Fermo sorge sulla vetta e lungo le pendici del Colle Sàbulo (319 m s.l.m.), così denominato probabilmente perché di formazione prevalentemente arenacea (in latinosabŭlum = sabbia).
Il Colle Sàbulo è dominato dalla mole della Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta.
«situata in un colle di aere saluberrimo, di amenità singolare nel cuor del Piceno, presso al seno Adriatico, non lungi dai monti Appennini»
(Bolla di papa Sisto V del 24 maggio 1584 per l'elevazione della Cattedrale a Sede Metropolitana[4])
La città si presenta divisa in due parti: la parte storica, cresciuta attorno e sulla sommità del colle Sabulo, rimasta quasi intatta nei secoli con il suo aspetto medioevale, e una parte nuova.
«Io amo molto Fermo, ... la sorella carnale di Urbino, più bionda, più pingue e di carattere più aperto e dolce ...»
Il territorio di Fermo è delimitato a sud dal fosso San Biagio e dal crinale che attraversa la località Madonna Bruna, e a nord dal fiume Tenna, con diverse aree oltre il fiume (per esempio Campiglione e Villa San Claudio).
Fermo ha 3 km di litorale a sud di Porto San Giorgio (località Marina Palmense) e 4 km di litorale a nord (località Lido di Fermo, Casabianca e Lido San Tommaso).
Il territorio è punteggiato di abitazioni, secondo l'uso dell'economia agraria mezzadrile, che prevedeva la presenza di una famiglia colonica su ogni appezzamento di terreno anche se formato da pochi ettari.
Il suo nome sembra derivare dall'aggettivo latino firmus, con il senso di “fedele” oppure “dai certi confini”. Altre ipotesi indicano una provenienza dal sabinoPerwom ovvero dall'etruscoPermu, con il significato di “storto”, da porre in relazione con la pianta iniziale della città[6].
«...come un tempo veniva chiamato Fermo Piceno, così in altri tempi la Marca fu detta Fermana, essendo Fermo la prima Città che in questa provincia esistesse»
(Bolla di Sisto V del 24 maggio 1584 per l'elevazione della Cattedrale a Sede Metropolitana[4])
Il territorio circostante, corrispondente più o meno alla Provincia di Fermo, è chiamato "Il Fermano".
Simboli
«Inquartato: nel primo e nel quarto di rosso, alla croce pomata d'argento; nel secondo e nel terzo d'oro, all'aquila di nero, coronata dello stesso; il tutto timbrato da un elmo di famiglia nobile con svolazzi d'oro sormontato da un braccio attraversante in palo uscente da una corona di marchese, vestito di bianco e tenente con la mano un globo rosso. Sotto lo scudo, il motto nella lista bifida d'oro a lettere maiuscole rosse: "FIRMVM FIRMA ROMANORVM COLONIA".»
Il motto della città è Firmum firmae fidei romanorum colonia (tradotto dal latino, significa Fermo, colonia romana di ferma fede)[9]. Romanorum Colonia (Colonia dei Romani in latino)[10]; è un onore guadagnato dalla città grazie alla fedeltà assicurata ai Romani nella prima e nella seconda guerra punica. Dal 1336 la città di Fermo era talmente potente che correva il detto: Quando Fermo vuol fermare, tutta la Marca fa tremare.[11]
Ricorrenze
La ricorrenza di maggior rilievo di Fermo è la festività di Maria Assunta, celebrata il 15 agosto. In tale periodo si svolge il Palio.
A partire dal 1982 si corre, ogni 15 agosto, la Cavalcata dell'Assunta in edizione moderna.
