Gasparini fu il secondo dei cinque figli di Nicolao e Elisabetta Belfiore.[1] Si è ipotizzato che possa avere ricevuto i primi insegnamenti da Giovanni Domenico Giuliani, maestro di cappella della collegiata di S. Maria Assunta a Camaiore dal 1674 al 1679[2].
A Roma il 28 novembre 1685 sposò Maria Rosa Borrini, cantante romana.
Nel dicembre del 1686 debuttò in teatro a Livorno, collaborando alla rappresentazione dei drammi Olimpia vendicata di Alessandro Scarlatti e Roderico di Carlo Francesco Pollarolo, per i quali in questa occasione potrebbe aver scritto diverse arie nuove.
Nel 1689 entrò a far parte della Congregazione di Santa Cecilia di Roma. Per la quaresima 1689 compose l'oratorio latino Iudith de Holoferne triumphans eseguito all'oratorio del Ss. Crocifisso di S. Marcello. Durante il carnevale 1690 al Collegio Clementino venne rappresentato il suo primo dramma Bellerofonte (libretto G.M. Conti). Due anni dopo nello stesso collegio fu eseguito il suo oratorio Atalia (1692).[4]
Nel giugno del 1701 si trasferì a Venezia, dove il 5 di quel mese era stato nominato «maestro di choro» all'Ospedale della Pietà.[5] Nell'istituzione veneziana ebbe come collega Antonio Vivaldi, che nel 1703 era stato nominato maestro di violino.[6] Per l'Ospedale della Pietà compose 9 oratori su testo latino eseguiti negli anni 1701-1714. Nell'aprile 1713 i governatori della Pietà concessero a Gasparini di allontanarsi per sei mesi da Venezia, ma il compositore lasciò la città senza farvi più ritorno.[7] Nel periodo veneziano Gasparini compose 24 opere, molte delle quali andate in scena al Teatro Tron di San Cassiano.
Durante la sua permanenza nella città lagunare ebbe occasione di incontrare i grandi compositori veneziani dell'epoca, come Antonio Lotti e Carlo Francesco Pollarolo.
Nel febbraio del 1713 si era stabilito con la famiglia a Città di Castello, dove la moglie aveva delle proprietà. Dalla cittadina umbra si allontanò soltanto in occasione della rappresentazione di sue opere nei teatri di Genova, Roma, Reggio Emilia e Firenze[8].
Nel 1716 fece rientro a Roma per rappresentare due opere al teatro Capranica: il Ciro e il Venceslao (in parte con musica di Francesco Mancini). Nel luglio del 1718 entrò al servizio del principe Francesco Maria Ruspoli, come maestro di cappella al posto di Antonio Caldara, mamtenendo questo posto fino al giugno 1718.[9] Negli stessi anni riprese i rapporti con il principe Marcantonio Borghese e la consorte Livia Spinola, con i quali era stato in contatto sin dal 1711. Dal 1720 compare col titolo di «virtuoso del principe Borghese», pur non essendo dei ruoli di questa famiglia[10]. Nel 1718 fu ammesso all'Accademia dell'Arcadia.
È considerato uno dei migliori compositori del suo tempo. La sua musica denota in lui un'elevata abilità e qualità compositiva, soprattutto nelle cantate, le quali furono particolarmente apprezzate anche da Charles Burney. Altrettanta bravura ebbe anche nelle composizioni sacre, scritte con maestria, usando spesso tecniche compositive complesse.
La maniera dei suoi lavori teatrali è tipica del periodo, tranne per i suoi ultimi lavori, nei quali si osservano caratteristiche melodiche e ritmiche tipiche delle opere delle generazioni successive.
Scrisse circa 60 opere, tra le quali l'Ambleto su un libretto di Apostolo Zeno e Pietro Pariati tratto dalle Gesta Danorum di Saxo Grammaticus (la stessa fonte utilizzata da Shakespeare per la tragedia Amleto).
