An Autobiography (Frank Lloyd Wright)
An Autobiography[1][2] è una memoria autobiografica scritta dall'architetto statunitense Frank Lloyd Wright, pubblicata nel 1932. Questo libro è una delle opere più importanti della sua carriera, in cui Wright esplora la sua vita personale, la sua filosofia architettonica e i principi che hanno guidato il suo lavoro durante il corso della sua lunga e prolifica carriera.[2] GenesiTaste and Autobiography fu un breve saggio scritto dall'architetto Frank Lloyd Wright, pubblicato nel The Chicagoan nell'aprile del 1932. In questo articolo, Wright espone le motivazioni alla base della scrittura della sua autobiografia, fornendo un'introspezione sulla sua opera e sul rapporto con la verità personale. Il saggio si può considerare una sorta di apologia, in risposta a critiche ricevute, anche se per lo più le recensioni del libro furono favorevoli, lodando la sua sincerità e il suo impegno per sviluppare un'architettura in linea con i principi democratici degli Stati Uniti.[3] Natura del testoNel testo, Wright riflette sulla natura dell'autobiografia e sull'idea di "gusto" che, secondo lui, spesso limita l'autore nel raccontare la propria vita in modo autentico. Sostiene che un'autobiografia reticente non è altro che una biografia distorta dall'autore stesso o un saggio su se stessi, e che la vera autobiografia deve essere un'espressione sincera della propria esperienza, senza nascondere le imperfezioni.[3] Wright, tuttavia, avverte che la sincerità non significa rivelare tutto senza filtro, ma essere giusti e onesti con i fatti, evitando di cadere nel racconto di drammi esagerati, calunnie o abbellimenti. L'autobiografia, nella sua visione, è raramente semplice o completamente candida, poiché è inevitabilmente influenzata da fattori personali, sociali e culturali.[3] La "ricerca" dell'autobiografoWright sostiene che solo una persona che ha subito ingiustizie mediatiche o che ha dedicato la propria vita a una causa importante, o che può rendere la propria vita interessante, utile o bella per gli altri, dovrebbe tentare di scrivere una vera autobiografia. Tuttavia, avverte che tale tentativo sarà spesso ostacolato dal "gusto" della società, che potrebbe influenzare negativamente il contenuto e la forma dell'opera.[3] Secondo l'architetto, le norme sociali, compreso il concetto di "buon gusto", sono in costante evoluzione, ma la vera autobiografia resiste al passare del tempo. Nel suo caso, Wright ammette che la sua vita non è stata vissuta secondo le convenzioni del "gusto" della sua epoca, eppure crede che la sua autobiografia debba rimanere autentica, a prescindere dal giudizio esterno.[3] Il ruolo dell'artista nell'autobiografiaWright fa un'importante distinzione tra la figura dell'uomo e quella dell'artista: mentre l'uomo potrebbe essere tentato di omettere o modificare alcuni aspetti della propria vita, l'artista in lui si oppone a queste reticenze, sentendo che ogni dettaglio è fondamentale per il bilanciamento dell'intera opera. La lotta tra questi due aspetti della sua persona è un tema ricorrente nell'autobiografia di Wright, dove l'artista prevale nella maggior parte dei casi, anche se ciò comporta una maggiore vulnerabilità esposta agli occhi del pubblico.[3] Contenuto e tematiche principaliNel suo libro, Wright fornisce una visione dettagliata della sua infanzia, della sua formazione e della sua evoluzione come architetto. Il testo si divide in più sezioni, ognuna delle quali affronta un periodo diverso della sua vita, mettendo in luce le sue esperienze formative e le influenze che hanno modellato il suo stile. Vengono anche esplorati gli aspetti più personali della sua esistenza, come il matrimonio e la sua relazione con la famiglia.[2] Uno degli aspetti più interessanti di An Autobiography è l'acceso dibattito che Wright intraprende contro l'architettura tradizionale dell'epoca. L'autore sottolinea la sua visione innovativa, che porta alla creazione di edifici che riflettono l'armonia con la natura, l'individualità e il design funzionale. La sua filosofia di "architettura organica", che mira a integrarsi con l'ambiente circostante piuttosto che a dominarlo, è centrale nel libro e fornisce una comprensione profonda dei suoi progetti più iconici, come la Casa sulla Cascata (Fallingwater) e il Museo Guggenheim di New York.