Monumenti e luoghi di interesse
Architetture religiose
Cattedrale
Duomo di Fermo - L'edificio religioso, dedicato a Maria Assunta in cielo e Chiesa madre dell'omonima arcidiocesi metropolitana, si eleva nella parte più alta della città, presentandosi con il suo prospettoasimmetrico di stilegotico sul margine orientale del piazzale del Girfalco (punto panoramico). Gli scavi del secolo scorso hanno portato in luce resti di un'antica chiesa paleocristiana risalente al VI secolo.[12] Ospita un'ampia cripta ipogea recante come altare un sarcofago del IV secolo con i resti del vescovo martire di Fermo, san Filippo.[13]
Chiesa della Madonna del Carmine,[15] detta anche Chiesa del Carmine, con annesso convento e antico Palazzo del Monte di Pietà; fu fatta erigere all'inizio del XIV secolo in corso Cefalonia, dal quale vi si accede per breve scalinata. Le venne attribuito il nome di "Santa Maria Novella della Carità", fu poi dedicata alla Madonna del Carmine.[16] Fu costruita in stile gotico, del quale però rimane solo la facciata del monte di pietà con il portale di Marino di Marco Cedrino. Radicali cambiamenti furono apportati nel corso degli anni: nel 1688 venne ampliata, e venne poi ammodernata definitivamente nel 1794 dall'architetto Pietro Augustoni. La facciata, in stile romanico, è in laterizio e lesene in travertino. All'interno appare molto spaziosa: è divisa in tre navate comprendenti possenti colonne con archi a tutto sesto. L'abside è occupata da un padiglione ligneo di età barocca, decorato e dorato, nel quale è inserito il dipinto raffigurante la Natività del pittore Giovan Battista Gaulli.[17] Nella chiesa c'è anche una Madonna con Bambino in trono tra Sant'Alberto degli Abati, Santa Caterina d'Alessandria, Santa Lucia e San Girolamo di Antonio Solario, del 1502 circa.[18]
Chiesa del monastero di San Girolamo, appartenente al monastero delle Cappuccine, in via Leopardi, ai margini delle antiche mura della città.[19][20]
Chiesa della Pietà, già sede della parrocchia di San Matteo, è sita in corso Cefalonia, quasi difronte alla Chiesa del Carmine; è aperta anche di notte per adorazione eucaristica.[21][22]
Chiesa delle Clarisse (intitolata alla Visitazione), con annesso convento di clausura, in via Lattanzio Firmiano.[23]
Chiesa della Madonna delle Grazie, nel largo omonimo, a fianco di via Sant'Antonio.[24][25]
Chiesa di San Domenico, concattedrale, fu costruita a partire dal 1233; la facciata a capanna del 1445 ha sotto l'oculo il portale con arco a tutto sesto; reca sulla destra il portico minore dell'annesso oratorio della Madonna del Rosario.[26][27] È sita in largo Maranesi, in prossimità di Piazza del Popolo.[28]
Chiesa di San Francesco in largo Mora; fu costruita sul lato orientale della città tra il 1240 e il 1425 (completamento del campanile);[29] la facciata fu modificata nel Settecento, mentre il portale è datato 1604;[30] l'interno, di imponenti proporzioni e restituito al primitivo aspetto dai restauri del Novecento, è costituito da tre navate divise da sei grandi pilastri e dall'abside poligonale; nella cappella laterale, dedicata al Santissimo Sacramento, si trova la tomba di Lodovico Euffreducci del 1527, attribuita ad Andrea Sansovino; il complesso comprende il convento dei frati minori conventuali.
Chiesa di San Filippo o Chiesa del Santo Spirito, costruita a partire dal 1594[31] e sita in corso Cavour, è esempio di barocco marchigiano. È adiacente all'ex Collegio dei Filippini, oggi sede del Palazzo di Giustizia; venne chiusa per restauro negli anni venti del secolo scorso; attualmente è restaurata in gran parte e adibita ad eventi, mostre e concerti.[32]
Chiesa di San Martino (già Sant'Ignazio), chiesa gesuitica edificata nel 1649 con il titolo di Chiesa del Gesù nell'area della preesistente Chiesa di S. Salvatore, attualmente in via Leopardi;[33] ha all'interno due altari (quello di Santa Francesca Romana e quello della Presentazione della Vergine) disegnati da Andrea Pozzo e realizzati a partire dal 1701. Questi altari costituiscono le uniche opere architettoniche conosciute di Pozzo nelle Marche.[34]
Chiesa di San Michele Arcangelo, già sede di Insigne Collegiata e di parrocchia, in via Bertacchini.[35]
Chiesa di San Pietro, già sede di parrocchia, in via Lattanzio Firmiano.[36]
Chiesa di San Rocco, in piazza del Popolo, sotto la parte trecentesca del loggiato.[37]
Chiesa di Sant'Agostino, in stile romanico-gotico del XIII secolo[38] e completamente ristrutturata in stile neoclassico.[39] Insieme all'annesso ex convento (oggi sede dell'I.T.T. Montani), è situata in via Montani.[40] È famosa per avere al suo interno una spina che la tradizione ritiene essere quella della corona posta sul capo di Gesù prima di essere crocefisso.[38] La spina è racchiusa in un reliquiario gotico molto prezioso per i materiali e le tecniche di costruzione. Si pensa che il reliquiario sia stato commissionato da fra Agostino Rogeroli a Venezia e sia poi giunto a Fermo. A fianco della chiesa c'è l'Oratorio di Santa Monica del XV secolo, in largo Alvaro Valentini.[41]
Chiesa di Santa Lucia, sede di parrocchia, in via Marconi.[43]
Chiesa di San Zenone, attualmente chiusa in attesa di restauro a causa del terremoto del 2016; eretta in stile romanico nel 1171, venne completata e consacrata nel 1186; sita in largo Fogliani, è la più antica della città pervenuta fino a noi.[44][45]
Oratorio di Santa Monica, ex chiesa di San Giovanni Battista, in largo Alvaro Valentini, a fianco della Chiesa si Sant'Agostino.[46]
Altre chiese nella città di Fermo
Chiesa di Cristo Amore misericordioso, nel nuovo quartiere di Santa Petronilla.