Nonostante l'intensa attività di operista, Gasparini fu attivo anche come insegnante; tra i suoi allievi più illustri Benedetto Marcello, Johann Joachim Quantz, Domenico Scarlatti e il cantante Giovanni Ossi. La sua notorietà resta legata al trattato L'armonico pratico al cimbalo. Regole, osservazioni e avvertimenti per ben suonare il basso e accompagnare sopra il cimbalo, spinetta e organo, pubblicato a Venezia, presso Antonio Bortoli, nel 1708, e ristampato in almeno nove edizioni fino al 1808. Si tratta del primo importante trattato riguardante il basso continuo; in esso l'autore in parte riprende i metodi della prassi seicentesca e in parte illustra le novità della tecnica, dello stile e del gusto del suo tempo, come il «suonar pieno», raddoppiando le consonanze, o l'uso di acciaccature e mordenti, vale a dire l'uso di introdurre note estranee all'armonia al fine di creare un «mirabile effetto» sonoro.[13]
Lavori
Opere
Sono note 61 opere di Gasparini; l'anno e la città si riferiscono alla prima rappresentazione.
Olimpia vendicata (dramma per musica, 1686, Livorno)
Roderico (dramma per musica, libretto di (dramma per musica, libretto di G. B. Bottalino, 1686, Livorno)
Bellerofonte (dramma per musica, libretto di G. M. Conti, Roma, 1690)
Amor vince lo sdegno ovvero L'Olimpia placata (dramma per musica, libretto di Aurelio Aureli, 1692, Roma)
La costanza nell'Amor Divino (dramma sacro per musica, libretto di Pietro Ottoboni, 1695, Roma)
Silvia (dramma pastorale, libretto di Enrico Bissari, 1723, Foligno)
Gli equivoci d'amore e d'innocenza (dramma per musica, libretto di Antonio Salvi, 1723, Venezia)
Tigresa (favola pastorale con intermezzi, 1724, Roma)
Note
^R. Giorgetti, I Gasparini di Camaiore, in Francesco Gasparini (1661-1727). Atti del primo convegno (Camaiore, 29 settembre - 1º ottobre 1978), a cura di F. Della Seta - F. Piperno, Firenze, Olschki, 1981, pp. 19-23.
^R. Giorgetti, I Gasparini di Camaiore, cit., pp. 22-23.
^A. Liess, Materialien zur römischen Musikgeschichte des Seicento. Musikerlisten des Oratorio San Marcello 1664-1725, «Acta Musicologica», XXIX/ 4 (1957), p. 160
^L. Lindgren, Opere drammatiche "romane" di Francesco Gasparini (1689-1699), in Francesco Gasparini (1661-1727), cit., pp. 167-182.
^G. Rostirolla, Il periodo veneziano di Francesco Gasparini, in Francesco Gasparini (1661-1727), cit., pp. 85-118.
^G. Rostirolla, L'organizzazione musicale nell'ospedale veneziano della Pietà al tempo di Vivaldi, «Nuova Rivista musicale italiana», XIII/1 (1979), pp. 171-195
^G. Rostirolla, Il periodo veneziano di Francesco Gasparini, in Francesco Gasparini (1661-1727), cit., pp. 110-114.
^F. Della Seta, Francesco Gasparini, virtuoso del principe Borghese, in Francesco Gasparini (1661-1727), cit., p. 222.
^F. Piperno, Francesco Gasparini "virtuoso dell'eccellentissimo principe Ruspoli": contributo alla biografia gaspariniana (1716-1718), in Francesco Gasparini (1661-1727),cit., pp. 191-214
^F. Della Seta, I Borghese (1691-1731). La musica di una generazione, in «Note d'archivio per la storia musicale», n.s., I (1983), pp. 139-208
^F. Della Seta, I Borghese (1691-1731). La musica di una generazione, cit., p. 204.
^A. Iesuè, Francesco Gasparini nella cappella musicale di S. Giovanni in Laterano, in «Nuova rivista musicale italiana», XVI/4 (1982), pp. 609-614
^L.F. Tagliavini, «L'armonico pratico al cimbalo». Lettura critica, in Francesco Gasparini (1661-1727), cit., pp. 133-155.
Francesco Gasparini (1661-1727). Atti del convegno (Camaiore, 29 settembre - 1° ott. 1978), a cura di F. Della Seta - F. Piperno, Firenze, Olschki, 1981
"F.Gasparini",Regina Coeli Laetare - Motetto a Una Voce e Basso Continuo, realizzazione del continuo e trascrizione in notaz. moderna di M.G.Genesi, Lodi , Ediz.Mus.Lit., 2023 , pp.18.