[2] Le Quattro Stagioni in Quattro Versi"Le Quattro Stagioni in Quattro Versi" è un brano di An Autobiography, uno studio iniziale nel design e nell'astrazione della poesia, con un particolare focus sulle aspirazioni sonore delle parole, creando versi sibillini destinati ad essere sussurrati.[4] Nel testo, Wright racconta un episodio in cui sua madre, leggendo "lo studio", gli disse gravemente: "Figlio mio, quando un giovane inizia a fare versi è un segno". Sebbene non specificasse se il "segno" fosse positivo o negativo, Wright ne comprendeva il significato. L'autore riflette sull'astrazione e sul design nella creazione di un verso che riproduca il movimento del soggetto, il vento, nei suoi ritmi naturali, iniziando lentamente, vivacizzandosi e poi spegnendosi. Questi esperimenti stilistici rientrano nella stessa fase creativa in cui si inserisce la Work Song di Wright, entrambi esempi di design lineare e astratto, pur rimanendo relativamente inusuali in ambito letterario, anche se Poe sembrò spesso avvicinarsi a tali idee.[4] Il testo si sviluppa attraverso quattro sezioni che rappresentano le quattro stagioni, descrivendo l'andamento ciclico e mutevole della natura:
Il brano, con la sua lirica evocativa, non è solo un’espressione poetica della natura, ma anche un esperimento stilistico che ricerca un design astratto, dove il movimento delle stagioni è reso attraverso un ritmo fluido e ripetitivo.[4] Canto all'autunnoHymn to Autumn (Canto all'autunno) è un estratto in cui Wright esplora la bellezza e la transitorietà della stagione autunnale, riflettendo sulla connessione tra la natura, il futuro e la ciclicità della vita.[5] Il passo di Wright si apre con una visione poetica della natura, descritta come una "canzone visibile". L’autore dipinge l’autunno come un periodo in cui il cambiamento si manifesta nella terra, con colori vibranti come il rosso del sumac e i frutti che pendono dai rami spogli degli alberi, simbolo del futuro che si prepara a prendere forma.[5] Wright prosegue con una riflessione sul ciclo della vita naturale, evidenziando il passaggio delle ghiande dall'albero al terreno, dove verranno cercate e seppellite, e il destino delle bacche che, consumate da uccelli e animali, danno vita a una nuova esistenza in un terreno diverso. Questo ciclo di nutrimento e rinascita è interpretato come una metafora della perpetuazione della specie.[5] L'autore celebra anche il contributo che la vita naturale ha dato al mondo, con l'aggiunta di linfa e vigore agli alberi, arbusti e fiori, e l'eterna bellezza dell’erba verde. La vegetazione autunnale è descritta come un’esplosione di crescita, raggiungendo il suo apice prima di prepararsi a entrare nel riposo invernale.[5] La riflessione si chiude con l'idea che, con l'arrivo del gelo imminente, gli alberi e le piante rispondono al cambiamento stagionale e, completato il loro ciclo, tornano alla radice per riposare.[5] odore di TaliesinIl Taliesin Smell (odore di Taliesin) è un'esperienza olfattiva unica e distintiva associata alla casa e studio di Frank Lloyd Wright, Taliesin, situato nel Wisconsin, USA. Il termine descrive un particolare profumo che caratterizza l'ambiente e che cambia con le stagioni, ma che è soprattutto riconoscibile durante l'inverno.[6] Nel suo Autobiografia, Frank Lloyd Wright descrive dettagliatamente il profumo che pervade Taliesin. Secondo Wright, la casa è pervasa da un odore unico che si manifesta sin dal primo ingresso di un visitatore, che spesso commenta e si interroga sulla natura di questa fragranza. Sebbene Taliesin fosse costantemente aperta all'aria fresca grazie alle ampie finestre, l'odore di Taliesin è un miscuglio che nasce dalla combinazione di odori stagionali, tra cui quelli della natura circostante e dei materiali che compongono la casa.[6]