Chiesa della Madonna del Ferro, in contrada della Misericordia, nella periferia occidentale della città.[47]
Chiesa San Lorenzo del Convento dei Cappuccini, nella via omonima, che ha all'altare maggiore una pala di Federico Zuccari con il Martirio di San Lorenzo, firmata F. Z. e datata 1602, in cui il modello di uguale soggetto di Tiziano viene svolto nel senso di una nitida, ordinata e simmetrica composizione, con stesure pittoriche spesso abbozzate o compendiarie, forse per l'incompiutezza del dipinto dovuta probabilmente alla riduzione del compenso per il pittore da parte dei committenti.[48][49]
Chiesa di Sant'Alessandro, presso il Seminario arcivescovile al quartiere Tirassegno.
Chiesa di Sant'Antonio di Padova, in Piazza Mascagni nel quartiere Viale Trento/Villa Vitali.[50]
Chiesa di Santa Maria degli Angeli, nella zona Borgo Diaz/Cappuccini.
Altre chiese nel territorio di Fermo
Chiesa dell'Immacolata Concezione, a Ponte Ete.
Chiesa dei Sacri Cuori, nell'omonima contrada.
Chiesa di San Gabriele dell'Addolorata, a Campiglione.
Chiesa di San Giovanni Battista, a Torre di Palme.
Chiesa di San Giovanni Bosco, a Molini di Tenna.
Chiesa di San Girolamo, nell'omonima contrada.
Chiesa di San Giuseppe artigiano, a Marina Palmense.
Fontana dell'Episcopio (1690), realizzata all'epoca dell'arcivescovo Ginetti, in Via Leopardi;
Fontana Catalani (1735), in Via Recanati;
Fontana Spinucci (1813) non più funzionante, in Via Rialto;
Fontana di Porta San Francesco (progetto del 1894); quest'ultima fu aperta in occasione della inaugurazione dell'acquedotto del Polesio (22 agosto 1896) che portava l'acqua a Fermo; l'acquedotto fu poi incrementato nel 1951 dalla conduttura di Pescara di Arquata del Tronto e nel 1981 dell'acqua di Foce di Montemonaco;
Fontana del Duomo (1927), al piazzale del Girfalco.
Parchi
Un'area verde è collocata presso il Girfalco o Girone, nel punto più alto del colle Sabulo, ove sono presenti il Duomo, la Villa Vinci (dal XVI secolo al 1820 convento dei Cappuccini) e il Parco della Rimembranza (dedicato ai caduti della Grande guerra), con diversi punti panoramici. Un altro parco pubblico si trova all'interno di Villa Vitali, struttura di proprietà comunale in viale Trento. Di più recente istituzione un'ampia area attrezzata, denominata Parco della Mentuccia.
Le cisterne romane sono un'opera edilizia ipogea di età augustea, della superficie di circa 2 000 metri quadrati divise in trenta camere poste su tre file parallele, realizzate allo scopo di accumulare acqua. Lo stato di conservazione è ottimo e sono visitabili.
La piazza del Popolo, racchiusa tra due ampie file di logge, è il salotto della città. Sulla piazza si affaccia il Palazzo dei Priori, sede di rappresentanza del Comune e della pinacoteca comunale. Al suo interno si trova la Sala del mappamondo.
Il Teatro dell'Aquila, con una capienza di circa 1 000 posti[51], 124 palchi in cinque ordini e circa 350 metri quadrati di palcoscenico, si colloca tra i più imponenti teatri del Settecento delle Marche e dell'Italia centrale.
Architetture militari
Il centro storico di Fermo è delimitato da una cinta murariaquattrocentesca, di epoca sforzesca, in parte ancora visibile, munita di torri rompitratta e porte di accesso; le porte della cinta storica dedicate a Sant'Antonio, Santa Caterina e San Giuliano sono ancora presenti, mentre gli ingressi alla città corrispondenti a Porta San Francesco (detta anche "Porta marina") e Porta San Marco sono state eliminate nell'Ottocento a seguito dell'intervento urbanistico di Giovanni Battista Carducci che ha realizzato la nuova Porta San Francesco a pochi metri di distanza dalla vecchia e Porta Santa Lucia.
