Chiesa di Sant'Urbano (Apiro)
La chiesa di Sant'Urbano, meglio nota con il titolo di collegiata, è la parrocchiale di Apiro, in provincia di Macerata e arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche[1]; fa parte della vicaria di San Severino Marche. StoriaDove poi sarebbe sorta la collegiata, nel XV secolo venne edificato un oratorio dedicato a sant'Antonio, che entro il 1615 fu trasformato e rimaneggiato[1]. Attorno al 1630 papa Urbano VIII, gravemente malato, venne curato dal medico apirese Giovanni Giacomo Baldini, a cui il pontefice, come ringraziamento, concesse dei benefici e donò grandi ricchezze; nel 1656, alla sua morte, il Baldini lasciò al paese tutti i suoi averi. DescrizioneEsternoLa facciata a salienti della chiesa, rivolta a sudest, si compone di un corpo centrale, che presenta nell'ordine inferiore il portale d'ingresso timpanato e in quello superiore, affiancato da due volute, una finestrone rettangolare, e di due ali laterali più arretrate caratterizzate da specchiature[1]. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, suddiviso in più registri da cornici marcapiano; la cella, con gli angoli smussati, presenta una monofora per lato ed è coronata dalla copertura a cipolla, poggiante sul tamburo abbellito da timpani semicircolari. InternoL'interno dell'edificio si compone di tre navate, ognuna delle quali consta di tre campate; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, sopraelevato di un gradino e chiuso dall'abside semicircolare[1]. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra cui la pala anonima raffigurante Sant'Urbano in contemplazione della Vergine Maria Assunta in cielo[1], con grandiosa cornice barocca intagliata da Angelo Scoccianti nel 1717[2][3], la tela con soggetto San Giovanni Battista nel deserto, eseguita nel XVII secolo da Valentin de Boulogne[4], e la Pietà, realizzata da Jusepe de Ribera[4]. In chiesa è anche una Madonna col Bambino e i ss. Costanzo Vescovo e Carlo Borromeo di Andrea Lilli, del 1612[5]. In sacrestia è conservata una importante collezione di dipinti secenteschi raccolta da Gian Giacomo Baldini, archiatra di Scipione Borghese e di Urbano VIII, donata alla sua morte nel 1656. Tra esse è una tela con una Presentazione al Tempio attribuita a Baldassarre Croce forse del secondo decennio del Seicento[6] e un'Assunzione della Vergine di Vincenzo Conti, del 1595 - 98 circa[7]. Note
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