Il "Taliesin Smell" è quindi una combinazione di diversi odori che insieme creano un'atmosfera sensoriale unica. Il profumo affumicato della quercia bruciata, arricchito dall'odore dolce e fresco dell'antimonio, rappresenta l'essenza della casa e della sua connessione con la natura. Questa combinazione è percepita come particolarmente autentica durante l'inverno, quando Taliesin è avvolta dalla neve e dal fumo di legna che sale verso il cielo serale.[6] La conquista del desertoIl titolo del capitolo si riferisce all'esperienza di Taliesin West, una delle opere più significative di Frank Lloyd Wright, situata nel deserto dell'Arizona, a 26 miglia da Phoenix, nelle vicinanze del Monte McDowell. Fu progettata come un campo di lavoro e residenza per la Fellowship di Taliesin, il gruppo di apprendisti e collaboratori di Wright. Questo luogo è anche il quartier generale della Frank Lloyd Wright Foundation.[7] La costruzione di Taliesin West iniziò nel 1937, dopo che Wright e la sua Fellowship avevano trascorso diversi anni esplorando la zona e trovando il sito ideale. La scelta del deserto arizoniano non fu casuale: il paesaggio selvaggio e la vastità della natura circostante si riflettono nelle caratteristiche distintive dell’architettura di Taliesin West. Wright cercò di integrare perfettamente l’edificio con l’ambiente circostante, utilizzando materiali locali, come la pietra e il legno, e un design che si adattasse al paesaggio del deserto.[7] La sua filosofia di progettazione si rifletteva nell'idea di creare edifici che fossero in sintonia con la natura, e Taliesin West ne è un esempio perfetto. Le strutture furono costruite con un mix di pietra locale, cemento e legno di sequoia, mentre le pareti furono progettate per aprirsi sul paesaggio circostante, offrendo vedute spettacolari del deserto.[7] L'area era conosciuta per le difficoltà legate alle sue condizioni climatiche estreme, ma anche per il senso di comunità che Wright e la sua Fellowship riuscirono a costruire. Durante i primi anni di costruzione, le difficoltà logistiche e le sfide naturali, come le tempeste di sabbia e le inondazioni improvvise, erano comuni. Nonostante ciò, la Fellowship continuò a lavorare e a vivere sul sito, con la costante supervisione di Wright.[7] Taliesin West non solo rappresenta un esempio di architettura innovativa, ma è anche un simbolo della visione di Wright per un'architettura organica, che unisce l’uomo alla natura. Il sito divenne anche un centro di formazione per architetti, con la Fellowship che viveva e lavorava insieme, sviluppando progetti sotto la guida di Wright.[7] L’impatto di Taliesin West sulla carriera di Wright e sullo sviluppo dell’architettura moderna è enorme. Nel corso degli anni, il sito ha visto diverse modifiche e ampliamenti, ma continua a rimanere un testimone del genio creativo di Wright e della sua capacità di adattarsi e trarre ispirazione dal paesaggio naturale circostante.[7] Oggi, Taliesin West è aperto al pubblico come museo e centro educativo, offrendo visite guidate che esplorano la storia del sito e l’opera di Frank Lloyd Wright. La sua importanza culturale e storica è riconosciuta a livello internazionale, e nel 1982 è stato dichiarato Monumento Nazionale Storico degli Stati Uniti.[7] Stile e linguaggioIl libro è scritto in uno stile vivido, appassionato e talvolta polemico. Wright non si limita a raccontare fatti cronologici, ma offre riflessioni più ampie sui suoi successi, insuccessi, conflitti professionali e filosofici. La sua voce narrativa è quella di un uomo che non solo è impegnato a difendere la sua visione dell'architettura, ma anche a giustificare le scelte che ha fatto nella sua vita privata e professionale.[2] Impatto e ricezioneAn Autobiography è stato accolto positivamente dalla critica, anche se non senza qualche controversia, come spesso accade per le opere di Wright. Molti hanno apprezzato il modo in cui il libro esplora le intuizioni personali e il pensiero di un architetto di fama mondiale, ma alcuni critici hanno trovato il tono della narrazione e la visione autocentrata dell'autore a volte troppo enfatici.[2] Il libro è rimasto una lettura essenziale per gli studiosi di Wright e gli appassionati di architettura, e ha avuto un impatto duraturo sulla comprensione della sua filosofia progettuale. Oggi, An Autobiography è considerato uno dei documenti fondamentali per chiunque desideri comprendere il pensiero e la personalità di uno dei più grandi architetti della storia.[2] Edizioni successiveNel corso degli anni, An Autobiography è stato ripubblicato in numerose edizioni e tradotto in diverse lingue, consolidando il suo status come una delle opere più significative di Frank Lloyd Wright. La sua influenza non si limita al mondo dell'architettura, ma si estende anche al campo del design e della cultura visiva in generale.[2] Note
Bibliografia
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