Il castello di Fermo, invece, è stato abbattuto alla fine del Quattrocento dalla furia popolare che lo vedeva strumento di potere degli Sforza, poi cacciati dalla città. Il castello sorgeva sulla cima del Colle Sabulo, ove c'è la spianata del Girfalco, che ospita un parco pubblico accanto alla Cattedrale.
Statue
La statua più significativa è quella in onore di Sisto V, vescovo di Fermo, sulla loggia centrale del palazzo dei Priori, opera di Accursio Baldi. Altre statue sono dedicate ad Annibal Caro (nel cortile del Teatro dell'Aquila) e a Giacomo Leopardi (nella via omonima), entrambe donate dal benefattore conte Lorenzo Maggiori. All'inizio della strada che conduce in Piazza del Popolo è stato eretto un monumento dedicato al Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Sepolcri monumentali
Beato Adamo Adami (?-1285), religioso, nella chiesa di San Francesco
Giovanni Visconti d'Oleggio (circa 1304-1366), governatore di Fermo, nel Duomo
Giovanni Bertacchini (circa 1430-1484), giureconsulto, in San Domenico
Giuseppe Fracassetti (1802-1883), scrittore, nel cimitero civico
Punti panoramici
Dal Girfalco o Girone, il punto più in alto della collina, si apre una ampia vista di 180° verso il litorale, a nord verso Macerata e a sud verso Monterubbiano. In particolari condizioni di visibilità si possono scorgere i rilievi della Croazia. Altri straordinari panorami si godono da Torre di Palme, frazione di Fermo, a sud della città e a picco sul mare.
Sottosuolo
Nel sottosuolo di Fermo è presente una vasta rete di cunicoli, pozzi e cisterne, alcuni dei quali di epoca romana e medioevale, con funzione di opera di protezione del suolo mediante drenaggio/captazione delle acque[52].
Siti archeologici
Nella periferia di Fermo sono state individuate e parzialmente scavate tre grandi necropoli: in contrada Mossa verso est, in contrada Misericordia e Solfonara verso ovest. L'epoca di riferimento più significativa di queste necropoli è quella proto-villanoviana (dal IX al VII secolo a.C.). Le aree sono state ricoperte, ed i reperti sono in gran parte esposti al Museo archeologico nazionale di Ancona[7] ed in parte nella sezione archeologica "Dai Villanoviani ai Piceni", in deposito presso il Palazzo dei Priori.
Aree naturali
Bosco di Cugnolo, in prossimità di Torre di Palme: situato nell'omonima contrada è un raro esempio di macchia mediterranea intatta del litorale Adriatico. Si estende per circa 5 ettari ed è una delle Aree Floristiche Protette della Regione Marche. Si può visitare tramite un sentiero attrezzato con un percorso ad anello che tocca anche la Grotta degli Amanti e Ville settecentesche.
Fermo, insieme a Pesaro e Ancona, è una delle tre sedi metropolitane della Chiesa cattolica nelle Marche (45 in tutta Italia). Dal 1585 al 1907, sia pure con qualche eccezione (per esempio Giannotto Gualterio nel Seicento e Alessandro Borgia nel Settecento), l'arcivescovo di Fermo era nel contempo cardinale.
la rivista specializzata quadrimestrale Firmana: quaderni di teologia e pastorale[57].
il bollettino dell'Archivio Storico Diocesano Quaderni dell'Archivio Storico Arcivescovile di Fermo, che ha superato ormai i venti anni di attività (vd sotto alla voce "Archivi");
Ospedale civile Augusto Murri facente parte della Zona territoriale 11 dell'Azienda Sanitaria Unica regionale delle Marche. Inaugurato nel 1934, ampliato negli anni '50, '70 e infine '90-2000. Dovrebbe essere sostituito in futuro da un nuovo ospedale di rete in zona Campiglione.
Ex Villa Maria, presidio ospedaliero facente parte dell'INRCA - Istituto Nazionale Ricovero e Cura Anziani (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico - IRCCS)
Clinica privata convenzionata Villa Verde
Casa di riposo Marchese Monsignani Sassatelli (con 120 posti)
Dall'unità d'Italia al 1978 Fermo ospitò l'ospedale psichiatrico provinciale. Fino agli anni settanta a Fermo hanno avuto sede un orfanotrofio e un brefotrofio (intitolati a Matteo Mattei), originati da opere pie, e che negli ultimi anni sono stati gestiti dalle amministrazioni provinciali di Ascoli e Macerata assieme.
