I bulgari in Italia sono una comunità migrante della diaspora bulgara. L'ISTAT contava 49 205 cittadini bulgari in Italia nel 2021,[1] mentre il governo bulgaro dichiarava la presenza di circa 120 000 cittadini bulgari in Italia nel 2015.[2] Ci sono parrocchie della Chiesa ortodossa bulgara.[3] I centri principali della comunità bulgara in Italia sono Milano, Bologna, Firenze e Torino.
Storia
Antichi Bulgari
All'inizio del VII secolo, gruppi di Proto-bulgari (uno dei popoli antichi che parteciparono all'etnogenesi dei bulgari moderni) si stanziarono nella penisola italiana. La migrazione principale fu guidata da Alcek, un capo bulgaro che aveva inizialmente fatto parte del khaganato avaro prima di cambiare alleanza ed allinearsi coi longobardi. Alcek e il suo popolo arrivarono all'Esarcato di Ravenna, dove Grimoaldo li invitò a stanziarsi nel Ducato di Benevento. Secondo le Gesta Dagoberti, i Bulgari di Alcek si stabilirono negli attuali comuni di Isernia, Bojano e Sepino, e Alcek ricevette il titolo feudale di gastaldo.[4][5][6][7]
Non è certo se questo Alcek possa essere identificato con un altro signore bulgaro, Altsiok. Secondo la Cronaca di Fredegar, Altsiok abbandonò il khaganato avaro nel 631-632. Altsiok si stabilì in Baviera con 9.000 Bulgari sotto il re franco Dagoberto I. Altsiok è noto per essersi trasferito nella marca veneziana con i suoi 700 uomini rimasti dopo che Dagoberto ebbe massacrato la maggior parte del suo popolo.
Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum (787) scrive che i Bulgari abitavano ancora l'area e che, anche se parlavano "latino", "non hanno abbandonato l'uso della propria lingua".[8] In tempi più tardi i bulgari del Molise erano apparentemente completamente assimilati.
Sepolture di un carattere nomade delle steppe e sepolture dei cavalli datate alla seconda metà dell'VIII secolo d.C. attestano la presenza dei Bulgari nelle regioni del Molise e della Campania.[9] I toponimi che contengono la radice bulgar e cognomi come Bulgari e Di Bulgari continuano ad apparire in documenti medievali relativi alla penisola italiana.
Bulgari moderni
Nel XVII secolo i bulgari cattolici spesso visitavano Roma nei loro tentativi di negoziare il sostegno papale ad una rivolta bulgara contro l'impero ottomano. Capi religiosi e politici importanti come Petar Bogdan e Petar Parchevich trascorrono del tempo in città. Il primo libro stampato in bulgaro moderno, Abagar, è stato pubblicato a Roma nel 1651.
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^Chapter XXIX, su northvegr.org, History of the Langobards. URL consultato il 19 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
«During these times a duke of the Bulgarians, Alzeco by name, left his own people, from what cause is unknown, and peacefully entering Italy with the whole army of his dukedom, came to king Grimuald, promising to serve him and to dwell in his country. And the king directing him to Beneventum to his son Romuald, ordered that the latter should assign to him and his people places to dwell in. [1] Duke Romuald, receiving them graciously, accorded to them extensive tracts to settle which had been deserted up to that time, namely, Sepinum (Sepino), Bovianum (Bojano), Isernia [2] and other cities with their territories and directed that Alzeco himself, the name of his title being changed, should be called gastaldius [3] instead of duke. And they dwell up to the present time in these places, as we have said, and although they also speak Latin, they have not at all forsaken the use of their own language.»