Hugo van der Goes (Gand, 1440 circa – Auderghem, 1482) è stato un pittorefiammingo.
Le note biografiche relative alla sua prima infanzia sono scarsissime, difatti le uniche documentazioni conservate, peraltro non completamente attendibili, gli attribuiscono la nascita nella città di Gand, anche se sembra certa l'origine olandese della sua famiglia.[1]
Biografia
Le fonti registrano che nel 1467 fu iscritto alla gilda dei pittori di Gand come Maestro, sotto garanzia di Giusto di Gand (Joost van Wassenhoven). Godeva evidentemente di grande rispetto, poiché su sua mozione vennero accolti nella gilda almeno altri tre pittori.
Nel 1468 lavorò alla decorazione della torre di Bruges, in occasione del matrimonio di Carlo il Temerario e Margherita di York.
Fu inoltre decano della gilda dal 1473–4 al 18 agosto 1475. Venne spesso impiegato dal governo della città come pittore di gonfaloni, stendardi ed altre pitture di carattere temporaneo necessarie alle cerimonie dell'epoca.
Nel 1477 si ritirò come fratello laico presso il monastero Roode Kloster (Croce Rossa) a Bruxelles, dove continuò a dipingere. Nel 1480 fu convocato dalla città di Lovanio (Leuven), per completare il dittico di Dieric Boutsil giudizio di Ottone, lasciato incompiuto dal suo collega, deceduto nel 1475. In seguito rientrò nel monastero, dove però fu colpito da una grave malattia mentale. Morì nel 1482 dopo anni di alternanza fra lucidità e follia.
Opere
Fu uno dei massimi pittori del suo tempo; il suo percorso artistico si caratterizzò da una parte per la sua non comune capacità di immersione nel paesaggio e l'acutezza osservativa, dall'altra per il turbinio dei sentimenti, della fantasia, saldati assieme al suo animo alquanto tormentato.
Altrettanta risonanza, anche se in ambito fiammingo dovette avere la straordinaria Dormitio Virginis oggi al GroeningemuseumBruges, rivoluzionaria per scorci, disposizione delle masse e penetrazione psicologica dei personaggi.
Altre celebri opere sono un'altra Adorazione dei Magi detta Altare Monforte, oggi a Berlino alla Gemäldegalerie, immersa in un'atmosfera magica, dalla quale però emerge una non comune nitidezza nei dettagli realistici;[2], e la Caduta di Adamo al Kunsthistorisches Museum a Vienna.
Il grande pittore olandese Vincent van Gogh affermò, in una lettera al fratello, di sentirsi " ridotto allo stesso stato di follia di Hugo Van der Goes " e di paragonarsi a lui a causa dell'esaurimento di cui era stato vittima per l'eccessivo lavoro; pochi mesi dopo, lo stesso Van Gogh verrà rinchiuso in manicomio.
Note
^"Atlante della pittura - Maestri fiamminghi" di Luigi Mallé, ediz. De Agostini, Novara, 1965 (alla pag.7 - voce "Hugo van der Goes")
^"Atlante della pittura - Maestri fiamminghi" di Luigi Mallé, ediz. De Agostini, Novara, 1965 (alla pag.5 - voce "Hugo van der Goes")