Cultura
(LA)
«Firmana Civitas, antiquitate, nobilitate ac literarum armorum rerumque gestarum gloria, celebris atque insignis, a qua et universam Piceni regionem, Marchiam Firmanam denominatam fuisse legitur»
(IT)
«La Città di Fermo, celebre e insigne per antichità, per nobiltà, per gloria delle lettere, delle armi, dei fatti, delle gesta, dalla quale anche l'intera Regione Picena si scelse che fosse denominata Marca Fermana...»
(Formula del diploma di laurea rilasciato dall'Università di Fermo dal 1585 al 1826[59][60])
Istruzione
La città di Fermo è stata sede di studi superiori, sin dall'istituzione dell'Università a opera di Lotario I (825) con il capitolare emanato nel palazzo Reale di Corteolona[61], frequentata da studenti provenienti da tutta l'Italia, in particolare dall'area centrale, ma anche dal vicino Abruzzo, nonché da nuclei di studenti dell'Illiria e dalla Germania. A Fermo furono presenti anche strutture per l'accoglienza degli studenti: il Collegio di Propaganda Fide (Collegio illirico, poi Chiesa dei Padri oratoriani, poi diventato Palazzo del tribunale); il Collegio della Sapienza Marziale (l'area del collegio è occupata dal nuovo edificio della scuola elementare Sapienza); il Collegio Fontevecchia (ex convento dei domenicani).
L'Università nella storia
Il 25 maggio dell'anno 825 l'imperatore Lotario I promulga il capitolare di Corteolona[62][63] che costituì le scuole imperiali, oltre a Pavia capitale del Regno d'Italia, anche Fermo ebbe la scuola pubblica di diritto, di retorica e arti liberali, scegliendo la città tra le sole nove in Italia destinate a diventare centro di studi ed ereditando la tradizione della scuola di diritto, fondata dall'imperatore romano Teodosio I; dalla sede di Fermo dipendevano tutti gli studenti del Ducato di Spoleto,[64] ducato vastissimo che comprendeva Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo spingendosi fino al ducato di Benevento.[65]
Nel 1398 il papa Bonifacio IX promosse la Schola a Studium Generale, cioè a Università. Nel 1585 il papa Sisto V ampliò e potenziò l'Università fermana[66]; essa opererà fino al 1826 quando, mancando alla città le risorse sufficienti per mantenerla, venne chiusa con decreto della Congregazione degli Studi.
Essa ebbe docenti illustri, ma soprattutto dottori fermani; il suo bacino di utenza copriva un'ampia area circostante, e non mancarono scolari originari di località ben distanti, come quelli austriaci di Graz.
L'Università si avvalse della concessione di Sisto V per poter nominare con subcollazione conti palatini e cavalieri della Militia Aurata.
Biblioteca dell'Istituto Tecnico Industriale Statale “G. e M. Montani”
Biblioteca della Facoltà di Ingegneria sede di Fermo
Biblioteca della Società Dante Alighieri Comitato di Fermo
Biblioteca della Società Operaia di Mutuo Soccorso
Biblioteca dello Studio Firmano dall'Antica Università
Biblioteca Provinciale di Storia Contemporanea
Biblioteca Ragazzi Villa Vitali (Sezione distaccata della Biblioteca Civica)
Biblioteca Benedettina del Monastero San Giuliano
Biblioteca del Centro Comunitario “Gesù Risorto”
Biblioteca del Convento dei Cappuccini
Biblioteca del Convento della Madonna della Misericordia
A Fermo è operante, inoltre, il BUC - Biblioteca Università Conservatorio - Machinery, struttura polivalente per chi frequenta le istituzioni culturali della città, con indirizzo essenziale di emeroteca nonché punto di prelievo per la biblioteca Spezioli e di richiesta per il prestito interbibliotecario.
L'archivio storico dell'arcidiocesi conserva i documenti di gran parte delle parrocchie in cui era divisa la città. La direzione dell'archivio cura la pubblicazione semestrale della rivista specialistica Quaderni dell'Archivio Storico Arcivescovile di Fermo.
Istituto professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato "Ostilio Ricci" (nei locali del convento di Santa Marta, ove ha funzionato il Convitto Nazionale intitolato a Giuseppe Sacconi, chiuso negli anni settanta del Novecento).
Istituto tecnico commerciale, per geometri e per turismo "Giovan Battista Carducci"–"Galileo Galilei", è l'unica scuola superiore ad indirizzo economico del territorio, con più di mille studenti.
