Secondo la storica dell'arte, Marta Serrano Col, Sancha fu la prima regina d'Aragona ad usare un sigillo reale[14]. Sancha fu protettrice delle arti e mecenate; tra i suoi protetti vi furono i trovatori Giraud de Calanson e Peire Raymond[15].
Fu coinvolta in una disputa legale con il marito riguardante delle proprietà da lei ereditate; nel 1177 prese possesso con la forza di castelli nella contea di Ribagorza, che erano appartenuti alla corona.
Dopo la morte del marito a Perpignan nel 1196 (la morte di Alfonso II è riportata negli Anales Toledanos I[16]), Sancha fu relegata, dal figlio Pietro II, in una posizione di secondo piano nello scenario politico, per cui, nel 1197, lasciò la corte e si ritirò nel Monastero di Santa Maria di Sijena, da lei stessa fondato nel 1188[12], dove, prese i voti[12] e assunse la croce dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme che indossò fino alla morte. Per questo motivo in Aragona viene venerata come Regina Santa. Per la chiesa cattolica è Servo di Dio e la sua ricorrenza è il 9 novembre.
La regina madre, Sancha, ospitò, per circa cinque anni, dal 1204 fino alla partenza di Costanza, avvenuta nel 1208, nel suo Monastero, di cui era divenuta priora, la figlia Costanza, regina vedova d'Ungheria (dopo essere rimasta vedova era tornata in Aragona[17]), che lasciò il convento per raggiungere la Sicilia, dove a Palermo contrasse il suo secondo matrimonio (tra l'agosto 1209 ed il febbraio 1210) con il futuro imperatore Federico II[18].
Sancha, come viene riportata negli Anales Toledanos I, morì poco tempo dopo, il 9 novembre del 1208[19], a 54 anni.
Sancha fu sepolta davanti all'altare maggiore del Monastero di Santa Maria (Monasterio de Sigena) di Sijena[19], dove poi venne sepolto il figlio primogenito, Pietro II il Cattolico, che in un documento datato 24 febbraio 1212, si definì figlio della regina Sancha d'Aragona (filio Sanctiæ…Reginæ Aragonum).
Figli
Sancha ad Alfonso diede otto[12] (o nove[20]) figli:
Pietro[17] (1174-1213), re d'Aragona e di tutte le contee catalane (regnum Aragoniæ et Comitatus Barchinonæ, Bisuldini, Cerritaniæ et Rossilionis, ac Palearensem)[17];
^Ladislao II fu detto l'Esiliato, perché passò gli ultimi anni di vita in esilio in Germania. Però, prima di morire, nel 1157, al seguito di Federico Barbarossa, sottomise i suoi fratellastri e fu l'arbitro della suddivisione dei domini polacchi tra i fratellastri
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