di León, dopo la morte di Sanchuelo nel 1009, si potesse distaccare dalla sua posizione subordinata al califfo di Cordova[17][18].
Inoltre ripopolò la città di León dopo che era stata distrutta da Almanzor durante il regno di suo padre, come riportano le Memorias de las reynas catholicas[20].
Il documento n° LXXXIII datato 1007 della Apéndice del Tomo II de la Historia de la Santa A. M. Iglesia de Santiago de Compostela riporta un intervento di Alfonso V per definire i confini di tre contee[21] mentre con il documento n° LXXXVI datato 1019 della Apéndice del Tomo II de la Historia de la Santa A. M. Iglesia de Santiago de Compostela Alfonso V conferma la sua proprietà di Santiago di Compostela[22].
Alfonso V inoltre, nel 1017, aveva introdotto nelle città principali del regno il fuero o Codice della Legge Municipale. Fu il primo re di León ad usare anche il titolo di re di Castiglia.
Sempre nel 1017, aveva cercato di approfittare della morte del conte di Castiglia Sancho Garcés con cui dal 1013, come riportano sia il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, che La web de las biografias era in conflitto[17][18], perché aiutava i nobili ribelli del Regno di León, come riporta la Gran enciclopedia catalana[23]; essendo il nuovo conte di Castiglia un bambino, García Sánchez), Alfonso V occupò alcune terre della contea di Castiglia, tra i fiumi Cea e Pisuerga, ma il cognato di Garcia, il re di NavarraSancho III il Grande, marito della sorella Munia, protettore del piccolo conte di Castiglia, reagì, respingendo i leonesi da tutto il territorio intorno a Palencia, come riporta il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia[24].
Alfonso V aveva respinto un'invasione di Normanni nel 1016[23].
Alfonso V aveva cercato di trovare un accordo con il conte di Castiglia, Garcia Sanchez, e il suo tutore, il re di Navarra Sancho III il Grande; l'accordo fu trovato, nel 1027, con il programmato matrimonio tra il conte di Castiglia, García Sánchez, e sua figlia, Sancha, come riporta Rafael Altamira[25].
Alfonso V morì il 4 luglio 1028, come riporta il documento n° XCII, datato 1055, della Apéndice del Tomo II de la Historia de la Santa A. M. Iglesia de Santiago de Compostela[26], ucciso da una freccia scagliata dai difensori musulmani della città Viseu, nell'odierno Portogallo, mentre la stava assediando[17][18][23].
Il Chronicon Compostellani riporta che Alfonso V regnò 29 anni[27].
Alfonso fu tumulato nella sua capitale, León, nella Real Basílica di Sant'Isidoro[18], accanto alla prima moglie Elvira[17].
Gli succedette il figlio, Bermudo[26].
Matrimoni e discendenza
Nel 1015 Alfonso V aveva sposato Elvira Menéndez, figlia del Conte di Portucale, il galiziano Menendo González e di sua moglie, Tutadona Moniz de Coimbra (dona Mayor)[28]; il matrimonio viene confermato dal documento n° LXXXVI, datato 1019, della Apéndice del Tomo II de la Historia de la Santa A. M. Iglesia de Santiago de Compostela (Adefonsus rex, Geluira regina, Veremudus princeps)[22].
Alfonso ebbe due figli da Elvira[28]:
Bermudo (1017-1037), citato nel documento n° LXXXVI, datato 1019, della Apéndice del Tomo II de la Historia de la Santa A. M. Iglesia de Santiago de Compostela[22], poi re di León. come conferma il documento n° XC, datato 1028, della Apéndice del Tomo II de la Historia de la Santa A. M. Iglesia de Santiago de Compostela[29]
Jimena di León che sposò il conte Fernando Gundemáriz (Da questa coppia nacque Cristina Fernandez dal cui matrimonio con Diego Fernandez, conte di Oviedo nacque a sua volta Jimena Díaz, moglie di Rodrigo Diaz de Vivar altrimenti detto El Cid, come riporta la Historia genealógica y heráldica de la monarquía española, Volume 1[33].
^Il codice di Roda, compilato nel X secolo con qualche aggiunta dell'XI secolo, si occupa della storia e delle genealogie del periodo alto-medievale della zona a cavallo dei Pirenei, quindi soprattutto il regno di Navarra e la marca di Spagna.
Rafael Altamira, Il califfato occidentale, in L’espansione islamica e la nascita dell’Europa feudale, collana «Storia del mondo medievale», II volume, Milano, Garzanti, 1999 [1979], pp. 477–515, SBNRAV0065639.