Fermo è stata sede fino al 2013 della Facoltà di Beni culturali, facente parte dell'Università degli Studi di Macerata (questo, come aveva riportato la stessa università, era un "segno di riconoscimento per l'importanza storica della città, fra i comuni più grandi e ricchi delle Marche, sede universitaria fino al 1800 e, dal 2009, capoluogo di provincia"[69]).
Corso di laurea di primo livello triennale in Infermieristica
I corsi di ingegneria e medicina hanno sede presso l'edificio comunale di via Brunforte, la ex Casa della Missione, realizzata nel Settecento per ospitarvi i missionari della Congregazione della Missione.
Gli interni del Palazzo dei Priori comprendono la Sala dei ritratti, la Sala consiliare decorata da Pio Panfili nel 1762, le sale di rappresentanza del Comune e Sala del mappamondo, la parte più antica della biblioteca.
Museo diocesano
Il Museo diocesano, dal 2004 situato accanto al Duomo di Fermo, raccoglie testimonianze artistiche provenienti dell'arcidiocesi di Fermo.
A Fermo è operante ininterrottamente dal 2 luglio 1976 l'emittente radiofonica Radio Fermo Uno, di natura commerciale e di ispirazione cattolica con palinsesto generalista, gestita dalla Cooperativa sociale "Romolo Murri". Pochi giorni prima (maggio 1976) alcuni volontari fondando Radio Città Campagna, emittente di natura informativa e di ispirazione politica (comunista), che ha cessato l'attività l'8 giugno 1984 dopo essere arrivata ad avere un pool di oltre duecento collaboratori, avere contribuito ad organizzare a Fermo concerti di Guccini, Bertoli, Finardi e aver attivato a Fermo nel 1982 uno dei primi terminali dell'agenzia ADN Kronos. Nel 1983 nasce Radio Orizzonte, di natura commerciale e generalista, di ispirazione politica di centrosinistra; cessa le trasmissioni pochi anni dopo. Verso la metà degli anni '80 gli agenti commerciali Stefano e Fabio Castori trasferiscono a Fermo Radio Onda, nata qualche anno prima nella vicina Monterubbiano, che cessa le trasmissioni alcuni anni più tardi. I medesimi gestiscono la web radio Radio Italian Cup. Da citare anche l'esperienza artigianale di Radio Idea, gestita da alcuni ragazzi nel doposcuola per breve tempo nella metà degli anni '80. Fermo TV è l'emittente tv con sede in città che trasmette dal 2012 con diffusione regionale nelle Marche sul canale 75 DTT, dal 2021 si espande in Umbria con il doppio marchio Centro Italia Tv, sempre gestita da Media Promo Agency.
Stampa
A Fermo ci sono redazioni locali con proprie edizioni per i quotidianiIl Resto del Carlino (aperta dal 1998) e Corriere Adriatico (aperta dal 1983). Pagina di cronaca locale nella edizione locale del quotidiano Il Messaggero di Roma che ha avuto in città una redazione dal 1970 al 1981. Negli anni '70 fino ai primi anni '80 aveva in città un piccolo ufficio di corrispondenza anche l'altro quotidiano romano Il Tempo. Sono state aperte anche le redazioni della Gazzetta del Fermano (circuito delle Gazzette di Longarini) dal 1989 al 1993, del Corriere del Fermano (appartenente al Corriere dell'Umbria) dal 1998 al 2000 e de La Nuova Fermo (appartenente ad un circuito di giornali locali del Gruppo editoriale L'Espresso) per pochi mesi tra il 1998 e il 1999. A Fermo si pubblica il periodico mensile di attualità locale Corriere News, la pubblicazione annuale Guida per l'informazione sociale e vi è la sede e la redazione della pubblicazione di informazione musicale Music Club. L'8 maggio 1892 esce il primo numero de La Voce delle Marche, periodico di informazione e cultura della Diocesi di Fermo.
Geografia antropica
Nuclei abitati
Camera, Cantagallo, Casabianca, Cartiera di Tenna, Concerie, Contrada Boara, Ete Palazzina, Faleriense, Gabbiano, Girola, Madonnetta d'Ete, Marina Palmense, Moie, Molini Tenna, Montesecco, Montone, Parete, Pompeiana, Ponte Ete Vivo, Sacri Cuori, Salette, Salvano, San Biagio, San Girolamo, San Lorenzo, San Marco, San Michele, Lido San Tommaso, Villa San Claudio
Urbanistica
Il capoluogo si sviluppa quasi interamente su un'area collinare, caratterizzata da un piccolo spazio superiore pianeggiante corrispondente all'arce romano. Il centro storico, cinto da mura quattrocentesche, è rimasto identico a quello del Settecento, con alcuni non significativi rifacimenti di singoli strutture; unico intervento urbanistico degno di nota è quello compiuto nella seconda metà dell'Ottocento dall'architetto fermano Giovanni Battista Carducci, consistente nella realizzazione di un tratto di strada di facile accesso per la piazza: via Roma, con la tipica prospettiva sull'edificio ornamentale detto Torretta, e la cosiddetta Strada nuova, sono il risultato di complicate operazioni di esproprio e di incisivi interventi sul tessuto urbanistico dell'area orientale e meridionale della città.
La parte nuova della città si è sviluppata lungo le direttrici delle numerose colline che si dipartono dal centro, in alcuni grandi quartieri fuori dal centro (Viale Trento, Santa Caterina, Cappuccini, Tirassegno, Santa Petronilla) ed esterni (Campiglione), e ha conosciuto una forte crescita demografica, soprattutto nei suoi quartieri marittimi (Lido San Tommaso, in misura minore Marina Palmense), potenziati dalle amministrazioni di centrosinistra che si sono succedute negli anni novanta.
Suddivisioni storiche
Le contrade storiche in cui è diviso il capoluogo sono:
Campiglione, frazione riconosciuta solo di recente nello Statutocomunale di Fermo, perché cresciuta demograficamente ed economicamente negli ultimi vent'anni.
San Tommaso Tre Archi,[70] conosciuto come Lido Tre Archi, Lido San Tommaso, o semplicemente Tre Archi, è un quartiere multietnico. Concepito negli anni 1970, periodo in cui nelle Marche si stavano rafforzando le infrastrutture pubbliche e aumentava il turismo balneare. Nel 1970 il Comune decise di lottizzare il terreno, acquistato poi dalla Società "Tre Archi" che decise di costruirvi una serie di appartamenti da mettere poi in vendita ai turisti. La lottizzazione prevista dal Comune e approvata dalla Regione Marche nel 1974 prevedeva che l'area indicata doveva essere destinata a 3 600 abitanti, parte delle 140 000 mila persone previste in crescita in tutto il territorio.[71]
Il progetto iniziale presentato dall'azienda venne modificato e ridimensionato nel 1977 quando il Comune decise di modificare il piano regolatore e passare da un totale di crescita di 140 000 mila persone a 48 000 mila.[72] A causa dei ritardi nella costruzione e il poco successo del progetto, l'azienda venne acquista da una multinazionale che le cambiò nome in "Copacabana" ed iniziò una campagna pubblicitaria di vendita degli appartamenti nell'Italia settentrionale, in particolare nelle città di Milano e Bologna.[71]
L'agricoltura è stata la principale fonte di reddito sino agli anni sessanta del Novecento. Molto diffusa la produzione di salumi derivati dalla lavorazione di carne di maiale con la presenza sul territorio di alcuni salumifici.
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come l'arte del merletto rinomata in tutta Italia, oltreché la lavorazione del rame, finalizzata alla realizzazione di una vasta gamma di prodotti, che spazia dal vasellame alle anfore.[87]
Turismo
La vocazione turistica del territorio è stata indirizzata, oltre che sulla ricettività alberghiera, sul campeggio. Nelle aree del territorio di Fermo a sud (Marina Palmense) ed a nord (Lido di Fermo) insiste la maggiore concentrazione, per estensione, di camping di tutte le Marche meridionali. Sulla costa esiste un tratto di pista ciclabile facente parte della realizzanda Ciclovia Adriatica che, una volta completata, andrà a collegare tutte le località della costa adriatica.
Infrastrutture e trasporti
La città è collegata all'autostrada A14 attraverso il casello di Fermo-Porto San Giorgio (prossimità di Santa Maria a Mare) e verso nord con quello di Porto Sant'Elpidio.
Il territorio comunale è attraversato dalla Strada statale 16 Adriatica, a nord e sud di Porto San Giorgio, in corrispondenza delle località Marina Palmense a sud, e di Lido di Fermo, Casabianca e Lido San Tommaso a nord.
Sino al 1956 Fermo era servita dalla ferrovia Porto San Giorgio-Amandola, a scartamento ridotto, costruita dalla FAA (Ferrovie Adriatico-Appennino, odierna Sangritana) inaugurata nel 1908 con trazione a vapore, elettrificata nel 1928, cessata per obsolescenza nel 1956 e Fermo aveva la sua stazione ferroviaria. È stata sostituita da filovia nel solo tratto Fermo-Porto S. Giorgio fino al 1977, e da autoservizio nei restanti percorsi.
Mobilità urbana
Sono disponibili linee di trasporto urbano da e per Porto San Giorgio (ogni 20 minuti nelle ore diurne); extraurbano con i centri costieri e interni, Macerata e Ascoli.
Collegamenti dedicati al pendolarismo giornaliero degli studenti che, provenendo dai paesi, frequentano gli istituti superiori.
È comune capofila e sede dell'Area Vasta 4 di Fermo dell'Azienda sanitaria unica regionale delle Marche. Il 15 giugno 1986 i cittadini di Fermo e quelli di Porto San Giorgio vennero chiamati ad esprimere il loro Si o No al referendum consultivo per l'unificazione di Fermo e Porto San Giorgio, proposto dal fermano Abramo Mori. I cittadini fermani si espressero per il Si il 70,61% degli elettori, mentre a Porto San Giorgio il 92% si espresse per il No. Prevalsero in totale i No per 871 voti.
La Fermana, dopo la mancata iscrizione nel 2006 nel campionato di Serie C2, è ripartita dal campionato di Prima Categoria e, dopo tre stagioni, è salita al campionato di Eccellenza dopo essere stata prima in Promozione. Si è successivamente fusa con il Montegranaro e ha formato la squadra dell'F.C. Fermana, che ha vinto il campionato Serie D, conquistando la promozione in Lega Pro. Altre squadre sono la Futura 96 (squadra calcistica della frazione di Capodarco) che gioca nel campionato di Promozione, la Palmense, che gioca in Promozione, Santa Caterina, Fermo (Seconda Categoria), Firmum Azzurra, Tirassegno e Molini (Terza Categoria), quest'ultima squadra della frazione Molini di Tenna.
Inoltre, la squadra di calcio del Monturano Campiglione Calcio, che gioca in Promozione, rappresenta sia la frazione Campiglione che il vicino paese di Monte Urano.
Calcio a 5
La squadra principale è la Fermana Futsal 2022 che gioca in Serie C1 regionale, l'altra squadra è invece il Futsal Campiglione che rappresenta la frazione di Campiglione che gioca in serie C2, ma sono presenti anche altre squadre di Serie D come il Val Tenna United e Capodarco Casabianca.
Pallavolo
L'associazione sportiva "Don Celso Pallavolo", nata nel 1992, opera nel settore maschile e femminile, contando circa duecento atleti.
La Scuola di Pallavolo Fermana, nata nel 2013, svolge attività di Pallavolo giovanile maschile e femminile ed è stata la prima società marchigiana ad attivare il Settore Sitting Volley, la disciplina Paralimpica che permette di giocare insieme normodotati e persone con disabilità. Attualmente ha sia una squadra maschile che una squadra femminile entrambe nel massimo campionato italiano. Nel 2017 ha conquistato la medaglia di bronzo al Campionato Italiano Assoluto Maschile.
Atletica leggera
A Fermo, presso la pista comunale di atletica, ha sede la A.S.D. Sport Atletica Fermo, un tempo nota con il nome di Società Atletica Fermo, fondata nel 1946.
^abriportata in AA.VV., La Chiesa metropolitana di Fermo, Fermo, 2003, 28-31
^lettera di Paolo Volponi del 1976 allegata a una pubblicazione fuori commercio di 14 disegni su Fermo di Giuseppe Pende, riprodotta integralmente in Corriere News (periodico edito a Fermo), n. 16/2004, 13 agosto 2004, pag. 21
^ Adele Anna Amadio e Stefano Papetti (a cura di), Adolfo de Carolis - Il salone delle feste del Palazzo del Governo di Ascoli Piceno, Ascoli Piceno, Fast Edit, dicembre 2001.
^Pasquali Annalinda, Il Fermano. Firmitas romana e storie di mori, in Persi-Mangani, p. 93.
^P. Cruciani, La chiesa gesuitica di San Martino a Fermo: un intervento inedito di Andrea Pozzo, in Palladio. Rivista di Storia dell'Architettura e Restauro, vol. 39, 2007, pp. 47-54, ISSN 0031-0379.
^Luciano Arcangeli, Federico Zuccari, Martirio di San Lorenzo, in Simone De Magistris. Un pittore visionario tra Lotto e El Greco, catalogo della mostra a cura di Vittorio Sgarbi, Venezia, 2007, pagg. 200 - 201.
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Peris Persi (a cura di), Nomi di paesi. Storia, narrazioni ed identità dei luoghi marchigiani attraverso la toponomastica, Ancona, Il Lavoro Editoriale, 2005, ISBN9788876633966.
In neretto i capoluoghi di regione, in corsivo le città metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica la città metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.